SALISBURGO (A. T., 56-57)
Città dell'Austria, capitale dell'omonimo paese confederato della repubblica austriaca (v. sotto). È situata a circa 412 m. s. m. sulle due rive del Salzach al suo sbocco dalla regione prealpina in quella morenica subalpina, al centro della vasta conca, residuo del bacino terminale del grande lago postglaciale e occupata oggi da pascoli talora inondati. Questa conca, nella quale al Salzach si unisce il suo affluente Saalach, era in passato tutta paludosa; ma da essa emergono due rilievi di molassa del Flysch (Kapuziner Berg, m. 650 a E., e Mönchs Berg, m. 502 a O.) fra i quali il fiume si apre la strada, e alle radici di essi (e in parte su di essi) sorge la città a dominio della migliore via di comunicazione tra il monte e il piano.
Sul colle del Rain Berg a O. della città si trovarono resti di un centro preistorico neolitico; e la romana Iuvavum sorgeva sulla sinistra del Salzach sul Mönchs Berg (Hohensalzburg) e sulle sue rovine furono costruiti poi, dal vescovo S. Ruperto, dei conventi, che formarono il nucleo della città medievale.
La città dapprima rimase limitata alla riva sinistra del Salzach ai piedi del Mönchs Berg, con un ponte che l'univa col sobborgo della riva destra, fino al Linzer Tor. Dal secolo XVI, la città si sviluppò, oltre le antiche mura, sulla sinistra del fiume (Gries) e sulla destra, sul lato settentrionale del Kapuziner Berg. Staccata nel 1816 dalla Baviera, e divenuta città di confine e centro locale, come tale essa si andò sviluppando, circuendo i colli sui quali era aggruppata la vecchia città. Ma dopo il 1849, creata capitale della provincia autonoma e soprattutto quando, verso il 1880, divenne nodo ferroviario per le comunicazioni fra la Baviera e il Tirolo verso l'Alta Austria e la Stiria, la città si andò sviluppando a N. e NO. del Mönchs Berg, essendo divenuta anche centro industriale e come tale acquistò maggior valore con l'apertura della linea dei Tauri (1908), che per Salisburgo univa la Boemia a Trieste. Essa contava 40.364 ab. nel 1934 e oltre 60.000 con i sobborghi; è centro turistico assai frequentato (nel 1925, 21.300 forestieri) per gli splendidi dintorni, i magnifici viali lungo il Salzach, uniti da cinque ponti, e per i monumenti della città.
Monumenti. - L'aspetto architettonico di Salisburgo è stato determinato dal suo sviluppo storico, per il quale essa, sede di dignitarî ecclesiastici, ha un carattere di residenza principesca e, insieme, di città provinciale, e dalla predilezione per l'arte italiana. Il Riegl, che su tutti ha messo in evidenza quest'ultimo carattere della città, ha anche rilevato che i periodi di maggiore fioritura artistica di Salisburgo sono quelli in cui l'arte italiana predominava in Europa: arte romanica, Rinascimento, Barocco.
Gli edifici romanici di Salisburgo, che furono molto importanti, sono nella maggior parte distrutti. Il duomo, ricostruito nel sec. XI sul luogo d'una chiesa preesistente del 774 e affine alle coeve imponenti cattedrali renane, bruciò nel 1598. La struttura della collegiata di S. Pietro, eretta dal 1130 al 1143 in stile romanico sassone, è nascosta da un rimaneggiamento del secolo XVIII. La chiesa del convento di Nonnberg, rifatta in stile gotico seriore, conserva del periodo romanico soltanto un ciclo di affreschi del principio del sec. XIII. Al periodo gotico appartengono, oltre alla collegiata di Nonnberg, costruita dopo il 1423, e la cappella di S. Margherita nel cimitero di S. Pietro, di data tarda (1485-91), ma di stile molto puro, la chiesa dei francescani (in origine parrocchiale), nella quale alla navata centrale romanica (1220) è stato aggiunto da Hans Stethaimer nel 1408-1450 il coro in stile gotico seriore derivato dalla maestranza di Landshut, con sorprendenti effetti baroccheggianti d'illuminazione. Di struttura gotica è pure la fortezza di Hohensalzburg che domina la città, sebbene risalga fino al 1077 e sia stata spesso ampliata nel periodo del Rinascimento e barocco; le sue parti più importanti furono costruite e decorate circa il 1800 dall'arcivescovo Leonardo di Keutschach.
