SALTARELLO
. Nome dato nel sec. XVI a una danza rapida in tempo 6/8 o 3/8 che seguiva generalmente la pavana o altra danza in tempo pari. Nel Tabulaturbuch di Bernhard Schmidt (Strasburgo 1577) vi sono danze con l'indicazione "passomezzo comun con il suo saltarello". Similmente nel Fitzwilliam Virginal Book si trova una "galiarda passamezzo" di Peter Philips (datata 1592), consistente in dieci movimenti di otto battute, l'ultimo dei quali è intitolato "saltarella". Così nel secondo libro di F. Caroso da Sermoneta, Nobiltà di dame (Venezia 1600), il balletto Laura Soave contiene un saltarello di 48 battute.
Nei tempi moderni il saltarello indica una danza della Campagna romana in genere e della Ciociaria in specie. Ha lo stesso ritmo dell'antica, ed è eseguita da coppie o da gruppi di più persone che si tengono allacciate con le braccia sulle spalle, i corpi leggermente curvi in avanti e le teste che quasi si sfiorano al centro del gruppo. Questa posizione fa sì che i corpi non saltino affatto sulle estremità le quali scivolano invece sul terreno quasi senza staccarvisi mai e dando l'impressione di un moto morbido e armonioso. La caratteristica del saltarello ciociaro è per l'appunto tale ondeggiamento. Il saltarello si balla usualmente all'aperto, sulle aie, specialmente in estate, alla sera, dopo la battitura del grano o la mondatura del granturco. È accompagnato dal suono della fisarmonica, e spesso il suonatore balla anche lui addossandosi ai gruppi per eccitare la danza. Il finale della Sinfonia italiana di Mendelssohn contiene due temi di saltarello.