TORELLI, Salinguerra
Fu il più celebre personaggio della nobile famiglia di Ferrara e nel sec. XIII tenacemente lottò contro l'affermarsi della signoria degli Estensi. La loro rivalità scoppiò sanguinosa nel 1206, ma la tradizione la fa risalire all'estinzione, verso il 1185, della grande famiglia degli Adelardi la cui erede Marchesella, destinata a Salinguerra, sarebbe invece stata data a Azzo d'Este che divenne così il capo della parte degli Adelardi. Salinguerra (che sarebbe stato ottuagenario nel 1240) dové nascere poco dopo il 1160 da Torello; nel 1188 è ricordato il suo tentativo di riprendere ai Veronesi il castello di Fratta, nel 1191 è a Bologna e nel 1195 a Cremona a fianco dell'imperatore Enrico VI, e nel resto della sua vita frequentemente podestà in molte città (Ferrara 1195-1199, 1203, 1207, 1227; Verona 1199-1201, 1230-31; Modena 1205; Mantova 1221; Pistoia 1228), il che gli permise di stringere relazioni importanti con le grandi famiglie e le parti di esse. Non è esatto fare di Salinguerra un ghibellino tradizionale e meno ancora un partigiano degli Svevi. Egli fu anzi un partigiano di Ottone IV ed ebbe feudi dai Papi; decisiva fu per lui la rivalità con gli Estensi e i legami che strinse perciò con i Monticoli di Verona e i Da Romano tanto da sposare la figlia di Ezzelino II, Sofia, già vedova di Enrico da Egna. La rivalità con Azzo VI divenne aperta guerra nel 1206 per il castello di Fratta; espulsioni e ritorni si successero finché nel 1209 la discesa di Ottone IV temporaneamente sospese la disscordia, che riprese nel 1212 quando Azzo VI tenne per Federico II, mentre per Ottone parteggiò Salinguerra il quale occupò il castello di Ponteduce, al confine tra Modena e Ferrara, e lo abbandonò solo dopo un accordo con Aldobrandino d'Este (1213), successo al padre Azzo, per un governo in comune a Ferrara. Nel 1215 il papa Innocenzo III per guadagnarselo gli concedeva molti feudi matildici (Carpi, Medicina, Argelata, ecc.) che lo involsero in liti con Modena e Bologna. La mone di Aldobrandino (1215) e la giovane età di Azzo VII permisero a Salinguerra di avere in Ferrara sino al 1240 una posizione prevalente o tale da controbilanciare gli Estensi. Nel 1226 Ferrara, certo per opera di lui, non aderì alla Lega lombarda, bensì nel 1231-1235 in cui l'influenza di Salinguerra è meno visibile. Nel 1236, tonnato in Italia Federico II, Salinguerra parteggiò per lui e mantenne la propria prevalenza in Ferrara, finché nel 1240 non lo scacciò l'assedio promosso dal papa, dagli Estensi e dalle città guelfe vicine, ma opera soprattutto di Venezia, contro cui Salinguerra avea difeso la posizione economica di Ferrara. Confinato a Venezia vi morì verso il 1244; dai figli di lui esuli ebbero origine le varie famiglie Torelli che sono ricordate a Fano, Pavia, ecc.
Bibl.: Litta, Famiglie italiane, s. v.; Muratori, Antichità estensi, I e II; Frizzi, Memorie per la storia di Ferrara, III.