Nel diritto romano arcaico, la condizione dell’homo sacer, quello che, per aver commesso un delitto contro la divinità o la compagine dello Stato, era consacrato alla divinità, cioè abbandonato alla vendetta degli dei ed espulso dal gruppo sociale. Il colpevole, cui erano confiscati i beni (consecratio capitis et bonorum, pronunciata secondo il particolare rituale della detestatio), poteva essere ucciso o fatto schiavo da parte di chiunque.