SAINT-PRIEST, François-Emmanuel-Guignard, conte di
Statista francese, nato il 12 marzo 1735 a Grenoble, da un intendente della Linguadoca, protetto dalla marchesa du Tencin, morto a Lione il 26 febbraio 1826. Cavaliere di Malta a 4 anni, moschettiere grigio nel 1750, accompagnò il balì du Tencin in diverse crociere sino al 1752. Entrato a far parte della casa reale nel 1755, servì in Germania durante la guerra dei Sette anni sotto il maresciallo V.-F. de Broglie, poi nel Portogallo. Con la pace (1763), egli s'indirizzò alla carriera diplomatica, fu ministro a Lisbona (1763), ambasciatore a Costantinopoli (1768), dove sposò la figlia dell'ambasciatore di Napoli presso il Sultano, conte Guglielmo Ludolf, e partecipò alla conclusione del trattato turco-russo del 21 marzo 1779, per il quale la Crimea veniva ceduta alla Russia. Dal dicembre 1788 fu ministro di stato senza portafoglio. Partigiano del Necker, seguì le sorti di questo ministro al tempo del suo secondo ministero, e fu licenziato col Necker il 12 luglio 1789, ma ritornò a occuparsi degli affari di stato dopo la presa della Bastiglia, sostituendo M. de Villedeuil nella qualità di segretario di stato della casa reale, dalla quale carica dipendevano gli affari interni. Era fatale che fosse preso di mira dagli attacchi degli estremisti di sinistra e di destra: in particolare, dopo le giornate del 5 e 6 ottobre, fu accusato dal Mirabeau il 10, all'assemblea costituente, di aver pronunciato parole violente contro i Parigini che reclamavano il pane. Egli si giustificò con una lettera, però non diede le dimissioni che alla fine di dicembre 1790, dopo l'annullamento, fatto dall'assemblea, di uno dei suoi decreti. Emigrò allora a Stoccolma, dove ritrovò suo cognato, il giovane conte Giuseppe Costantino Ludolf, e si adoperò a suscitare la simpatia dell'Europa per Luigi XVI. Nel 1795 rivide a Verona Luigi XVIII, che gli diede l'incarico di ministro della casa reale: dopo aver dimorato a Blanckenberghe e a Mittau, si ritirò in Svizzera nel 1808, domandò invano di rientrare in Francia, e dopo la sua espulsione dalla Svizzera nel 1811, si recò a Vienna. Rientrò in Francia l'11 agosto 1814, ebbe il grado di tenentegenerale, passò i Cento giorni a Évreux, senza essere disturbato e fu nominato pari di Francia il 17 agosto 1815. Troppo vecchio e troppo sordo per prendere parte attiva alla vita parlamentare, si ritirò nelle sue terre vicino a Lione. Aveva lasciato delle Memorie, di cui una parte fu pubblicata a Parigi nel 1929 e dato alla luce nel 1787 un Examen des assemblés provinciales. I suoi tre figli, Guillaume (1776-1814), Armand (1782-1863), Emmanuel (1789-1881) servirono la Russia: il terzo, entrato nella diplomazia francese sotto la restaurazione, si compromise poi al servizio della duchessa di Berry.