Predomina nel periodo del Rinascimento la personalità dell'arcivescovo Wolf Dietrich (1587-1612), che modificò profondamente l'aspetto della città favorendo la penetrazione dell'arte italiana. Da Vincenzo Scamozzi egli fece fare il progetto del duomo, eseguito da A. Solari (v. italia, XIX, tav. CCVI) uno dei primi esempî d'architettura barocca italiana d'oltralpe. Al medesimo arcivescovo sono pure dovute le costruzioni della "residenza", del castello Mirabell, del cimitero di S. Sebastiano con la cappella di S. Gabriele, eretta in forme assai pure da Elia Castello. I successori di Wolf Dietrich, Marcus Sitticus di Altemps e Paris Lodron, continuarono a favorire questo stile barocco italiano (fontana di corte, chiesa dei teatini), che fu appena circa il 1700 sostituito dallo stile barocco austriaco. J. B. Fischer von Erlach costrusse il castello Klesheim e quattro chiese (tra cui la notevole chiesa dei collegi), J. L. von Hildebrandt rimaneggiò il castello Mirabell. Vanno inoltre ricordati la colonna dell'Immacolata Concezione e la decorazione della galleria attraverso il Mönchsberg, entrambe opere dei fratelli Hagenauer (fine del sec. XVIII). A Salisburgo ebbe i natali il pittore Hans Makart, vissuto nel secolo XIX, erede del gusto decorativo imbevuto di elementi stilistici italo-tedeschi di questa città, la quale nondimeno trovò la sua espressione artistica più pura non nelle arti figurative, bensì nella musica del Mozart.
Vita teatrale. - Salisburgo ha avuto tre momenti variamente notevoli nella storia del teatro tedesco. Uno coincide con il periodo stesso di formazione di un teatro autonomo in Germania: non soltanto Salisburgo, dopo la fondazione della Benediktiner-Akademie - ampliata poco dopo a università, nel 1622 -, fu, col suo Theatrum maius e col suo Theatrum minus, una delle principali sedi per la fioritura del teatro studentesco, fino alla soppressione dell'università stessa nel 1810; ma per la sua posizione geografica sulla via da Monaco a Vienna, e per i diretti rapporti artistici e culturali che anche in altri campi mantenne sempre con l'Italia, fu uno dei principali centri in cui l'arte scenica e scenografica italiana diede al teatro tedesco fecondi stimoli e avviamenti. Mentre al teatro studentesco veniva coltivata l'opera e venivano rappresentati Zeno, Metastasio e altri minori - particolarmente fra il 1710 e il 1760 le rappresentazioni italiane furono frequenti -, presso il popolo trionfava la commedia dell'arte italiana; e da Salisburgo, sotto la suggestione delle maschere italiane, J. A. Stranitzky trasse la figura "salisburghese" del suo Hanswurst prima di portarla in giro per il mondo, un po' dappertutto, ma soprattutto a Vienna, dove essa non poco contribuì a dar fisionomia e rapida fortuna al Volksstück locale.
Patria di Mozart, che vi compose - oltre a varie altre opere giovanili - l'Idomeneo (1781), Salisburgo assurse di nuovo soltanto nel nome di Mozart a grande importanza, quando vi vennero fondati, al principio del secolo XX, sull'esempio di Bayreuth, i Mozartfestspiele, che sono fra le maggiori espressioni del culto di Mozart nei paesi germanici.
