SADE, Donatien-Alphonse-François, conte, detto marchese di
Scrittore, nato a Parigi il 2 giugno 1740, morto a Charenton il 2 dicembre 1814. Entrato a 14 anni nei cavalleggeri, divenne capitano di cavalleria e partecipò alla guerra dei Sette anni. Tornato a Parigi nel 1763, sposò in quell'anno, per volere del padre, la maggiore delle due figlie del signor di Montreuil, Renée, mentre amava la minore, e ne era riamato. Di vita già precedentemente dissoluta, fu arrestato una prima volta per i suoi eccessi in quello stesso anno, e nel 1768 fu nuovamente incarcerato sotto l'accusa di avere seviziato una donna. Varie versioni furono date di questo scandalo, come pure di quello del 1772, di più vaste proporzioni, svoltosi a Marsiglia. Processato per "sodomia e avvelenamento" fu condannato a morte in contumacia e riparò in Italia, dove convisse con la cognata sino alla morte di questa. Arrestato a Chambéry e incarcerato, evase dal forte di Miolans nel 1773 e rientrò in Francia nel 1777. Nuovamente arrestato, dopo varie peripezie riuscì ad evadere nel 1778 da Vincennes; scoperto e rimesso in prigione, fu trasferito nel 1784 alla Bastiglia, e poi trasportato all'asilo per alienati di Charenton, dove restò sino al 29 marzo 1790. Nella prigionia concepì e in parte compose la maggior parte delle sue opere. Nel 1801 fu nuovamente arrestato per avere scritto un libello contro Giuseppina e Napoleone: chiuso prima a Sainte-Pélagie, poi a Bicêtre, fu riportato nel 1803 a Charenton, ove rimase sino alla morte.
La dissolutezza della sua condotta, indiscutibile, fu certo esagerata sia dai contemporanei sia dai posteri, suggestionati dall'estrema immoralità dei suoi scritti. Questi rivelano un'immaginazione pervertita in sommo grado, ancorché vivacissima ("la plus infatigable imagination qui ait jamais épouvanté le monde", la definì J. Janin). Per il S., ateo, antireligioso, materialista, pessimista, deificatore della natura, non v'è altra legge che l'istinto, altra verità che il male. Le sue opere principali sono quanto di più eccessivo sia stato prodotto in fatto di letteratura pornografica. La sua influenza, diretta o indiretta, è stata notevole su parecchi scrittori e pensatori. Dal suo nome deriva il termine di sadismo (v.), che definisce uno speciale gruppo di perversioni sessuali (v. anche sessuologia).
Opere principali: Justine ou les malheurs de la vertu, Olanda (ma Parigi] 1791; Juliette ou le triomphe du vice, suite de Justine, Olanda [ma Parigi] 1796 (queste due opere, che con Les 120 journées de Sodome sono le più importanti del S., furono ripubblicate insieme, in ed. definitiva, nel 1797, con molte modifiche e aggiunte); Aline et Valcour, ou le Roman philosophique, Parigi 1795; La philosophie dans le boudoir, ou les Instituteurs immoraux, ivi 1795; Zoloë et ses deux acolytes, ivi 1800 (è il libello contro Giuseppina, Napoleone e altri personaggi); Les crimes de l'amour ou le délice des passions, nouvelles héroïques et tragiques, précédé d'une Idée sur les romans, ivi 1800; Oxtiern ou les malheurs du libertinage (commedia), Versailles 1800. Altre opere furono pubblicate postume, tra cui Les 120 journées de Sodome ou l'école du libertinage, Parigi 1904. Delle opere citate e di altre furono stampate in tempi diversi molte edizioni, in genere clandestine o in pochi esemplari. Alcune rimangono manoscritte.
Bibl.: E. Dühren (Iwan Bloch), Der Marquis de S. und seine Zeit, Berlino 1900; n. ed., ivi 1922; A. Eulenburg, Der Marquis de S., Dresda 1901; P. Ginisty, La Marquise de S., Parigi 1901; H. d'Alméras, Le Marquise de S., l'homme et l'écrivain, ivi 1906; R. Dawes, The Marquis de S., his life and works, Londra 1927; n. ed., ivi 1929; O. Flake, Marquis de S., Berlino 1930.