Santuario costituito da varie cappelle, dedicate a misteri della fede o a episodi del ciclo cristologico o mariano, e disposte in un itinerario tematico in spazi aperti, su un’altura. Il prototipo del genere fu il Sacro Monte di Varallo (Vercelli), che è costituito da 43 cappelle, realizzate tra l’inizio del 16° e il 18° sec., e dalla basilica dell’Assunta. La fisionomia dei s., che per la complessità della loro struttura furono realizzati a volte nell’arco di secoli, è dovuta soprattutto alla sensibilità teatrale del tardo Cinquecento e del Barocco. Le cappelle, realizzate con intento scenografico e con attenzione all’effetto prospettico, accolgono al loro interno scene realizzate con gruppi scultorei in grandezza naturale, spesso con vere vesti, sfondi dipinti, ricercando una efficace finzione della realtà. Legate tanto alle ‘riproduzioni’ dei luoghi santi di Gerusalemme e in particolare del Santo Sepolcro, quanto alla pratica della via crucis, tali realizzazioni, che trovano le loro radici nella sacra rappresentazione tardogotica, sono di grande effetto teatrale, con accenti popolari e talora pietistici, riallacciandosi alla tradizione coroplastica lombarda ed emiliana del Quattrocento. Diffusi in Lombardia e in Piemonte, creati da architetti, tra cui P. Tibaldi, G. Alessi, G. Bernasconi, furono decorati da scultori e pittori, tra cui G. Ferrari, il Morazzone, Tanzio da Varallo, F. Silva (s. di Varese, Crea, Orta, Oropa, Graglia ecc).
Analoghi ai s. sono i calvari, diffusi in Italia settentrionale e in alcune regioni di Francia e Germania.