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BARTOLUCCI, Salvatore

di Cesare Vasoli - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 7 (1970)
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BARTOLUCCI, Salvatore

Cesare Vasoli

Nato ad Assisi nella prima metà del sec. XVI, la sua educazione fu curata dagli zii Rufino, maestro di musica, e Giovanni Fnncesco, ambedue francescani conventuali; quindi entrò anch'egli nell'Ordine e fu inviato nel convento di Cremona, dove studiò greco e latino, retorica e poetica, avendo come maestri il Tartesio e il Musone. Passò quindi allo Studio bolognese a studiarvi filosofia e teologia sotto la guida del logico Niccolò Turco, del filosofo Anton Francesco Fabio, di Antonio Delfino, Francesco Vicedomini e del teologo Ottaviano Strambiato. Segnalatosi per la sua acutezza filosofica, fu dichiarato "maestro" dal capitolo generale di Assisi del 1559 e insegnò per tre anni a Bologna; ma poco dopo, nel capitolo generale di Milano del 1562, ottenne anche la laurea magistrale e l'incarico di lettore nel convento padovano dell'Ordine. Inviato al concilio di Trento, vi recitò un'orazione a nome della "religione" francescana. Nel 1568 il capitolo generale di Roma lo elesse reggente del convento di Venezia e nel 1571 il capitolo generale di Camerino lo destinò reggente del convento di Padova, ove insegnò retorica e filosofia ed ebbe tra i suoi discepoli Francesco Maria Del Monte, il futuro cardinale. Passato nel 1577 al convento di Perugia, nel 1578 tornò di nuovo a Venezia, continuando nell'insegnamento che impartì anche a nobili laici, tra i quali va particolarmente ricordato Stefano Tiepolo. Fu incaricato di pronunziare orazioni a vari capitoli generali e tenne, tra l'altro, il discorso funerario in occasione della morte di Francesco Robortello, deceduto a Padova nel 1567. Nell'ottobre del 1580 fu chiamato a Padova alla cattedra di metafisica, di cui ottenne la conferma nel 1587 e nel 1593. Aggregato solennemente al collegio padovano dei teologi, morì a Padova nel 1599 o, secondo altre fonti, nel 1603.

Le opere del B., dedicate tutte a illustrare. la filosofia di Giovanni Duns Scoto e dei suoi maggiori seguaci, non presentano nessuna vera originalità speculativa; costituiscono però un'interessante testimonianza storica dell'evoluzione cinquecentesca della cosidetta "via Scoti", nonché un notevole tentativo di sistemazione organica di una lunga tradizione di pensiero ormai giunta a un estremo grado di complessità metafisica. Il B. fu anche un logico di discreta fama, seguace delle dottrine del Tatareto, che svolse e discusse con notevole finezza. Le sue opere edite sono le seguenti: Scriptum oxoniense Scoti in libros Sentetiarum, Venetiis 1580; Quaestiones quodlibetales (insieme col prec.); Petri Tatareti in Summulas Petri Hispani exactae explanationes, ibid. 1581; Petri Tatareti... in Porphirii Isagogen... explanationes, ibid. 1581; Triplicem eiusdem Tatareti Philosophiam naturalem, divinam et moralem, emendavit, ecc., ibid. 1581; In Formalitates Antonii Syrecti Turonensis Isagogen Laurentii Brixiani, Parisiis 1588; Resolutiones in quattuor Sententiarum libros Scoti a Melchiorre Flavio [Flavin] elocubratae. Syllabus generalis in quattuor Sententiarum libros et Quodlibeta. Apologia brevis pro Scoto. Sillabus copiosissimus et solutiones contradictionum, Venetiis 1580. Si trova inedita, ad Assisi, nel convento dell'Ordine, una sua Lectura super Formalitates Scoti.

Fonti e Bibl.: A. Riccoboni, De Gymnasio Patavino libri VI, Patavii 1598, III, pp. 67, 68; L. Jacobilli, Bibliotheca Umbriae, sive de scriptoribus provinciae Umbrae, Fulginiae 1658, p. 244; G. Franchini, Bibliosofia e mem. letter. di scrittori francescani conventuali..., Modena 1693, pp. 452, 600, 630; N. C. Papadopoli, Historia Gymnasii Patavini, Venetiis 1726, I, p. 338; P. Ioannes a S. Antonio, Bibliotheca universa franciscana, Matriti 1732, p. 76; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 1, Brescia 1758, pp. 480 s.; L. Wadding, Scriptores Ord. Fratrum minorum, Romae 1806, pp. 649 s.; P. Sigismondo da Venezia, Biografia serafica degli uomini illustri che fiorirono nel Francescano Istituto, Venezia 1846, p. 572; H. Hurter, Nomenclator literarius theologiae catholicae, III, Oeniponte 1907, col. 155; A. Bertoni, Le bienheureux Jean Duns Scoto; sa vie, sa doctrine, ses disciples, Levanto 1917, pp. 464, 478, 482, 492; J. Goyens, in Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés, VI, Paris 1932, col. 1052; E. Simioni, I Professori della facoltà teologica dell'Univer. di Padova nel '500, in Padova, VIII, 9 (1934), p. 69; G. C. Sbaraglia, Supplementum e castigatio ad scriptores trium ordinum S. Francisci a Waddingo aliisve descriptos, III, Romae 1936, p. 78.

Vedi anche
Latino Pacato Drepànio Pacato Drepànio, Latino (lat. Latinius Pacatus Drepanius). - Retore gallo (sec. 4º d. C.), amico di Ausonio e di Simmaco; capo di una legazione a Roma (389), pronunciò un panegirico di Teodosio, a noi giunto, interessante come documento storico. órdine francescano francescano, órdine Regola e forma di vita religiosa promossa da s. Francesco. Si suddivide in tre diversi ordini: il primo formato dai frati minori, il secondo dalle clarisse e il terzo da laici, detti terziari francescani. Successivamente vi furono altre suddivisioni e affiliazioni e l'insieme dei ... santo Antònio da Padova Antònio da Padova, santo. - Francescano (Lisbona 1195 circa - Arcella, Padova, 1231), prima di entrare nell'ordine studiò teologia a Lisbona e Coimbra; in seguito fu predicatore, soprattutto in Italia settentrionale. Scrisse opere di edificazione morale (i Sermones) in cui l'ascesi e l'amore costituiscono ... cardinale Titolo di alta dignità ecclesiastica. Storicamente, i cardinale sono i più importanti e stretti collaboratori del pontefice. ● La nomina dei cardinale spetta esclusivamente al pontefice e la sua scelta deve cadere su uomini che siano già stati nominati sacerdoti e che eccellano per dottrina, moralità, ...
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salvatóre
salvatore salvatóre s. m. e agg. (f. -trice) [lat. tardo salvator -ōris, der. di salvare «salvare»]. – 1. s. m. Chi, e anche ciò che salva da un pericolo, materiale o spirituale: il s. della patria; con la sua sicura diagnosi, il nostro...
salvatoriano
salvatoriano s. m. [der. di salvatore]. – Religioso appartenente alla Società del Divin Salvatore, fondata a Roma nel 1881 dal sacerdote ted. F. M. Jordan e approvata nel 1911.
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