L'ultima rinascita teatrale della città è, infine, legata ai nomi di Hofmannsthal e di Reinhardt. L'idea di risuscitare la rappresentazione sacra medievale, già attuata dal Hofmannsthal con Jedermann, si integrò con il rinnovamento della tragedia d'ispirazione religiosa, sull'esempio di Calderón e del dramma gesuitico tedesco (cfr. Hofmannsthal, Das salzburger grosse Welttheater, Lipsia 1923); e Salisburgo divenne, sotto la regia del Reinhardt, la sede delle rappresentazioni. Il cui carattere religioso può essere messo in dubbio, anche se Jedermann viene eseguito sulla piazza davanti al duomo e il Grosses Welttheater nell'interno stesso della Kollegienkirche; ma il cui risultato fu tale che il programma iniziale si ampliò, facendo della "stagione teatrale estiva" della città una delle grandi attrazioni di risonanza internazionale.
Vita musicale. - Di una propria vita musicale Salisburgo dà i primi segni nel Medioevo, alla corte dei principi vescovi. I canti (Mondsee-Liederbuch) in parte composti in parte raccolti nel 1390 dal monaco Ermanno di Salisburgo e dal parroco Reicher di Rastatt, che ne sono la più antica testimonianza, documentano una corte d'amore (Minnehof) presso l'arcivescovo Pellegrino II. Dopo la morte di Massimiliano I la città conobbe una nuova fioritura musicale per opera del nuovo principe vescovo, Mattia Lang, già cancelliere del morto imperatore, che condusse seco a Salisburgo due dei principali maestri della cappella aulica, e precisamente Heinrich Fink, in qualità di compositore del capitolo del duomo e Paul Hofhaimer in qualità di proprio organista. Questo Hofhaimer, il più grande insegnante di organo del suo tempo e, come il Fink, importante compositore di canti polifonici, morì a Salisburgo nel 1537. Vi ebbe per suoi seguaci Gregor Peschin e Kaspar Glanner. L'arcivescovo Wolf Dietrich fondò nel 1591 la celebre cappella aulica, di cui fu primo maestro il cremonese Tiburzio Massaino. Sotto l'influsso del Concilio tridentino furono introdotte forme liturgiche più severe e furono eseguite molte composizioni di Orlando di Lasso. Fra i maestri che furono a servizio della corte di Salisburgo, si notano Johann Stadlmayr, che scrisse nello stile del Palestrina, e un Peter Gutfreund che si faceva chiamare Bonamici, del quale fu successore Stefano Bernardi da Verona. Quando l'arcivescovo Paris Lodron consacrò nel 1628 l'attuale duomo si eseguì la grande messa di Orazio Benevoli da Roma (oggi riedita, insieme con altre musiche importanti per la storia antica della città, nei Denkmäler der Tonkunst in Österreich), mentre il Bernardi eseguiva delle opere nel parco di Hellbrunn. Il Bernardi (che, come il Monteverdi, finì sacerdote), ha spiegato grande magnificenza e nobiltà nella composizione sacra a otto voci. Anche nell'epoca barocca il duomo di Salisburgo contò numerosi musicisti di prim'ordine: Abraham Megerle (zio del noto faceto predicatore popolare Abraham detto di Santa Clara), il capace vicemaestro di cappella Andreas Hofer, l'attraente Georg Muffat, ammiratore di A. Corelli e di G. B. Lulli, che si dedicò alle forme del concerto grosso, della suite per orchestra e alla composizione per organo. Va poi particolarmente menzionato (1684-1704) il virtuoso violinista F. J. H. von Biber, che con il figlio coltivava tanto il tipo classico quanto il moderno nella composizione di messe. Fu a Salisburgo anche Antonio Caldara prima di passare alla corte di Vienna. J. Ernst Eberlin, che diresse la cappella salisburghese dal 1750 al 1762, ne fece una delle prime d'Europa; scrisse oratorî improntati di grande drammaticità; maestro concertatore vi fu Leopoldo Mozart. Questi collaborò a lungo con Cajetan Adlgasser, allievo dell'Eberlin, organista del duomo (ebbero poi per maestro di cappella Michael