SACELLO
. Nel culto romano la voce sacellum fu usata a indicare un piccolo recinto rotondo o rettangolare a cielo aperto, racchiudente una minuscola area con un altare nel mezzo, consacrato a una divinità. Diminutivo di sacrum, con essa non s'intendeva tanto accennare alla piccolezza dello spazio occupato, quanto al posto secondario che un tal genere di edifici sacri aveva nel culto.
La recinzione (septum) metteva al sicuro da ogni contatto profano l'ara e il simulacro in essa racchiusi. Alcuni sacelli avevano una maggiore estensione quando entro di essi si dovevano includere oltre all'altare, anche edicole, statue, tavoli per le offerte, fontanine e alberi sacri (arbores sacrae). Il sacello dunque era un luogo sacro chiuso pubblico o privato; se consacrato pubblicamente, costituiva un edificio sacro di minore importanza in confronto ai templa e alle aedes che ospitavano le immagini degli dei. Divinità, sia pure venerande, ma ormai antiche e più o meno cadute nell'oblio non avevano più che un sacellum dedicato in loro onore, che qualche volta prendeva anche il titolo di fanum, di aedis o di aedicula. Erano detti sacella o anche aediculae i modesti recinti sacri nei quadrivî (compita) di Roma dedicati ai Lares Compitales, anche dopo che il loro culto ebbe preso sotto Augusto un nuovo sviluppo. Non erano che are all'aperto, sulle quali erano effigiati i due Lari entro una nicchia o edicola fastigiata. Ma la maggior parte dei sacelli era di carattere privato; nelle case delle famiglie patrizie e anche plebee, fra le più agiate, un ambiente, nella parte più riservata della dimora, era consacrato in onore delle divinità protettrici della gens e di quelle di preferenza venerate dai membri della famiglia. Questi sacelli domestici non ricevevano, come quelli pubblici, la consacrazione dai pontefici sollecitata dai magistrati in nome dello stato. Esempî di sacelli o lararî domestici sono comuni in Pompei; hanno la forma di piccole sale absidate, la cui decorazione era più o meno curata a seconda della religiosità o dello sfarzo dei proprietarî. Quasi sinonimo di sacellum è il sacrarium. Il primo ha sempre nel suo interno un'ara; il sacrarium era piuttosto il luogo consacrato alle divinità protettrici della famiglia, racchiudendone soltanto i piccoli simulacri.
Bibl.: W. Zahn, Die schönsten Ornamente und merkwürdigsten Gemälde aus Pompeii, Herculanum und Stabiae, 1859, II, p. 60; E. Saglio, in Daremberg e Saglio, Dictionnaire des antiquités grecques et rom., IV, p. 933 seg.; G. Wissowa, Relig. und Kultus der Römer, 2ª ed., Lipsia 1912, p. 469 seg.