BIANCHI (Bianco), Salvatore
Della nobile famiglia dei Bianchi, nacque a Velate (Varese) il 24 maggio 1653 da Giorgio e da Taddea Ordea, come risulta dal Libro... B, conservato nell'Archivio parrocchiale.
Pittore e quadraturista tra i meno noti del Seicento milanese e spesso confuso con gli omonimi pittori contemporanei, con il figlio Francesco Maria e con Isidoro, Francesco e Federico Bianchi, che portavano lo stesso suo titolo di cavaliere, era certamente a Velate il 16 ott. 1668, il 17 sett. 1670 ed il 10 febbr. 1672, quando è indicato in qualità di padrino nel Libro ... B del medesimo Archivio parrocchiale.
Tra il 1672 ed il 1677 il B. fu assente da Velate; in questo periodo sposò Margherita Pighina, forestiera, menzionata nell'Archivio parrocchiale solo il 3 dic. 1677, per la registrazione della nascita di quella che dovette essere la sua prima figlia, Francesca Caterina.
Il B. doveva essersi già fatto conoscere, in giovane età, in Piemonte, dove il duca di Savoia chiamava anche artisti di minor grido, dato che viene menzionato (18 genn. 1683) in una lettera del conte Landriani, residente dei Savoia a Milano, come "pittore di S.A.R." (Schede Vesme, I, p. 138); potrebbe quindi esser lui quel Bianco al quale nel novembre e dicembre del 1674 il residente Porro, sempre a Milano, aveva affidato una tela con le Storie di Penelope per il duca Carlo Emanuele II (Schede Vesme, II, Torino 1966, p. 603). Nel 1685 il B. lavora a Torino in palazzo reale, e di nuovo nel 1688, anno in cui si reca anche ad Asti (Bosio), dove affresca la cappella di S. Filippo in duomo, il coro e il presbiterio della chiesa di S. Francesco (distrutta). Ad Asti, le Storie di s. Benedetto ed episodi di Storia sacra nella chiesetta di S. Anastasio (distrutta), conservate in parte nel Museo e in parte nella chiesa di S. Pietro in Consavia, che il Bosio riferisce al B., sono probabilmente opera di Federico Bianchi. Nel 1689 il B. è di nuovo a Torino, occupato nel palazzo reale (Schede Vesme, I, p. 138).
Nel 1692 è operoso a Varese: nella chiesa di S. Francesco (ora distrutta) dipinge le figure e le architetture nella cappella di S. Lucia (Adamollo-Grossi, f. 82 v; la cappella di S. Antonio nella stessa chiesa la decorerà nel 1723 [Adamollo-Grossi, f. 93 r]: le figure erano del B., le quadrature dei Giovannini) e nella chiesa di S. Vittore (Adamollo-Grossi, f. 82 v) tre affreschi con episodi della Vita del santo nel coro. Il Bartoli (I, p. 162) attribuisce a un "cavalier Bianchi da Velate" un affresco con la Sepoltura dei ss. Naborre e Felice nella cappella maggiore della distrutta chiesa di S. Francesco a Milano, mentre il Bigiogero (p. 28) indica chiaramente il B. come autore degli affreschi con Ester e Assuero,Giuditta e Oloferne,Giaele e Sisara, nel tre medaglioni sulla volta della navata in prossimità dell'ingresso principale della chiesa maggiore del santuario del Sacro Monte di Varese, che da A. Del Frate (1917) vengono datati al 1690.
Citato come padrino nell'Archivio di Velate alle date del 14 apr. 1679, 31 ott. 1680, 16 dic. 1687, 18 gennaio e 2 febbr. 1709, 26 ag. 1719 e 26 dic. 1725, il B. ebbe altre quattro figlie registrate nel medesimo archivio il 26 ag. 1692, 6 ag. 1694, 21 luglio 1696 e 4 ott. 1697; non risulta invece registrata la nascita del figlio Francesco Maria, che si presume avvenuta intorno all'anno 1689.
Il B. morì a Velate il 25 genn. 1727; una tela nella chiesa di S. Stefano a Velate con la Vergine, il Bambino e i ss. Francesco e Lucia reca una scritta che indica il B. come donatore nel 1727, ma stilisticamente è attribuibile a Francesco Maria.
Formatosi a Velate, a quell'epoca centro operoso di artigiani e artisti sia locali (si citano fra gli altri Bernardino Castelli, scultore in legno, e i pittori Zavattoni) sia forestieri (come G. Ghisolfi, A. Busca), occupati nelle svariate imprese del Sacro Monte di Varese, il B. si rivela artista d'estrazione milanese con evidenti addentellati bolognesi. A Torino poté forse avere contatti con il Pozzo, con D. Seyter e con G. de' Ferrari, e portò così a maturazione un linguaggio di complesse risonanze culturali assorbendo decisamente la primitiva formazione milanese.
Data l'esiguità delle notizie, è bene registrare che nell'Archivio parrocchiale di Velate, in assenza del B., compare il fratello Francesco Maria (nato a Velate il 16 ag. 1649): mancano indizi di una sua attività pittorica, ma ci sembra utile indicare l'alternarsi dei due fratelli, non sappiamo se dovuto a effettivo legame di comune attività o a pura coincidenza.
Fonti e Bibl.: Velate (Varese), Archivio parrocchiale,Libro dei Battesimi,Cresime,Matrimoni e Morti dal 1634 al 1724, segnato B (la data di morte del B. è in un fasc. aggiunto); Schede Vesme, I, Torino 1963, p. 138 (sub voce Bianco Salvatore); D. Bigiogero,Le glorie della Gran Vergine al Sagro Monte…, Milano 1699, p. 28; G. A. Adamollo-L. Grossi,Cron. di Varese, a cura di A. Mantegazza, Varese 1931, ff. 82 v, 93 r; F. Bartoli Notizia delle pitture…, I, Venezia 1776, p. 162 (a p. 238 attribuisce erroneamente a Isidoro Bianchi i medaglioni della chiesa maggiore del Sacro Monte di Varese); P. Zani,Encicl. metodica... delle Belle Arti, I, 4, Parma 1820, p. 40; G. Bosio,Storia della chiesa d'Asti, Asti 1894, pp. 266, 353 (a p. 383 attrib. a un cav. Bianchi affreschi eseguiti nel 1702 nella collegiata di S. Secondo ad Asti: lo stato attuale degli affreschi non permette di indicare a quale dei Bianchi cavalieri appartengano); A. Del Frate,Il Santuario del Sacro Monte…, Varese 1917, p. 18; C. Del Frate, S. Maria del Monte sopra Varese, Varese 1933, pp. 153, 160.