Haydn). L'anno 1756 vide nascere, oltre all'ottima scuola di violino fondata dal maestro Leopold (il migliore competitore tedesco di G. Tartini), la più brillante stella della vecchia città, W. A. Mozart. Sullo scorcio del secolo si trovava in Salisburgo anche il piccolo C. M. v. Weber, che scrisse per il principe vescovo una messa cantata, stupefacente per maturità di stile. Dopo che il principe vescovo Gerolamo Colloredo congedò (1782) bruscamente il giovane grande maestro Mozart, si oscurò la fama di quella cappella musicale. Anche l'evoluzione verificatasi nella musica sacra durante il periodo dell'illuminismo non fu favorevole alla musica salisburghese. Prescindendo da S. Neukomm, Salisburgo non contò, per un lungo periodo, nessun maestro degno di ricordo; brevi visite dello Schubert e di J. N. Hummel non hanno grande valore. Solo alla fine del sec. XIX vi tornò in onore la musica sacra con la fondazione della Società diocesana di S. Cecilia, a capo della quale fu posto nel 1884 il cardinale Katschthaler, compositore egli stesso di canti sacri; nel 1908 questi fondò una scuola d'organo, dalla quale si formò la sezione di musica sacra del "Mozarteum" (fondato nel 1880, ricostruito nel 1914 e dichiarato statale nel 1922). In questa scuola musicale, sotto l'egida di Mozart fiori la vita musicale della regione salisburghese. Dopo numerosi celebri direttori di passaggio (fra cui il Graener), Bernhard Paumgartner fu messo a capo dell'istituto. A lui stanno a fianco J. Messner, Fr. Sauer, Frischenschlager, R. Tenschert. Dopo la costruzione del Festspielhaus Salisburgo è particolarmente frequentata nella stagione estiva; Mozart e Richard Strauss ne sono i nomi dominanti.
Istituti di cultura. - Oltre a una Studienbibliothek con circa 150.000 volumi, Salisburgo possiede una pregevolissima biblioteca del convento dei benedettini (Benediktiner Erzabtei; 100.000 volumi e numerosi manoscritti e incunabuli) e una ricca biblioteca regionale che è annessa allo Städtisches Museum Carolino-Augusteum fondato nel 1833. Diversi archivî, società di carattere scientifico e l'importante Landwirtschaftliche Untersuchungs- und Versuchssielle completano la serie degl'istituti culturali di questa città che, pur non avendo più una propria università, è accanto a Innsbruck e a Graz il più importante centro di studî nelle provincie austriache.
Storia. - La romana Iuvavum o Iuvavia, della provincia del Norico (v.), elevata da Claudio a municipio, fu abitata almeno nei suoi dintorni anche durante il periodo delle invasioni germaniche, ma si può dire venisse fondata una seconda volta dalle missioni cristiane, quando fu istituito da S. Ruperto, vescovo di Worms (650?-715) il monastero di S. Pietro. Nel 739 vi veniva istituito da S. Bonifacio un vescovato, elevato nel 798, sotto il vescovo Arno, ad arcivescovato, che, ampliato da donazioni e acquisti, comprendeva circa l'attuale regione salisburghese, ma aveva possedimenti e diritti anche al di fuori di essa, specie nel territorio dell'attuale Austria; sicché Salisburgo, divenuta uno dei principali principati ecclesiastici, acquistò grande importanza nella storia della colonizzazione tedesca dell'Austria e sostenne una parte politica di prim'ordine nella lotta per le investiture, nella sua qualità di avversaria dell'imperatore Enrico IV. Anche dopo aver perduto la sua importanza politica, costituì sempre un cospicuo principato, ricco specie per le miniere di sale (Hallein) e di oro (Rauris e Gastein). L'epoca che corre tra il regno degli arcivescovi Leonardo di Keutschach e Mattia Lang (1495-1540) e quello degli arcivescovi Wolf Dietrich di Reitenau (1587-1611) e Paride Lodron (1619-1653) si distingue per le continue lotte sostenute dalle classi rurali e dalla borghesia cittadina