sacrosanto
Nella sua chiosa a Pd VI 32 si move contr'al sacrosanto segno dell'aquila imperiale, il Buti ben chiarisce il valore del vocabolo: " sacrosanto si dice, che è composto da sacro e santo... Sacro è quello che s'appartiene a Dio; santo è quello che è fermato e statuto ad alcun fine ".
L'uso del termine si collega quindi alla dottrina dantesca della provvidenzialità dell'Impero, e ha il suo corrispondente in Ep VI 2 sacrosancto Romanorum imperio, e nell'analogo esempio di Quaestio 87.
Come attributo delle Muse, e quindi con il significato di " venerabile ", compare in Pg XXIX 37 O sacrosante Vergini, equivalente all'invocazione O sante Muse di I 8.