riserva, salario di
Livello salariale minimo al di sotto del quale l’individuo non accetta di lavorare. Misura quindi la ricompensa richiesta per entrare nel mercato del lavoro. In un contesto statico, il modello di riferimento è quello dell’offerta di lavoro (➔ lavoro, offerta di) in cui gli individui scelgono la quantità di lavoro da offrire sul mercato massimizzando la loro utilità, che dipende dal consumo e dal tempo libero, sotto un vincolo di bilancio. Se il salario di mercato è pari al salario di r. dell’individuo, quest’ultimo è indifferente tra non partecipazione (➔ attività, tasso di) e lavoro per il mercato. Il salario di r. è dato dunque dal rapporto tra l’utilità marginale del tempo libero e l’utilità marginale del reddito e indica quanto l’individuo richiede dal mercato per convincersi a lavorare la prima ora. La decisione di lavorare è in altri termini basata sul confronto tra il salario di r. e quello di mercato (➔ anche salario).
Poiché gli individui si orientano secondo preferenze differenti, essi avranno diversi salari di r., i quali dipendono, quindi, dalle caratteristiche dei soggetti. Per es., la presenza di impegni familiari accresce il costo-opportunità (➔ costo-opportunità, teoria del) del tempo libero venduto sul mercato e incrementa il valore del tempo trascorso a casa, determinando un innalzamento del salario di r. e una riduzione della probabilità di lavorare per il mercato per l’individuo in famiglia più responsabile della cura dei figli (normalmente le donne). Questo meccanismo spiega perché esse talora partecipino al mercato del lavoro in modo intermittente, alternando lavoro per il mercato e per la famiglia in corrispondenza delle diverse fasi della vita. Il ruolo del salario di r. può essere analizzato anche in un contesto dinamico, in cui si studia l’offerta di lavoro nel ciclo di vita: in ogni anno del suo ciclo vitale, il lavoratore decide se partecipare o meno, confrontando il salario di r. con quello ottenibile sul mercato. È quindi più probabile che entri nel mercato del lavoro quando la retribuzione sul mercato è elevata, scambiando in questo modo consumo con tempo libero (ipotesi di sostituzione intertemporale).
Il salario di r. può essere interpretato anche all’interno dei modelli di job search (➔ lavoro, teoria della ricerca di), in cui si analizza il comportamento di un lavoratore che deve pianificare il tempo per la propria attività di ricerca dell’occupazione. Nell’approccio standard sequenziale, il lavoratore considera singolarmente ogni offerta salariale e decide di volta in volta se accettarla oppure rifiutarla per continuare la ricerca. Il salario di r. è definito in modo da massimizzare il valore attuale del flusso di reddito futuro atteso derivante dall’attività di ricerca. Esso eguaglia i benefici dell’accettazione (valore attuale del salario che sarà percepito per la durata del rapporto di lavoro) con i costi della prosecuzione dell’attività di ricerca, dati dal valore atteso dei salari superiori potenzialmente ottenibili continuando la ricerca, dal reddito da disoccupazione, per es. il sussidio, al netto dei costi di ricerca. Un aumento del sussidio di disoccupazione, così come una riduzione dei costi di ricerca, genera pertanto una crescita del salario di riserva.