contro i signori del paese; nel corso di quelle lotte, l'arcivescovo Wolf Dietrich fu tenuto sei anni prigioniero nella Hohensalzburg. Sotto gli arcivescovi Wolf Dietrich e Lodron, la città, sempre fortemente influenzata dall'arte e dalla civiltà italiana, ricevette il suo impareggiabile assetto architettonico. I secoli successivi modificarono ben poco l'arcivescovato retto da principi ecclesiastici generalmente usciti dall'alta nobiltà austriaca, le lotte religiose della Controriforma ebbero una tragica fine sotto l'arcivescovo conte Leopoldo Firmian con la grande cacciata dei protestanti del 1731-32. Gli esuli, circa 20.000, si stabilirono per la maggior parte nella Prussia Orientale. Durante le guerre napoleoniche, l'arcivescovato trasformato nel 1802 in elettorato laico fu dato al granduca Ferdinando III, fratello dell'imperatore Francesco per compensarlo della perdita della Toscana e passò nel 1805 all'Austria, nel 1809 alla Baviera e nel 1816, salvo alcuni territorî rimasti alla Baviera, fu restituito all'Austria, costituendo una circoscrizione della provincia Alta Austria, nel 1849 una provincia (Kronland) autonoma, provvista dal 1861 d'un proprio parlamento.
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La provincia di Salisburgo.
Paese confederato (Bundesland) o provincia della repubblica austriaca con una superficie di 7153 kmq. Situato sul versante esterno della catena centrale alpina, fra i Tauri e la zona subalpina dell'altipiano bavarese, è compreso tra la Baviera e il Tirolo a O., l'Alta Austria a N., la Stiria e la Carinzia a E. e a S., e si stende dalle alte valli longitudinali del Salzach e del Saalach (Pinzgau) salvo l'incluso di Reichenhall bavarese, alle sorgenti dell'Enns e al gruppo del Tennen Gebirge (Pongau), all'alta valle della Mur (Lungau) oltre il Radstädter Tauern, e alla conca di Salisburgo (Flachgau).
Provincia eminentemente alpina, occupa l'elevato crinale cristallino degli Alti Tauri, col Gross Venediger (m. 3660) e il Gross Glockner (m. 3798), e la catena scistosa delle Alpi Salisburghesi (Hochkönig, m. 2938), che fiancheggiano a N. la larga valle longitudinale del Salzach, nonché tutta la fascia esterna delle Alpi calcaree, con gli alti massicci tabulari dolomitici, attorno ai 2300 m., delle Berchtesgadner Alpen (Reiter Alpe, m. 2288) e del Tennen Gebirge (Raucheck, m. 2428) con pareti precipiti sui boscosi pendii, a netta idrografia carsica e ghiacciaietti locali di altipiano; massicci separati fra loro dalla stretta gola trasversale del Salzach, che sbocca poi nel bacino di Salisburgo, circondato dai colli di molassa del Flysch (Hauns Berg, m. 833) e dai depositi morenici quaternarî dell'alta pianura bavarese.
Fenomeni di confluenza e diffluenza glaciale quaternaria hanno modellato l'antica rete idrografica, così che l'alto corso longitudinale del Salzach comunica a O., per il depresso passo di Gerlos (m. 1486), con lo Ziller Tal in Tirolo e a O., per la sella di Radstadt (m. 856) con la valle dell'Enns superiore; mentre sul lato settentrionale la depressione di Zell am See (m. 758) fa comunicare il Pinzgau con l'alta valle del Saalach. È invece di origine tettonica, per quanto plasmata dai ghiacciai quaternarî, la profonda gola trasversale disabitata del Salzach, che attraverso la fascia calcarea, da Bischofshofen a Golberg, pone in comunicazione il corridoio longitudinale alpino con la conca di Salisburgo.
Questa, larga 12 km., con fondo pianeggiante all'altezza di 430 m. s. m., coperto da paludi e da torbiere, si apre nella zona subalpina, alla confluenza del Saalach nel Salzach, circondata a S. dalle ripide pareti dei massicci calcarei e chiusa a N. da boscosi rilievi collinari e da dossi morenici con laghetti intermedî (Waller See, profondità m. 23).
