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SAHARA SPAGNOLO

di Aldo Albonico - Enciclopedia Italiana - IV Appendice (1981)
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SAHARA SPAGNOLO (III, 11, p. 647)

Aldo Albonico

Storia. - Il 19 aprile 1961 il territorio fu trasformato in provincia spagnola; nel novembre 1962 l'amministrazione fu equiparata a quella del territorio metropolitano, con un governatore, ayuntamiemos, un cabildo (che sostituisce la deputación provincial della penisola), e sei rappresentanti alle Cortes di Madrid; fu anche favorita la rinascita della tradizionale assemblea delle tribù sahariane, la Yema'a. L'opera di sedentarizzazione dei nomadi ha ottenuto qualche risultato grazie all'urbanizzazione e all'installazione di alcune industrie per la conservazione del pesce e l'estrazione dei fosfati; notevole, negli ultimi anni, l'incremento della scolarizzazione e dell'organizzazione sanitaria.

Il passaggio del paese all'indipendenza venne preparato dalla Spagna in collaborazione con l'ONU. A una formazione politica filospagnola, il Partito de la Unión Nacional Saharaui, si opposero un movimento indipendentistico, Frente Popular para la Liberación de Saguía-El-Hamra y Río de Oro, e le istanze annessionistiche dell'Algeria, della Mauritania e, soprattutto, del Marocco, cui si dovettero frequenti, e spesso cruenti, incidenti di frontiera. La Spagna sostenne presso l'ONU e il Tribunale internazionale dell'Aia la nullità di tali pretese annessionistiche, ma la situazione divenne estremamente incerta, complicata dalla richiesta marocchina degli ultimi possedimenti spagnoli nella costa settentrionale africana - cioè Ceuta, Melilla, Alhucemas, Peñón de Vélez de la Gomera, e le isole Chafarinas - oltre che dalla decisione dell'Organizzazione dell'Unità africana di riconoscere le isole Canarie come parte integrante dell'Africa e non della Spagna. Dopo che il re del Marocco Hassan II annunciò, a metà ottobre 1975, che una marcia pacifica avrebbe occupato il S., la Spagna parve intenzionata a resistere al tentativo di annessione: le truppe di Madrid minarono la frontiera, e in novembre i 200.000 Marocchini partecipanti alla "marcia verde" si ritirarono dopo essere penetrati un poco nel territorio conteso. La pressione esercitata diede come risultato l'abbandono da parte della Spagna della progettata indipendenza del S. e invece la cessione del territorio tra Marocco e Mauritania. Gli ultimi militari spagnoli lasciarono il paese il 26 febbraio 1976: lo stesso giorno il Frente Polisario proclamava unilateralmente l'indipendenza e iniziava, sostenuto dall'Algeria, la guerriglia contro i due paesi che, nel successivo aprile, portavano a termine la spartizione del Sahara. Nel giugno 1976 il Frente Polisario ha attaccato la capitale della Mauritania, e da allora il Marocco si è incaricato pure della difesa di quello stato; ma nell'agosto 1979 (accordi di Algeri) la Mauritania si ritirava dal conflitto, riconoscendo il Frente Polisario ed evacuando le zone occupate. Il S. occ., dove s'intensifica la guerriglia delle forze indipendentistiche, rimane al centro di un contrasto di potenze: africane (Algeria, Libia, Marocco), mediterranee (Francia, Spagna) e mondiali (SUA, URSS).

Bibl.: Instituto de Estudios Africanos, La acción de España en Sahara, Madrid 1971; F. De Leone, Il Sahara spagnolo, in Africa, giugno 1973; Dirección General de Promoción de Sahara e Instituto de Estudios Africanos, Legislación de Sahara. Años 1965-1973, Madrid 1974.

Vedi anche
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