SALENTO (A. T., 27-28-29)
La Penisola Salentina è una regione fisicamente ben individuata, a SE. dell'Italia, che dalle ultime ondulazioni delle Murge - "soglia messapica" - tra il punto più interno del Golfo di Taranto e la spiaggia a S. di Ostuni, si protende ad arco, con la convessità all'Adriatico, tra questo mare e lo Ionio. Comprende tutta la provincia di Lecce e parte di quelle di Brindisi e di Taranto con una superficie approssimativa di 5800 kmq. su una larghezza massima di 54 km. (minima di 33 km.) e su una lunghezza di 138 chilometri, calcolata sull'asse tra Martina Franca e il Capo di Santa Maria di Leuca.
Nell'insieme la Penisola Salentina ha il caratteristico aspetto dei rialti collinosi a paesaggio carsico, con depressioni longitudinali e valliformi senza sbocchi (lame e gravine), con doline, conche superficiali, grotte e cavità sotterranee, dovute, più che a movimenti orogenetici, all'abrasione marina e all'azione meccanica e chimica delle acque. Si divide in tre zone geologicamente diverse fra loro.
A NO. la zona delle Murge Tarantine, serie di ripiani-costituiti da calcari compatti del Cretacico, che si elevano a 450 m.; al centro la pianura messapica o Tavoliere di Lecce, vasto e uniforme tavolato di sabbie, sabbioni, agglomerati sabbiosi del Pliocene e del Quaternario, tufi calcarei conchigliari pliocenici, che raggiunge i 170 m. ed è attraversato da una serie di basse elevazioni collinose fungenti da spartiacque; a S., a partire dalla strozzatura mediana, la zona delle "Serre", colline calcaree del Cretacico con sabbioni argillosi calcarei del Miocene (pietra leccese), convergenti verso il Capo di Santa Maria di Leuca, e le cui anticlinali formano tre linee di basse colline che non oltrepassano i 200 m., e le sinclinali il fondo delle pianure interposte, coperte dalle sedimentazioni più recenti. Per tale costituzione geologica l'idrografia superficiale ha scarsa importanza, sostituita, quasi per intero, da quella sotterranea. Ad eccezione dell'Idro che, alimentato da sorgenti in prossimità della costa, sfocia nel Golfo di Otranto, brevi corsi d'acqua si formano in seguito alle piogge. Il clima risente il beneficio della latitudine e della vicinanza al mare; perciò è mite, con temperatura media di 16°-17° e con limitati contrasti climatici. Le precipitazioni oscillano tra i 500 e gli 850 mm. annui; zone di maggiore piovosità sono la fascia che guarda il Canale di Otranto e le Murge alte (oltre 850 mm.), mentre invece il litorale ionico registra le più basse piovosità (meno di 500 mm.). Imposta da queste condizioni di suolo e di clima è la flora, costituita in prevalenza da piante arboree, olivi, viti, mandorli, carrubi, fichi, con scarsa vegetazione erbacea (frumento, avena, orzo e ortaggi). Le coste hanno uno sviluppo di circa 365 km. e sono dappertutto poco alte, sabbiose, paludose e accompagnate spesso da dune, meno che nella zona otrantina dove il terrazzamento litoraneo si presenta con forme ripide dalla parte del Canale di Otranto e con dolci pendii dalla parte del Mar Ionio. Due soli porti hanno importanza commerciale e strategica: quello di Brindisi sull'Adriatico e quello di Taranto sullo Ionio; importanza esclusivamente locale hanno i porti di Gallipoli e di Otranto. La popolazione è in gran parte dedita all'agricoltura, alle industrie ad essa connesse e alla pesca; vive molto accentrata e per appena il 7% in case sparse. Nel 1931 contava 871.900 ab. con una densità di 150 ab. per kmq., che diminuisce a N. dove i comuni sono più estesi, e aumenta nella fascia mediana e nella regione del Capo dove i comuni sono più piccoli. Nella pianura messapica i centri sono più lontani dal mare, nella regione del Capo sorgono in prossimità del mare mentre, nell'interno, gli avvallamenti favoriscono l'insediamento a causa della natura del suolo e della maggiore quantità di acque sotterranee.
Bibl.: C. Colamonico, La geografia della Puglia. Profilo monografico regionale, Bari 1926; id., La piovosità della Terra d'Otranto, in Boll. R. Società geografica, 1917; id., La distribuzione della popolazione in Puglia secondo la distanza dal mare, ibid., 1918; C. Bertacchi, Puglia, Torino 1929; F. Sacco, La geotettonica dell'Appennino meridionale, in Boll. Soc. geol. ital., XXXI, Roma, 1912; R. Biasutti, Note morfologiche e idrografiche sulla Terra d'Otranto, in Riv. geogr. ital., XVIII, novembre 1911; C. De Giorgi, La serie geologica dei terreni nella penisola salentina, in Mem. d. Pont. Acc. d. nuovi Lincei, XX (1903); G. De Lorenzi, Geologia e geografia fisica dell'Italia meridionale, Bari 1904; G. Dainelli, Appunti geologici sulla parte meridionale del capo di Leuca, in Boll. d. Soc. geol. it., XX (1901).