Safety Last!
(USA 1923, Preferisco l'ascensore, bianco e nero, 76m a 22 fps); regia: Fred C. Newmeyer, Sam Taylor; produzione: Hal Roach; sceneggiatura: Hal Roach, Sam Taylor, Tim Whelan, Harley M. Walker; fotografia: Walter Lundin; montaggio: Thomas J. Crizer; scenografia: Fred Guiol.
Un giovane di belle speranze e una ragazza in età da marito: Harold, squattrinato e ottimista, saluta Mildred e parte alla volta della metropoli per far fortuna. È impiegato nel reparto abbigliamento di un grande magazzino e deve difendersi quotidianamente dai rimproveri del caposettore e dall'assalto delle clienti. L'occasione della vita si presenta per caso: il direttore generale offre mille dollari a chi riuscirà a far pubblicità al magazzino. Harold coinvolge Bill, il suo acrobatico compagno di stanza, in un'impresa che attiri l'attenzione della folla: la scalata libera della facciata del palazzo. Bill viene inseguito da un poliziotto e Harold è costretto a fare da solo. Superando ogni ostacolo raggiunge la vetta, conquistando il premio e l'abbraccio di Mildred.
Safety Last! è il film più conosciuto di Harold Lloyd e fa parte di quel pugno di opere che all'inizio degli anni Venti inaugura la stagione d'oro delle grandi comedies americane. In esso si trova compiutamente espressa una forma di comicità che unisce tradizione e novità, frutto della riflessione degli autori sulle conquiste della modernità e sullo sviluppo urbanistico d'inizio secolo. Le avventure daredevil, a rotta di collo, del protagonista si fanno specchio dei ritmi frenetici e delle aspirazioni diffuse nella società americana del periodo, divenendo metafora dello spirito di competizione che anima ogni cittadino inserito in un sistema così selettivo. È la felice commistione di motivi a matrice slapstick e di situazioni narrative mozzafiato ‒ già sperimentate in film precedenti a minor metraggio come Never Weaken (Viaggio in Paradiso, 1921) e ora articolate lungo un plot rigoroso ‒ a stabilire un modello di riferimento. Safety Last! costituisce un punto di svolta importante nella filmografia di Lloyd: il passaggio a sette rulli di lunghezza, dopo i cinque di Grandma's Boy (Il talismano della nonna) e Doct-or Jack (entrambi del 1922), richiese un grande equilibrio fra effetti comici e storia. Lloyd si circondava di collaboratori molto abili e, come suo costume, in Safety Last! accreditò con generosità la regia a Sam Taylor e Fred C. Newmeyer, e lasciò carta bianca, nella stesura delle didascalie, alla creatività di Harley M. Walker.
L'organizzazione degli spazi, insieme alla gestione del fuori campo e allo sfruttamento delle possibilità del décor, risultano decisivi nelle dinamiche della messa in scena. Nella celebre sequenza iniziale ‒ dissolvenza in apertura a iride ‒ appare subito Harold in primo piano, faccia a terra e sconsolato, dietro a delle sbarre. Successivamente il campo si allarga e si scorge un cappio dondolante, poi via via una guardia, un prete e i familiari, rassegnati in attesa della pena capitale. Interviene un ribaltamento di 180° del punto di vista, stacco di montaggio e il senso viene stravolto: Harold si trova in una stazione e si sta in realtà dirigendo verso i binari con la valigia, per salire sul primo treno che lo porterà in città. Amici e parenti sono con lui e il cappio non è altro che un gancio utile per la posta, da consegnare al volo al macchinista del treno in corsa... Safety Last!, inoltre, reinterpreta originalmente un topos del burlesque, la rincorsa e la corrispondente fuga. In luogo dell'abituale svolgimento in senso orizzontale per le strade urbane, qui la situazione è organizzata in verticale: l'ultima parte del film è infatti dedicata alla spettacolare scalata della facciata del Bolton Building di Los Angeles, e il senso di pericolo è accentuato da ingegnose soluzioni prospettiche. Harold soffre, ha paura e non fa nulla per nasconderlo: abbandonando l'impassibilità invulnerabile dei protagonisti della tradizione slapstick, sintonizza il proprio battito cardiaco con quello dello spettatore, rendendolo partecipe della propria fatica, che assume strada facendo i connotati di una parodica via crucis. La successione delle gag è articolata secondo meccanismi dilatori ‒ variante ad ampio respiro delle pratiche dello slow burn ‒ che esaltano il mélange di riso e suspense. Nel corso dell'ascensione al grattacielo Harold vede il proprio compito ingigantirsi, ostacolato da elementi che a cascata gli si oppongono lungo la via: tutori della legge, piccioni, spettatori, reti da tennis, travi, animali domestici, anemometri...
Gli esercenti americani favorivano precauzionalmente la presenza di un'ambulanza al di fuori delle loro sale, per quanti fossero svenuti nel corso della proiezione del film. Lo straordinario riscontro di pubblico e critica ottenuto negli anni Venti e la durevole influenza esercitata oltre i confini del genere, nella produzione prima muta poi sonora, fanno risaltare ancor più la fortuna inadeguata che Lloyd vanta oggi. Secondo alcuni, Lloyd, a differenza degli altri major comedians, non presenterebbe caratteri di 'universalità'. Il suo magistero comico sarebbe inficiato dalle scorie di una meccanicità artigianale e superficiale. Petr Král, definendo l'universo di Lloyd "un'elegante macchina infernale", ha incanalato il giudizio critico su una strada più equilibrata: se è impossibile resistere al gorgo trascinante in cui il personaggio si infila, è proprio perché la rappresentazione a catena di eventi che si incastrano alla perfezione diventa arma privilegiata per convincere lo spettatore della loro comica inevitabilità. Ogni elemento fa la sua parte e illumina di riflesso il personaggio; la coerenza del tutto fa sì che a essere ricordata sia l'opera lloydiana, prima della sua maschera, segnando in questo modo una piccola ma significativa rivoluzione nella produzione burlesque. I personaggi di Lloyd ‒ e l''arrampicatore' sociale di Safety Last! non fa eccezione ‒ sono uomini ordinari che cercano con ogni mezzo di connotarsi comicamente, di volta in volta riuscendo a trovare le chiavi d'accesso ai domini della risata e a un tracciato emozionale insospettabilmente vasto, pescando nel magma della referenzialità in apparenza più insignificante. Con i suoi occhiali rotondi e lo slancio appassionato, Lloyd verrà a lungo identificato come l'incarnazione dei miti giovanilistici americani, tanto in voga nei fumetti e nella letteratura d'avventura, cui l'attore stesso dichiarò di essere profondamente debitore.
Interpreti e personaggi: Harold Lloyd (Harold), Mildred Davies (Mildred), Bill Strothers (Limpy Bill), Noah Young (il poliziotto), Westcott B. Clarke (Mr. Stubbs), Mickey Daniels (monello), Anna Townsend, Charles Stevenson, Gus Leonard, Helen Gilmore, Roy Brooks.
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