SALMONELLE e SALMONELLOSI
. Col termine salmonella (in onore del batteriologo inglese E. D. Salmon) si designa nella moderna nomenclatura batteriologica un genere di batterî appartenenti alla famiglia Enterobacteriaceae, cui appartengono, tra l'altro, gli agenti causali del tifo e dei paratifi.
Le salmonelle sono germi di forma bastoncellare delle dimensioni di 2-3μ per 0,6-0,7μ, generalmente mobili per la presenza di numerose ciglia, gram-negativi, aerobi, sprovvisti di spore; fermentano il glucosio, il mannitolo, e altri carboidrati con produzione di acidi e, tranne eccezioni, di gas; non fermentano, invece, il lattosio e il saccarosio.
Si distinguono in numerosi tipi sierologici differenziabili con l'uso di sieri di animali inoculati con diversi tipi di salmonelle. Questa proprietà è dovuta alla presenza, nel corpo batterico e nelle ciglia, di diversi antigeni che inducono nell'animale inoculato la produzione di anticorpi agglutinanti che hanno la proprietà di reagire specificamente con salmonelle dello stesso tipo di quella inoculata.
Gli antigeni del corpo batterico, o antigeni O, sono termostabili e sono formati da una proteina, da un fosfolipide e da un polisaccaride specifico. Ogni tipo di salmonella può possedere uno o più antigeni somatici mentre uno stesso antigene somatico può essere comune a più tipi di salmonelle. Gli antigeni delle ciglia, o antigeni H, sono termolabili e di natura proteica. Sono naturalmente assenti nelle salmonelle sprovviste di ciglia. Oltre gli antigeni O e H, alcune salmonelle possiedono un altro antigene termolabile, localizzato nella parte periferica del corpo batterico, detto antigene Vi; per quanto riguarda la Salmonella typhi, l'antigene Vi è legato alla virulenza.
Le salmonelle possono presentare notevoli variazioni del loro patrimonio antigene. Le più importanti variazioni sono: la variazione S-R in cui si passa dalla forma S o liscia alla forma R o ruvida con perdita dell'antigene O; la variazione H-O nella quale da un ceppo provvisto di ciglia deriva una variante senza ciglia; la variazione V-W dell'antigene Vi in cui si passa, attraverso forme intermedie, dalla forma V, provvista di antigene Vi alla forma W sprovvista di antigene Vi; variazioni di fase dell'antigene H. Le salmonelle possono inoltre presentare notevoli variazioni delle caratteristiche biochimiche, soprattutto nei riguardi della capacità di fermentare i carboidrati.
Le salmonelle si moltiplicano facilmente nei comuni terreni di coltura per cui è relativamente facile il loro isolamento sia dagli individui malati o portatori, sia dagli oggetti contaminati. Negli alimenti, nell'acqua, nelle feci, nel terreno, ecc. possono sopravvivere anche per più di un mese; sono però uccise dal calore anche a temperatura relativamente bassa (60 °C per pochi minuti). Le salmonelle sono sensibili in vitro e in vivo al cloramfenicolo e, in misura minore, alle tetracicline e alla streptomicina.
Tutte le salmonelle conosciute sono patogene per l'uomo, per gli animali o per entrambi. Le salmonelle patogene quasi esclusivamente per l'uomo sono: S. typhi, agente causale del tifo addominale o febbre tifoide, S. paratyphi A, S. paratyphi B, e S. paratyphi C. Fra le salmonelle patogene quasi esclusivamente per gli animali, la più importante è la S. pullorum che si isola frequentemente dai polli, ma anche da altri animali e talora dall'uomo. Fra le salmonelle ugualmente patogene per l'uomo e per gli animali ricordiamo: S. typhimurium, S. cholerae suis, diffuse praticamente in tutto il mondo, e S. enteritidis, particolarmente frequente in Europa.
Si dà il nome di salmonellosi alle sindromi morbose causate da salmonelle. Il tifo addominale o febbre tifoide, causato da S. typhi, fa parte di questo gruppo, ma a causa della sua particolare importanza viene generalmente considerato a parte (tifo: v. XXXIII, p. 833; App. II, 11, p. 996).
