saltafila
(salta-fila), s. m. e f. e agg. Chi o che permette di evitare una coda, una fila.
• Nel suo tour del museo, nel quale è accompagnato dal direttore Antonio Natali, dalle soprintendenti Cristina Acidini e Alessandra Marino, dal deputato Pd ed ex vicesindaco Dario Nardella e dalla direttrice regionale del Mibac Isabella Lapi Ballerini, [Massimo Bray] si sofferma nelle sale restaurate o riallestite nell’ambito del progetto «Nuovi Uffizi». Più tardi spiegherà: «Quello della vendita di biglietti “saltafila” a costo maggiorato è un tema che ho molto a cuore e che affronteremo insieme alle autorità locali, dovremo risolverlo in pochissimi giorni». (Gaia Rau, Repubblica, 8 settembre 2013, Firenze, p. VII) • Più turisti accalappi più guadagni insomma. Da qui, l’assedio. Ma regolare o tollerato? Del resto, i «saltafila» lavorano in mezzo a decine di divise disposte in gran numero per l’allarme attentati dopo le stragi di Parigi e saranno ancora lì per l’inizio dell’Anno Santo. (Valeria Costantini, Corriere della sera, 21 novembre 2015, Cronaca di Roma, p. 1) • [tit.] Il genio italico alla prova della Silicon Valley: la rivoluzionaria app saltafila viene dalla Balduina [testo] [...] Nel frattempo la app salta-fila ha vinto tutto il vincibile: (Michele Masneri, Foglio, 22 dicembre 2016, p. 2).
- Composto dal v. tr. saltare e dal s. f. fila.
- Già attestato nella Repubblica del 4 gennaio 2002, Bologna, p. III, nella variante grafica saltafile.
> saltacoda.