SACHALIN (A. T., 84-85; 103-104)
Isola dell'Estremo Oriente, sita di fronte alla foce dell'Amur. Ha una superficie di 75.360 kmq. ed è politicamente divisa fra la Russia, che ha la porzione superiore al 50° parallelo (39.270 kmq.), e il Giappone, che possiede la porzione inferiore (36.090 kmq.), ceduta dalla Russia nel 1905, in seguito al trattato di Portsmouth, e chiamata dai Giapponesi col nome di Karafuto.
Abitata in origine dagli Ainu (v.), Sachalin fu nota agli antichi Cinesi e si trova citata nella loro letteratura con nomi differenti. Le prime conoscenze, per lo più superficiali e limitate alle coste, di cui si abbia certa notizia risalgono ai Giapponesi, e precisamente ai Daimyō di Matsumae, risiedenti nella vicina isola di Yezo, i quali, a partire dal sec. XVII, vi inviarono frequenti spedizioni. La sua natura insulare fu riconosciuta da Mamiya Rinzo (1779-1844), che primo, nel 1808, percorse il canale che la separa dal continente e che porta oggi il suo nome. Il primo europeo che vide le sue coste fu, nel 1643, M. de Vries il quale, a causa delle nebbie che nascondevano lo stretto di Sōya, la ritenne un prolungamento di Yezo. Il La Pérouse, nel 1787, riconosciutala staccata da questa dallo stretto che porta oggi il suo nome (i Giapponesi lo chiamano più volentieri stretto di Sōya) sospettò pure ch'essa fosse un'isola, ma non poté, per i venti impetuosi e le acque troppo basse, traversare la Manica di Tataria. Fu, solo più tardi, G. I. Nevelskij, della marina russa, a togliere ogni dubbio e a fissare il suo profilo nel corso dei lavori idrografici da lui eseguiti dal 1849 al 1852. Successivamente, una schiera di studiosi, quali il botanico L. Schenck (dal 1854 al 1856), il geologo F. von Schmidt, il naturalista P. von Glehn (1860), l'ingegnere Lopatin (1867), M. Dobrotvorskij (1870), I. S. Poljakov (1881-1882) e altri, con le loro ricognizioni nell'interno fornirono dati precisi sulla flora, la fauna, il clima, la geografia, la geologia, l'etnografia dell'isola; ai quali contributi, ultimi ma non meno importanti, si sono aggiunti quelli portati dagli studiosi giapponesi, dopo l'annessione della metà inferiore di essa al loro paese.
Geologicamente, Sachalin prosegue al nord il festone insulare dell'arcipelago giapponese, dopo il raccordo con le Curili. La metà settentrionale è tutta un altipiano poco elevato, interrotto qua e là da lievi ondulazioni collinose; la parte centro-meridionale presenta, all'opposto, due catene principali parallele, di cui quella costiera occidentale o dei Monti Nishi Karafuto è la più lunga e anche la più alta (cime maggiori il M. Shikka, 1374 m. e il M. Mumyō, 1382 m.), ed è separata dalla orientale, o dei M. Tōhoku (cima maggiore il M. Furido, 1068 m.), da un solco percorso dal Poronai (circa 300 km.) e dal Tym, i più lunghi fiumi dell'isola.
Il clima è aspro, più di quanto comporti la latitudine; ciò è dovuto all'influenza del continente e a quella delle due correnti marine fredde del Liman e di Karafuto, che provengono dal nord e lambiscono le sue coste occidentali e orientali. Al sud, tuttavia, la temperatura è relativamente più mite per l'influenza della corrente calda di Tsushima che giunge fino nella Baia di Aniwa e riscalda la Penisola di Notoro, permettendo così a Maoka di avere il porto sempre sgombero dai ghiacci, mentre le coste orientali sono gelate dal dicembre all'aprile e fino a giugno offrono lo spettacolo dei ghiacci galleggianti; nell'estate, inoltre, fitti nebbioni rendono pericolosa la navigazione da questo lato. Particolarità del clima di Sachalin sono i venti, che soffiano praticamente tutto l'anno in inverno dal nord e dall'ovest, in estate dal sud e dall'est, spesso con grande violenza, specie d'inverno. Le precipitazioni sono scarse.
Popolazione. - Nella metà russa esistevano nel 1932 circa 55 mila abitanti, in massima parte Ghiliaki e Oroki, il resto Yakuti, Ainu e Russi. Le statistiche giapponesi dànno, per la metà meridionale 295.187 ab. (1930), tutti Giapponesi, meno 1500 Ainu, 50 Ghiliaki, 300 Oroki e 100 Tungusi.
Risorse economiche. - Sachalin ha un sottosuolo ricco, benché non ancora bene esplorato. Il petrolio nella metà russa, e il carbone da per tutto (miniere russe: Dui e Vladimirovskij; miniere giapponesi: Kawakami, Noboriho, Tomarioru, Taiei e Noda) sono i prodotti principali. Minore importanza hanno l'oro e le piriti. L'agricoltura, impossibile per il clima, è limitata a piccole zone delle bassure meridionali (27.000 ettari in totale) e dà legumi, patate, segala e avena. L'allevamento è ristretto alla renna, al nord, e al cane da slitta, al sud. Cospicua ricchezza offrono le foreste (2.577.000 ettari, nella metà meridionale), specialmente di conifere (pini, larici), e di pioppi bianchi, adatte per ricavarne materiali da costruzione, traverse ferroviarie e, più di tutto, pasta di legno per carta e steli per fiammiferi. Nelle foreste vivono volpi, lontre e altri animali da pelliccia. La risorsa principale dell'isola è, tuttavia, indubbiamente, la pesca, che dà soprattutto l'aringa, ma anche il merluzzo, il salmone, il granchio e laminarie commestibili. L'isoletta di Kaihyō, all'estremità orientale della Baia di Taraika, è importante per l'otaria ursina, che fornisce una pelliccia assai pregiata.
Le industrie sono concentrate nella parte meridionale e lavorano le materie prime che l'isola offre. La pesca alimenta tutta una serie di attività ad essa connesse, che forniscono prodotti di largo consumo come l'olio di pesce, il merluzzo essiccato e salato, il granchio in scatola, il guano di pesce, ecc. Importante è l'industria della pasta di legno per carta, che conta otto stabilimenti, i quali utilizzano anche la flora delle tundre, di cui Sachalin abbonda. A Toyohara è sorta recentemente l'industria dell'alcool e dell'acido acetico da materiali cellulosici. Va notato, infine, che una convenzione, stipulata nel 1925, affida al Giappone lo sfruttamento delle miniere di carbone e di petrolio della metà russa dell'isola.
Governo locale. - La porzione russa è territorio a sé, facente parte della "Regione dell'Estremo Oriente" e amministrativamente diviso in 6 rajoni (distretti) e 62 sovieti rurali; ha 3 centri di lavoro e una città, Alexandrovsk, che è il capoluogo. La porzione giapponese è amministrativamente suddivisa in 9 distretti (shichō): Toyohara, Rūtaka, Hondo, Maoka, Tomarioru, Ushiyoro, Motodomari, Ōdomari e Shikka. Capoluogo è Toyohara (25.000 ab. nel 1930); altri centri notevoli sono Ōdomari (25.000 ab.), unita a Wakkanai, nell'Isola di Yezo, con un ferry-boat (8 ore), e Maoka (14.000 abitanti).