BILLI, Salvatore
Nacque a Firenze da Bartolomeo di Antonio, gualcheraio, nella seconda metà del sec. XV. Le prime notizie risalgono al 1478, quando vendeva alla fiera di Salerno, per conto di Filippo e Lorenzo Strozzi, delle cui compagnie bancarie e mercantili era socio ed agente, panni di lana fiorentini ed una grossa partita di cuoi. Era a Napoli nel gennaio del 1487, quando indirizzava a Tunisi a Giovanni Strozzi una lunga e vivace lettera, informandolo fra l'altro dell'avvicendamento del personale presso il banco Strozzi di Napoli ed esortandolo a non mettere a repentaglio la vita per servire il padrone: "El vosto signore truoverebbe degli altri servidori, però attendete a servirllo, ma non chon danno della persona vostra" (Carte Strozziane, s. III, f. CL, cc. 144 s.). Nel giugno del 1494, come socio del banco Strozzi, otteneva da Alfonso II, insieme con Alfonso di Filippo, Giovan Francesco e Giovanni Antonio Strozzi, Pietro Antonio Bandini, governatore del banco, e Orlando Gianfigliazzi, un salvacondotto per continuare a commerciare e tener banco nel Regno.
Dopo la cessazione dell'attività delle società napoletane degli Strozzi il B. rimase in Napoli, ove continuò ad operare nel settore mercantile, sia in conto proprio (nel 1498, insieme con Balicoccio Gondi, è fra i mercanti e le società commerciali assumenti modeste quote d'assicurazione per una partita di "vini grechi" diretti a Venezia), sia per conto degli Strozzi (una lettera del 1509, diretta a Donato di Giovanni Bonsi, nipote di Filippo, lo mostra impegnato a trattare col principe di Salerno gioielli affidatigli da Lorenzo di Filippo). Il B. fu interessato anche al commercio dell'allume delle miniere di Agnano, che erano proprietà di Iacopo Sannazzaro: quando il poeta concesse ad Agostino Chigi nel 1501 l'appalto delle miniere, venne inclusa nel contratto una clausola che salvaguardava i diritti del B., al quale il Sannazzaro si era impegnato a vendere poco meno di un migliaio di "cantara". Sempre appoggiandosi agli Strozzi, il B. apriva successivamente un banco di cui abbiamo notizie a partire del 1517: di quest'anno e del successivo si conservano alcune sue lettere di cambio per Zanobi Strozzi a Firenze.
Nel 1521, insieme con il cugino Antonio di Francesco di Antonio e con suo figlio Bartolomeo, il B. acquistava da Giovan Francesco Strozzi un credito di oltre 3.000 ducati nei confronti del conte di Nola, Enrico Orsini: i Billi ottenevano dal conte, il 28 ott. 1521, 322 ducati annui sulla gabella dei panni di Nola e sui diritti del castrum di Ottaviano, e cedevano il credito così garantito ad Alfonso Strozzi a saldo dei debiti del banco di Salvatore Billi. La mancata corresponsione dei 322 ducati annui fu poi all'origine di due processi (intentati dagli eredi di Alfonso Strozzi agli eredi del B. e da questi agli eredi di Giovan Francesco), che si trascinarono a lungo e che rivelano la gravosa situazione finanziaria del B. al termine delle sue attività.
In effetti il banco del B. faceva fallimento nel 1522 ed egli si ritirava in Firenze, ove era costretto a vendere nel 1524 una casa acquistata tre anni prima. Il B. morì fra il 1524 e il 1530, senza discendenza e lasciando eredi i figli del cugino Antonio di Francesco di Antonio.
Antonio, che era nato intorno al 1480, risiedeva in Firenze, almeno dal 1498, in una casa di proprietà sua e del cugino, sita nel popolo di S. Piero Maggiore, in via Ghibellina. Delle sue attività mercantili sappiamo soltanto ciò che dichiarava nel 1534 suo figlio Francesco: "...ei la verità che ditto Messer Billi ei stato et ei mercante et solito exercitarsi in diverse merchantie tanto in Florentia como in Napoli per mezo de soi figli et con exo guadagnava bene...". Implicato con i figli nei processi napoletani con gli Strozzi, Antonio di Francesco di Antonio non ne vide la conclusione essendo morto fra la fine del 1536 e l'inizio del 1537. Con questo mercante si è creduto di identificare il possessore o scrittore del cosiddetto "libro di Antonio Billi", un manoscritto della prima metà del sec. XVI contenente notizie sulle arti e sugli artisti contemporanei e dei secoli antecedenti, da cui derivano - e in parte ne sono copia - codici e scritture di rilevante interesse per la storiografia artistica.
Un figlio di Antonio,Bartolomeo, rimase in Napoli e ne abbiamo notizie fino al 1551, quando, indicato come mercante, appare incaricato, con altri, della liquidazione del banco di Giovanbattista e Raffael de Mare e di Roberto Squarziafico.
Un Salvatore di Bartolomeo, infine, "cittadino fiorentino abitante in Napoli", erigeva nel 1606 una cappella nella chiesa fiorentina dell'Annunziata.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Firenze,Carte Dei, IX, 42; Carte dell'Ancisa, GG, n. 354; Mediceo avanti Principato, XCVI, 326; Carte Strozziane, s. V. nn. 1088, 1; 1091, 1; Spoglio alfabetico dell'Arch. dei Capitani di Parte,ad vocem; O. Montenevosi,A. Chigi banchiere e appaltatore dell'allume di Tolfa, in Arch. d. R. Deput. romana di Storia Patria, LX (1937), p. 34; R. Filangieri,I Banchi di Napoli dalle origini alla costituzione del Banco delle Due Sicilie (1539-1808), Napoli 1940, p. 18; A. Silvestri,Sui banchieri pubbl. napol. nella prima metà del '500. Not. e doc., in Banco di Napoli. Boll. dell'Arch. stor., II (1950), pp. 23 e 28; Id.,Il commercio a Salerno nella seconda metà del Quattrocento, Salerno 1952,passim; Id.,Sull'attività bancaria napoletana durante il periodo aragonese, in Banco di Napoli. Boll. dell'Arch. stor., VI (1953), pp. 82, 99, 101; J. Mazzoleni,Regesto della Cancelleria Aragonese di Napoli, Napoli 1951, pp. 291-293.
Su Antonio di Francesco di Antonio vedi: C. De Fabriczy,Il libro di Antonio Billi e le sue copie nella Bibl. Naz. di Firenze, in Arch. stor. ital., s. 5, VII (1891), pp. 299 ss.; Id.,Il codice dell'anonimo gaddiano (cod. magliabechiano, XVII, 17) nella Bibl. Naz. di Firenze,ibid., XII(1893), pp. 15-94 e 275-334; Il libro di Antonio Billi esistente in due copie nella Bibl. Naz. di Firenze, a cura di K. Frey, Berlino 1892; K. Frey,Il codice magliabechiano Cl. XVII, 17,contenente notizie sopra l'arte, Berlino 1893; A. Giorgetti,Recensione a K. Frey,Il libro..., in Arch. st. it., s. 5, XI (1893), pp. 444 s.; W. Kallab,Vasari studien, Wien-Leipzig 1908, pp. 171 ss.; J. Schlosser-Magnino,La letter. art., Firenze-Wien 1956, pp. 189 s., 198.