Poste sul versante settentrionale delle Alpi, le zone più depresse della regione hanno temperature relativamente fresche d'estate, ma molto rigide in inverno (Salisburgo, m. 430, media gennaio −2°,4, luglio 17°,8), la durata del periodo di gelo estendendosi per 80 giorni all'anno, da dicembre a fine febbraio, specie sui fondovalle ombrosi (Zell am See, m. 754, media gennaio −6°,3, con minimi di −24°,6), che presentano fenomeni d'inversione della temperatura, come nel Pinzgau.
La presenza degli alti massicci montuosi, sovraincombenti alla pianura bavarese ed esposti ai venti umidi di O., spiega la grande ricchezza delle precipitazioni nella fascia prealpina, dove si raggiungono i 1350 mm. annui a Salisburgo e nella valle trasversale del Salzach e che salgono sopra i 1600 mm. nelle Berchtesgadner Alpen, fino a raggiungere i 2000 mm. sugli altipiani dello Steinernes Meer e del Tennen Gebirge. L'interna catena dei Tauri (mm. 1600) e soprattutto il fondo riparato delle valli longitudinali e delle conche interne (circa mm. 1200), hanno invece precipitazioni inferiori, con piogge prevalenti estive e primaverili e con inverni assai asciutti (meno del 15% delle precipitazioni annue).
Le precipitazioni nevose sono assai numerose, con 50 giorni circa di neve nella zona prealpina e 40 nelle valli interne, con copertura nevosa che, nei fondovalle, rimane sul suolo da metà novembre ai primi di aprile. Il limite delle nevi perpetue si aggira attorno ai 2500 m. nella fascia delle Alpi calcaree esterne, e attorno ai 2700 m. sugli Alti Tauri.
Col regime delle precipitazioni è legato quello dei corsi d'acqua, che, come il Salzach (modulo medio annuo mc/s 225), hanno il massimo in estate; salvo quelli da sorgenti carsiche come il Saalach, che hanno ricchezza e costanza di acque.
La grande umidità favorisce la vegetazione arborea e la ricchezza dei boschi di abeti, che nella zona calcarea coprono il 40% dell'area, mentre il 43% è terreno improduttivo; laddove sugli Alti Tauri i boschi si stendono al 36% della superficie, con improduttivo del 5% soltanto. I boschi sono per il 55% di proprietà statale, il 3,5% comunali e il resto di privati. Estesi pure sono i pascoli (48% sulle pendici scistose dei Tauri, ma solo 13% sulle Alpi calcaree). Limitate invece sono le zone poste a coltura: 4% e 2,5% rispettivamente nella zona prealpina e in quella alpina, con economia prevalentemente forestale la prima, e pastorale la seconda. Infatti quest'ultima numera da 78 a 96 capi bovini ogni 1000 abitanti, mentre nella zona esterna se ne hanno solo 37 per 1000 abitanti.
Tra le colture prevalenti (di cui il Pinzgau e il Pongau accentrano il 62% del totale) e salvo quelle promiscue (29%), si ha solo il 4,7% di area coltivata a frumento e il 6% a segala. L'agricoltura è quindi povera, onde la forte importazione di prodotti alimentari.
Il paese è invece abbastanza ricco d'industrie e di miniere. Fra queste massima quella di rame negli scisti paleozoici presso Ausserfelder (valle del Salzach), che nel 1913 aveva dato 13.600 q. di rame raffinato e nel 1923, 46.400, ma che è oggi in decadenza.
Anche le saline di Hallein (Durnberg), nei calcari triassici, già sfruttate dal sec. XIII, davano, nel 1923, una produzione di 72.000 quintali di sale, inferiore però alla produzione delle saline di Reichenhall nella stessa formazione, ma appartenente alla Baviera.
