SALE (XXX, p. 501)
Sale marino. - Le innovazioni recentemente introdotte nel ciclo di produzione del s. marino si riscontrano precipuamente nella fase di raccolta. La difficoltà, infatti, sempre più ardua con il passare degli anni, di reperire la numerosissima mano d'opera necessaria per portare a termine nel breve periodo di qualche settimana la raccolta di grandi masse di s., sì da evitare grosse perdite per azione delle sopravvenienti piogge autunnali, e la necessità di produrre il s. a costi proporzionati al suo basso prezzo di mercato, hanno provocato lo studio e la realizzazione di metodi di raccolta, che utilizzano apparecchiature meccaniche.
Nei primi tentativi fatti a tal fine da qualche decennio, alla raccolta prettamente manuale, eseguita con badili e carriole, si è andata sostituendo quella che utilizza lunghe serie di leggeri nastri trasportatori (v. tav. f. t.), montati su ruote, con i quali il s., paleggiato dagli operai, viene portato fuori dalle caselle salanti ed accumulato in prossimità di queste, o caricato su vagonetti o su automezzi per il suo trasporto ed accumulamento in aie dislocate vicino agli impianti di lavaggio. In qualche salina situata in paesi più progrediti si è poi andati oltre nella tecnica salicola con l'abolizione totale della mano d'opera non qualificata. In queste saline oggi si riesce a raccogliere il s. dal fondo delle caselle mediante macchine raccoglitrici semoventi o trainate. Queste, passando sullo strato salino giacente sul fondo, lo staccano, ne frantumano le zolle ed innalzano il sale gettandolo o entro vagonetti o su carrelli a ruote gommate, correnti parallelamente alla macchina raccoglitrice (fig. 1); oppure lo versano su speciali nastri trasportatori, situati nella stessa casella ove si opera (v. tav. f. t.), che portano il s. a formare i cumuli fuori delle caselle, ovvero riempiono autotreni a scarico automatico per il successivo trasporto in grandi aie. I.'operazione meccanizzata richiede: macchine perfettamente messe a punto; accurata preparazione dei fondi; caselle di forma regolare ed a grande superficie, anche di parecchi ettari ciascuna; personale ben addestrato; e quasi sempre il lavaggio del s. per eliminare argilla e sabbia, che possono inquinare il prodotto così raccolto.
In una salina demaniale italiana si è recentemente sperimentato un nuovo tipo di macchina, montata sopra un binario costituito da una coppia di grossi tubi, lunghi quanto la casella ed adagiati sul sale. L'organo raccoglitore scorre avanti e indietro su questi tubi e per ogni passata raccoglie una striscia di sale larga circa un metro. Il sale, a mezzo di un nastro sistemato anch'esso sui tubi, è trasportato fuori della casella. Gli spostamenti laterali della macchina avvengono per rotolamento dei tubi.
La tendenza odierna è di accumulare il s. in grandissimi depositi all'aperto, anche di molte decine di migliaia di tonnellate ciascuno, dove il prodotto preventivamente lavato si fa rimanere a stagionare per alcuni mesi in attesa di riprenderlo per l'ulteriore sua utilizzazione.
La produzione media annua del decennio 1949-58 delle saline marittime italiane è stata la seguente: a) saline dell'amministrazione dei monopolî di Stato: Cervia 20.208 t, Comacchio 14.157 t, Tarquinia 5.380 t, Margherita di Savoia 241.259 t, Sardegna 174.750 t; b) quella delle saline private delle isole è stata di t 114.100 a Trapani, t 33.765 a Siracusa, t 240.932 a Santa Gilla (Cagliari).
Salgemma. - Lo schema di una miniera di salgemma (per es. quella di Borth, sulla sinistra del basso Reno, fig. 2), mostra che essa deve avere più pozzi, che servono per l'estrazione del minerale e per l'aereazione. I luoghi di sfruttamento si raggiungono attraverso gallerie. Il s. è abbattuto in grandi camere, che nelle dimensioni finali misurano 20 m di larghezza, 20 m di altezza, da 100 a 150 m di lunghezza. Tra una camera e l'altra si lasciano pilastri da 35 m. Da ogni camera si estraggono circa 100.000 t di salgemma in 1-1,5 anni di lavoro.
L'apertura delle camere avviene in fasi successive. Prima vengono aperte camere allungate di circa 3 m di larghezza e 2 m di altezza ad un intervallo di 55 m. Quando la larghezza delle camere raggiunge i 20 m resta ancora in piedi il pilastro di 35 m. Nelle fasi seguenti il salgemma continua ad essere abbattuto con l'impiego di perforatrici e di esplosivo fino a quando non sono raggiunte le dimensioni finali, poi il s. è portato fuori attraverso le gallerie di estrazione e caricato con scraper in vagonetti. Questi formano convogli che vengono trainati con funicolari fino alla galleria di trasporto principale da dove sono condotti con locomotori elettrici fino al pozzo di estrazione distante anche alcuni chilometri. Da qui, sei vagonetti per volta vengono sollevati alla superficie con ascensori alla velocità di 20 m al secondo. All'esterno si procede alla macinazione, alla vagliatura ed alla selezione per l'utilizzazione come s. industriale od alimentare. Vedi tav. f. t.