SALSE
. Manifestazioni che si sogliono ascrivere fra i fenomeni postvulcanici, ma che in realtà non sempre sono topograficamente o geneticamente connesse con i vulcani sì da ritenerli dipendenti dall'attività residua o secondaria del vulcanismo (v. anche mofeta).
Le più importanti salse sono quelle del Modenese (Sassuolo), del Reggiano (Querzuola) e di altre località allineate alla base dell'Appennino Emiliano. I materiali eruttati da queste salse sono freddi e costituiti da argille e da marne terziarie poco alterate mescolate con acqua salata e petrolifera, che vengono sospinte alla superficie dalla pressione del gas metano. Il fango salato emesso a intervalli, che possono variare da pochi anni a qualche secolo, forma dei conetti dell'altezza di qualche metro. La salsa di Sassuolo il 4 giugno 1835, fece una violenta eruzione proiettando pietre voluminose ed emettendo una corrente di densa fanghiglia il cui volume, dopo circa due mesi di attività, fu calcolato non inferiore a un milione e mezzo di metri cubi.
Fenomeni più grandiosi di quelli descritti presentano le salse che si manifestano alla base occidentale e nord-orientale della catena del Caucaso, dove nella penisola di Taman e di Kerč, tra il Mare d'Azov e il Mar Nero, e nella penisola di Apseron sul Caspio le eruzioni fangose, anticamente, costruirono coni che raggiungono da 150 a 400 m. d'altezza.
Molte isole del Caspio e del mare d'Azov si sono formate rapidamente per eruzioni sottomarine di fango e poi sono scomparse con uguale rapidità nel 1799, nel 1814 e nel 1861. Un'altra salsa comparve nella parte meridionale del Mar Caspio nell'estate del 1894, e, dopo aver dato un'abbondante eruzione di fango, fu distrutta dalle onde. Però nello stesso mare alcune isole di fango resistettero all'azione demolitrice delle onde. Tale, p. es., l'isola di Bulla che si eleva circa 50 m. s. m. e ha una superficie di circa 3 kmq. In quest'isola nel marzo 1857 avvenne una violenta eruzione preceduta da scosse di terremoto; sgorgò una corrente fangosa di 396 m. di larghezza e sul cratere s'innalzarono fiamme e una nube di vapore acqueo così da sembrare un'eruzione vulcanica, ma che è da ascrivere ai fenomeni pseudovulcanici per quanto fossero stati lanciati dei frammenti porosi e rigonfî in maniera da galleggiare sull'acqua, che però erano costituiti secondo l'Abich da fango in parte vetrificato alla superficie, nello stesso stato in cui si ridurrebbe il fango trattato al cannello.
Il fango di queste salse o vulcani di fango del Caspio contiene sempre nafta e bitumi, e, nelle vicinanze, vi sono molte sorgenti pe trolifere.
Presso Baku la zona petrolifera è molto superficiale e quando si scava un foro artesiano nuovo, si sprigionano prima dei gas con proiezione di sabbia, poi zampilla il petrolio sotto forte pressione, che giunge fino a 12 atmosfere.
In Sicilia, sul versante SSO. dell'Etna vi sono le salse o vulcani di fango di Paternò e di S. Biagio, dette più comunemente Salinelle, le quali differiscono da quelle precedentemente descritte soltanto per la presenza di anidride carbonica anziché di metano. L'attività eruttiva di queste salse si accentuò dopo l'eruzione etnea del 1865 e due mesi prima di quella del 1879. Evidentemente si tratta di coincidenza casuale perché queste eruzioni si svolsero sul versante dell'Etna opposto a quello ove sono le Salinelle, mentre durante le successive eruzioni del 1883,1886,1892 e del 1910, che si svolsero sullo stesso versante ove sono le salse, non fu notato il minimo aumento nella loro ordinaria attività.
Altre salse si trovano presso Agrigento, dette Macalube, parola che sembra derivata dall'arabo maqlūb "sconvolto, rovesciato". Esse presentarono molte volte violente eruzioni, che si sono aperte nelle argille marnose del Tortoniano. Il gas che nella eruzione del 29 settembre 1777 sospinse il fango argilloso della salsa di Xirbi fino all'altezza di circa 50 m. era costituito essenzialmente da idrogeno solforato. La proiezione del fango durò circa mezz'ora, indi cessò e riprese forza dopo alcuni minuti e con tali intermìttenze continuò per tutto quel giorno. Il fenomeno era accompagnato da cupo fragore e da lontano si udiva un muggito come di una forte tempesta. Il fango era caldo e da esso si sprigionava abbondante vapore acqueo.
Sull'origine delle salse si fanno ipotesi che ancora non sono sostenute da indagini scientifiche.