Le industrie sono invece d'indole locale: segherie, fabbriche di carta e cellulosa a Hallein, dove si ha pure una manifattura di tabacco; mentre industrie del ferro si hanno a Werfen nel Pongau e a Salisburgo città, dove vi sono pure manifatture tessili. Numerose sono le forze idroelettriche, delle quali sono sfruttati già 160.000 HP, sui 350.000 teorici della regione, con le maggiori centrali della città di Salisburgo (9100 HP) e del Pongau (9000 HP), mentre molti altri impianti sono in costruzione per l'elettrificazione delle ferrovie.
Anche l'industria del forestiero è in sviluppo, specie a Salisburgo città, dove nel 1925, si ebbero 21.300 forestieri, a Zell am See con 2100, a Bad Gastein con 2600 ospiti.
La popolazione rurale, di tipo e di dialetto baiuvaro, abita in grandi case isolate dalle forme dell'alta Baviera, con grande aia aperta al piano superiore, mentre nella conca di Salisburgo l'aia è al pianterreno.
La provincia di Salisburgo - divisa amministrativamente in un distretto cittadino, 5 rurali, 44 giudiziarî, 14 decanati ecclesiastici - contava, nel 1923, 223.023 ab. con una densità di 31 ab. per kmq. e con un incremento della sua popolazione, dal 1910 al 1923, del 3,9%, mentre prima della guerra mondiale (1900-10) tale incremento era stato dell'11,4%.
Nel 1934 la popolazione del Salisburgo raggiunse i 246.809 abitanti, pari a 34 per kmq. Il Salisburgo è perciò il paese meno densamente popolato dell'Austria, dopo il Tirolo. Quasi tutta la popolazione abita le conche e i fondovalle, ché le alte valli delle zone calcaree hanno appena 9 ab. e gli Alti Tauri solo 6 ab. per kmq.
Per questa ragione i centri maggiori sono sull'orlo esterno della provincia fra la zona alpina e quella subalpina. Oltre alla città capoluogo (ab. 40.364), all'incrocio di una rete di comunicazioni molto intense locali e di grande importanza storica, i centri maggiori sono Bischofshofen (5320 ab.) nella valle del Salzach già centro importante; a NE. del Tennen Gebirge, a contatto fra la zona prealpina e quella morenica, v'è Abtenau (ab. 3500) su di un'antica via di passaggio verso il Salzkammergut; alla stretta di Pass Lueg, dove la gola del Salzach si apre nella zona prealpina, si ha Golling e più a valle Hallein (ab. 8033) - già nota col nome di "Saline" fin dal sec. XIII - dalle vie strette e parallele, dalle alte case tipiche della città montana. Nella conca di Salisburgo, tra i verdi prati e le colture si stendono i centri rurali di Strasswalchen, Seekirchen, Neumarkt, Lamprechtshausen e Oberndorf sul Salzach, di fronte alla bavarese Laufen. Al piede dei Tauri, si trova Bad Gastein (v.), una delle stazioni alpine più note dell'Austria.
I confini attuali, assai irregolari, di questa provincia austriaca rispondono in parte a quelli di questo potente principato ecclesiastico della Germania meridionale, secolarizzato nel 1802, passato all'Austria come ducato nel 1816 e costituito nel 1849 in provincia autonoma. Esso era sorto alla fine del sec. VIII a dominare le vie di comunicazione longitudinali fra il Tirolo e l'Alta Austria e quelle trasversali dalla Stiria e dalla Carinzia verso l'altipiano bavarese, attraverso gli alti passi dei Tauri. Si spiega così come il suo territorio si stenda, anche oggi, alle sorgenti dell'Enns e sull'alta Mur (Lungau), oltre il passo di Radstädter Tauern verso la Stiria, e ai passi di Gerlos e di Pass Griessen verso il Tirolo, mentre l'inclusione bavarese di Reichenhall, che interrompe a oriente della città di Salisburgo l'unità valliva del Salzach, si deve all'importanza storica per la Baviera del possesso delle Saline di Berchtesgaden, che si aprono nello stesso livello geologico di quelle salisburghesi di Hallein, della vicina valle del Salzach.
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