salva-Roma
(Salva-Roma), s. m. e agg. inv. Provvedi-mento legislativo finalizzato a risanare la situazione contabile del Comune di Roma; a esso relativo.
• [Matteo] Renzi ha intenzione di non risparmiare nulla a [Enrico] Letta. «Ciò che è accaduto con il salva-Roma», ha argomentato il neosegretario, «è sintomatico del fatto che il governo procede senza un disegno organico. Serve al più presto un piano di lavoro dettagliato con un timing preciso e stringente in modo da essere incisivi». (Alberto Gentili, Messaggero, 28 dicembre 2013, p. 1, Prima pagina) • Il «salva-Roma», continua [Graziano] Delrio, prevede il versamento delle somme dovute, ma «ci sono l’urgenza, la necessità e l’obbligo di avere piani di risanamento finanziari e di aumento delle entrate, come già il Parlamento aveva stabilito in un emendamento approvato a larghissima maggioranza». (Anna Rita Rapetta, Sicilia, 1° marzo 2014, p. 6, La Politica) • L’unica cosa che trapela, lungo la direttrice Nazareno-Palazzo Chigi, è l’irritazione. «[Carlo] Calenda sembra dimenticare, visto che nella sua lettera non ne ha neppure accennato, il tanto fatto per la capitale in questa legislatura», spiega un autorevole esponente dem: «Dal 2013 a oggi il governo ha stanziato risorse per le periferie, le piste ciclabili, l’acquisto di nuovi bus, senza dimenticare la famosa legge Salva-Roma per il riequilibrio finanziario del Comune, i 110 milioni riconosciuti ogni anno come extra-costi, più i 300 milioni che lo Stato verserà fino al 2048 per ripagare il debito pregresso». (Giovanna Vitale, Repubblica, 23 settembre 2017, Roma, p. IV).
- Composto dal v. tr. salvare e dal nome proprio Roma.