BARBAGALLO PITTÀ, Salvatore
Nacque a Catania il 1° marzo 1804, da Francesco e Geltrude Pittà. Nel 1827 sposò Anna Anfuso, dalla quale ebbe tre figli: l'ultimo, Francesco, fu patriota e partecipò agli avvenimenti catanesi del 1860. Laureato in medicina, il B. seguì anche studi letterari e si dedicò all'insegnamento privato di lingua italiana e retorica. A uso scolastico, progettò una "Scelta ragionata di classici italiani", di cui rimane il programma, stampato nel 1832. Pubblicò altri scritti nel Giornale del Gabinetto Letterario dell'Accademia Gioenia,organo dell'accademia sorta negli ambienti universitari di Catania nel 1823 e da lui frequentata. Animato da sentimenti liberali e convinto dell'importanza della stampa periodica come mezzo di educazione letteraria e politica, nel 1835 il B. fondò e assunse la direzione de Lo Stesicoro,rivista letterario-scientifica che si pubblicò sino al luglio 1836.
Il periodìco, che ebbe tra i collaboratori noti studiosi siciliani del tempo, fu una delle più importanti manifestazioni della cultura isolana, efficace divulgatore delle opere di autori italiani, quali Parini, Alfieri, Foscolo, e propagatore delle idee romantiche; accolse nelle sue pagine una polemica tra classicisti e romantici (a. I, v. III, pp. 89, 108), pubblicò articoli del Romagnosi e dei Lambruschini. Il giornale si divideva in due parti: una redatta per le persone colte; l'altra, in stile semplice e chiaro, ricca anche di consigli per agricoltori e artigiani, e di notizie su invenzioni e scoperte sfruttabili nell'isola, dedicata al popolo. Gli articoli del B., di natura letteraria e scientifìca, sono più spesso firmati con le lettere y. K.
Il B. fu uno dei capi della cospirazione antiborbonica in Sicilia. Con C. Ardizzoni, D. Femandez, D. Arangio, A. Faro e altri, preparò l'insurrezione scoppiata a Catania il 24 luglio 1837. Rovesciate le autorità borboniche, fu creata una Giunta di pubblica sicurezza, di cui fu presidente il marchese di San Giuliano e segretario il B., dal quale fu redatto il proclama del 30 luglio che trasformava detto organismo in Giunta provvisoria di governo e invitava il popolo di tutta l'isola a insorgere per l'indipendenza siciliana. Ma il movimento rimase circoscritto a Catania, contro la quale il governo borbonico inviò truppe comandate da F. S. Del Carretto. Nella città si preparò una controrivoluzione: il 3 agosto membri della Giunta e altri patrioti furono arrestati. Il B., riuscito in un primo momento a fuggire e nascondersi, in attesa di emigrare a Malta, fu preso dopo pochi giorni per il tradimento di un amico, G. Toscano. Giudicato dalla Commissione militare, il 16 sett. egli venne condannato alla fucilazione, che venne eseguita nello stesso giorno.
Bibl.: A. Sansone, Gli avvenimenti del 1837 in Sicilia, Palermo 1890, pp. 152 s., 169; V. Finocchiaro, Cronache, memorie e docum. inediti relativi alla rivolta di Catania..., Catania 1907, M 19, 22, 39, 43 s., 46, 56, 70-73, 144-148; M. Naselli, Lo "Stesicoro", giornale catanese 1835-1836, in Arch. stor. per la Sicilia Orientale, VII (1931), pp. 81-90; C. Naselli, Il moto rivoluzionario catanese del 1837e S. B. P.,in Bollett. stor. catanese,I-II (1936-1937), pp. 75-116 (in appendice sono riportati: Dal racconto storico inedito di S. B. P.,agosto 1842, di Anonimo; Dalle memorie autobiografiche inedite di S. Brancaleone Pittà,Catania 1880; C. Gemellaro, S. B. P.,biografia inedita, che cidà la più ricca bibliografia degli scritti del B.); G. Paladino, La rivolta catanese del 1837, in Nel Primo centenario della rivolta catanese del 1837, Catania 1937, pp. 10, 14, 18; C. Naselli, I condannati per la rivolta del 1837, ibid.,pp. 21-25; R. Romeo, Il Risorgimento in Sicilia,Bari 1950, pp.271 ss.; C.Musunarra, La cultura a Catania tra la fine del secolo XVIII e la prima metà del secolo XIX,in Arch. stor. per la Sicilia Orientale,s. 4, XI-XII (1958-1959), pp. 80, 82, 89 ss.