SALVADOR (XXX, p. 575; App. I, p. 988)
Condizioni demografiche (p. 576). - A una stima che risale al gennaio 1941 la popolazione risultò di 1.787.930 ab. (dens. 52,3); in base ad un'altra stima del 1946 era aumentata a 1.978.000 ab. circa (dens. 58,5). Comunque, nel periodo 1936-46 l'aumento annuo resta costante su una media di 2 ÷ 3‰. La popolazione era rappresentata nel 1941 per il 70% da Meticci, per un quinto da Amerindî, e per il resto (10%) da Creoli. Nella capitale San Salvador nel 1944 dimoravano 105.193 abitanti; le altre maggiori città avevano: Santa Ana 45.343, San Miguel 18.930, Sansonate 17.232, Ahuachapán 13.350 e il porto La Libertad 3500 abitanti.
Condizioni economiche (p. 576). - Praticamente inalterate, come valore, le produzioni più importanti. Va segnalata la ripresa della coltura cotonifera; nel periodo 1942-46 essa ha investito in media da 4 a 5000 ha., con una produzione annua da 16 a 18.000 q. In quanto all'allevamento, nel 1944 si avevano 779.400 bovini, con un aumento equivalente al 54‰ nel periodo 1932-44; 503.200 suini (aumento 98‰); 14.600 ovini (aumento 64‰); 28.000 caprini (aumento 110‰); 222.200 equini (aumentati quasi due volte).
Commercio (p. 578). Le esportazioni sono restate notevolmente prevalenti sopra le importazioni: in qualche anno (1942 e 1944) il loro valore fu due volte maggiore. Per il periodo 1940-45 le esportazioni hanno equivalso, come media annua, a 223,6 milioni di colones e le esportazioni a 134,1 milioni.
Finanze (p. 579). - Qui di seguito le cifre dei bilanci:
La posizione valutaria del paese si è assai rafforzata durante la seconda Guerra mondiale per le forti eccedenze delle esportazioni. Le riserve in oro e divise del Banco Central de Reserva sono passate da 16,2 milioni di colones alla fine del dicembre 1939 a un massimo di 92 milioni a fine aprile 1948, riducendosi a 74,3 milioni al 31 dicembre 1948. La buona situazione valutaria ha consentito al paese di conservare il regime di libertà dei cambî e di mantenere invariato il rapporto di cambio con il dollaro di 2,50 colones, in base al quale è stata comunicata al Fondo monetario internazionale la parità aurea del colon di 0,355468 grammi di fino. Alla fine del 1948 la circolazione ammontava a 59,6 milioni (dicembre 1939 = 17,3) e i depositi presso le tre banche commerciali operanti nel paese a 29,9 milioni, quasi tutti a vista. La moneta divisionale statunitense ha corso legale nel paese.
Storia. - L'assemblea costituente, convocata dal presidente M. Hernández Martínez, nel novembre 1938 disdisse le elezioni fissate per il gennaio successivo e prorogò i poteri del presidente sino al 1945. Ai danni prodotti dal basso prezzo del caffè si cercò di rimediare mediante scambî compensati con l'Italia e la Germania. La guerra colpì gravemente l'economia del paese, che dirigeva in Europa il 35% delle esportazioni; l'accordo interamericano per il caffè portò tuttavia da 433.879 a 600.000 sacchi (di 60 kg.) la quota esportabile negli Stati Uniti. Con questi, il Salvador iniziò una politica di stretta cooperazione e il presidente, cui la nuova costituzione affidava anche la nomina delle autorità comunali, represse le attività politiche di stranieri e ingiunse agli insegnanti di spiegare le dottrine democratiche. Le misure contro i sudditi dei paesi del Tripartito furono aggravate dopo le dichiarazioni di guerra al Giappone, all'Italia e alla Germania (8 e 12 dicembre 1941); fu anzi proclamato lo stato d'assedio, rinnovato ogni tre mesi.
Nel febbraio 1944 una nuova assemblea nazionale prorogò ancora il mandato all'Hernández, ma, dopo il moto rivoluzionario del 2 aprile e la sanguinosa repressione, le agitazioni ripresero nel maggio obbligando, l'8, l'Hernández a dimettersi. Il 21 ottobre successivo un nuovo colpo di stato militare rovesciò il presidente provvisorio A. J. Menéndez, ma il presidente della Corte suprema e secondo designato alla presidenza, M. Tomás Molina, rifugiato nel Nicaragua, vi costituì un governo in esilio.
Le elezioni del gennaio 1945 diedero la presidenza al candidato governativo S. Castañeda Castro, solo rimasto in lizza, ma, essendosi svolte regolarmente, il Salvador poté essere ammesso alla conferenza di Chapultepec. Concessa un'amnistia, venne elaborata la nuova costituzione, semplice revisione di quella del 1886. Come primo passo verso la ricostituzione della Federazione centro-americana, dopo un incontro tra i presidenti si conclusero accordi col Guatemala per un'unione doganale.