Le sorgenti di infezione sono l'uomo, malato o portatore, e gli animali, malati o portatori. La condizione più pericolosa, ai fini epidemiologici, è quella di portatore, sia uomo che animale, data la maggiore facilità di diffusione. Il contaggio può avvenire: a) per contatto diretto con i varî portatori, sia sani sia malati; b) per il consumo di bevande o cibi contaminati (carne, uova e derivati, latte e derivati, acqua, verdure, ecc.); c) per mezzo di oggetti, mosche, o altri insetti. Gli alimenti si considerano "primitivamente contaminati" se provengono da animali malati o portatori; "secondariamente contaminati", se i microrganismi sono pervenuti negli alimenti nel corso della loro manipolazione, come può accadere quando questa sia eseguita da portatori sani. Come per il tifo, anche per le altre salmonellosi la porta d'ingresso dell'infezione è normalmente la via orale; ma non è ancora dimostrato se le salmonelle penetrino in circolo attraverso l'anello linfatico orofaringeo per raggiungere poi, per via ematica, l'intestino, o se, superato lo stomaco, entrino in circolo attraverso la mucosa intestinale. Sembra che ambedue le evenienze siano possibili. Per qualunque via vi pervengano, le salmonelle hanno un particolare tropismo per la mucosa intestinale dove producono lesioni assai varie, talora gravissime. Pur rivestendo generalmente carattere di minore gravità nei confronti del tifo, le altre salmonellosi possono presentare quadri clinici simili a quelli del tifo - forma tifoidea - oppure, e più frequentemente, essere caratterizzate da manifestazioni gastroenteritiche. In questi casi si ha diarrea, con o senza febbre, dolori addominali, nausea e vomito. Talvolta si ha un quadro coleriforme con scariche acquose, disidratazione, talaltra un quadro dissenteriforme, con scariche sanguinolente e tenesmo. Negli adulti le forme gastroenteriche hanno generalmente una prognosi buona e sono imputabili all'ingestione di alimenti contaminati (tossinfezione alimentare). Nei bambini, specie al di sotto di un anno, la facilità di complicazioni meningee o broncopolmonari e la frequente compromissione delle condizioni generali rendono la prognosi più severa.
Nelle forme tifoidee la febbre è un sintomo costante: è elevata fin dall'inizio (39°-40 °C), si protrae con andamento piuttosto continuo per una o due settimane, è accompagnata da stipsi e da dolori addominali. Le condizioni generali sono poco compromesse e la prognosi è generalmente buona. Nei bambini, però, la forma tifoidea può assumere un andamento più grave con diarrea, disidratazione e tendenza a complicazioni meningee, broncopolmonari, ecc.
Oltre queste due forme più frequenti, esistono forme settiche ad andamento setticemico e a prognosi infausta e forme localizzate nelle quali non è possibile accertare una precedente localizzazione intestinale e sono rappresentate soprattutto da colecistiti, appendiciti, peritoniti, pieliti, osteomieliti, polmoniti, endocarditi e focolai ascessuali nei diversi organi.
La diagnosi di salmonellosi si basa fondamentalmente su criterî anamnestici ed epidemiologici e sui dati di laboratorio. La diagnosi di certezza si può fare solo in base agli esami di laboratorio e in particolare con l'isolamento, in adatti terreni di coltura, della salmonella responsabile. Tale ricerca ha una maggiore positività nel sangue (emocoltura) nelle forme tifoidee e settiche, nelle feci (coprocoltura) nelle forme gastroenteriche.
La ricerca degli anticorpi specifici nel siero del paziente (sierodiagnosi) è utile nelle forme tifoidee dovute a S. paratyphi, analogamente a quanto avviene nel tifo, mentre non è utilizzabile nelle infezioni dovute ad altre salmonelle.
La terapia causale è essenzialmente costituita dal cloramfenicolo. La sua introduzione in terapia ha radicalmente modificato la prognosi delle salmonellosi, ivi compreso il tifo, del quale ha ridotto notevolmente la durata della malattia e la frequenza delle complicazioni.
La terapia sintomatica delle salmonellosi è fondamentalmente una terapia dietetica: dieta idrica o prevalentemente liquida, eventualmente accompagnata da fleboclisi o ipodermoclisi, nelle forme gastroenteriche, e dieta ricca specie di proteine nelle forme tifoide.
La profilassi delle salmonellosi si basa: 1° sul controllo delle sorgenti di infezione, umane ed animali, escludendo soprattutto i portatori dai luoghi di lavoro nei quali avviene la manipolazione delle sostanze alimentari, ed esercitando una assidua sorveglianza sugli animali da macello; 2° sul controllo delle acque, del latte e possibilmente di tutti gli alimenti in genere.
Bibl.: A. J. Weil e I. Saphra, Sallmonellae and Shigellae, Springfield, Illinois, 1953; W. W. C. Topley e G. S. Wilson, Principles of bacteriology and immunity, Londra 1957; G. Kalz, in Bergey's Manual of determinative bacteriology, Baltimora 1957.