FIORESE, Sabino
Nacque a Grumo Appula (Bari) il 21 ott. 1851, da Raffaele, medico della corte dei Borboni e professore di nosologia nei licei delle Puglie, e da Petronilla Buttaro. Ancora in giovane età era stato attratto verso gli studi economici da una serie di conferenze pubbliche tenute a Bari, tra il 1867 e il 1868, da S. Cognetti de Martiis, il quale aveva messo in luce la fimzione della scienza economica nell'educazione e nella vita sociale, sottolineando con forza il valore della cooperazione. Frequentò a Napoli i corsi di diritto, avvicinandosi ai gruppi radicali molto attivi nell'università e nella società partenopea, e indirizzò ben presto la sua attenzione ai problemi del rinnovamento economico e sociale del Mezzogiorno.
Al centro della sua riflessione sull'agricoltura meridionale si collocava "la questione sociale", fenomeno che in quegli anni era oggetto di un dibattito sollevato da importanti riviste nazionali, come la Rassegna settimanale, la cui influenza sul F. fu determinante.
In uno dei suoi primi scritti (Il contadino nella Terra di Bari, Bari 1877) svolgeva un'accurata e precisa analisi dell'inchiesta agraria, avviata da S. Iacini agli inizi del 1877. Le cause dello stato di miseria dei contadini scaturivano secondo il F. dall'estrema arretratezza dei rapporti di produzione (proprietà accentrata, contratti agrari inadeguati), ed in particolare dalle condizioni negative delle relazioni di lavoro. Nel saggio, sottolineando con forza la questione contadina, auspicava una serie di riforme sociali (su quest'ultimo tema pubblicò il breve saggio, La società civile ed il lavoratore, ibid. 1879).
La lotta per l'ammodernamento produttivo dell'agricoltura costituì un tema costante della sua riflessione e del suo impegno politico. L'urgenza di introdurre principi scientifici nell'organizzazione dell'attività agricola rappresentò l'oggetto di una serie di proposte al Comizio agrario di Bari (La funzione delle latterie sociali, note e proposte al comizio agrario di Bari, in La Puglia agricola, II [1879], 5, pp. 69-74). La razionalizzazione del sistema agricolo era strettamente legata per il F. alla questione sociale: "L'abbandono dei sistemi consuetudinari per seguire quelli scientifici è il solo modo per far progredire le moltitudini laboriose in maniera seria e senza pericoli di sconvolgimenti sociali". Segretario del Comizio agrario barese dal 1879, in una relazione al ministro dell'Agricoltura tracciò un quadro organico dei sistemi agricoli in atto nella sua e nelle altre province pugliesi. Prestò anche molta attenzione al problema del credito, avanzando la proposta di riconvertire i beni delle Congreghe in Casse di credito agrario per offrire nuove opportunità di sviluppo alle "classi produttrici" (I beni delle Congreghe ed il Credito agrario, ibid., III [1880], 6; Le Confraternite e la loro trasformazione civile, Bari 1884). I macroscopici ritardi della legislazione sociale furono oggetto di numerosi suoi interventi su Spartaco, settimanale d'ispirazione democratico-radicale e punto di riferimento delle forze più avanzate e progressiste della società barese in quegli anni (cfr. Carlo Marx, in Spartaco, 22 marzo 1883; I nostri poveri, ibid., 5apr. 1883; Socialismo e lavoro, ibid., 4maggio 1883).
Nel 1881 fondò il Circolo economico barese, al quale aderirono R. De Cesare e S. Cognetti de Martiis. Il Circolo fu un punto di riferimento per i numerosi allievi dell'Istituto tecnico e dell'Istituto superiore di commercio alle prime esperienze con la cultura economica. Nel 1883 assunse la direzione de La Aglia agricola, aprendo la rivista alle numerose riflessioni sulla crisi economica particolarmente avvertita nella regione. Le acute osservazioni sui contratti agrari, ancorati a sistemi arcaici, e le conseguenze negative della crisi che rompeva il rapporto annonico da poco costituitosi tra capitale e lavoro furono al centro delle sue ampie analisi (cfr. La piccola coltura ed i contratti agrari, in La Puglia agricola, V [1882], 3; La crisi agraria, ibid., VIII [1885], 2-3; Per la crisi economica delle Puglie, ibid., XI [1888], 4-5). Le sue osservazioni sullo spagnolismo dei proprietari terrieri e sull'arretratezza delle strutture produttive, temi già enucleati nel Contadino nella Terra di Bari, costituirono l'oggetto di un più sistematico studio nella Storia della crisi economica in Puglia, in La Terra di Bari, II, Trani 1900.
Il saggio del F., rigorosamente ispirato ai principi positivistici, s'inseriva in una vasta indagine sulle strutture economiche, sociali e culturali della Terra di Bari, affidata dall'amministrazione provinciale alla Scuola superiore di studi per il commercio in occasione della mostra universale di Parigi. Il F. tracciava un quadro chiaro e preciso delle condizioni dell'agricoltura di Terra di Bari a partire dalla prima metà dell'Ottocento, mettendo in luce le modificazioni intervenute nei rapporti di proprietà, nelle consuetudini agrarie, nelle condizioni di vita e nelle relazioni tra le diverse classi sociali. Giudicava la rottura commerciale con la Francia un fatto fortemente negativo, i cui effetti si erano riversati sull'intera economia e società pugliese. Il superamento della politica rigidamente protezionistica del governo nazionale e la mobilitazione di tutte le forze produttive dal basso erano considerate condizioni favorevoli per una efficace risoluzione di una crisi le cui radici andavano ricercate nella politica dei governi unitari "inesperti della ragione economica". "Si può negare - affermava - che affrettammo con la vendita dei beni delle corporazioni religiose la ricostruzione del latifondo?... Negheremo che sbagliammo persino metodi di lavoro, se dopo tanti anni i demani non furono destinati al proletariato, il latifondo non si seppe distruggere e le banche non poteronsi disciplinare?" (Storia della crisi economica..., p. 19).Nei primi anni del Novecento il F. partecipò attivamente alla vita politica di Bari, schierandosi con i gruppi più avanzati della borghesia mercantile impegnata nell'ammodernamento delle strutture civili, produttive e culturali della città. Sindaco di Bari nel biennio 1912-1913, durante la sua amministrazione fu varato il piano regolatore e venne avviata la riforma del sistema tributario (Sul piano regolatore di Bari, in Rassegna tecnica pugliese, X [1911], pp. 1-99). Ciò non interrompeva la sua attenzione verso i problemi dell'agricoltura. Fondò nel 1903 il periodico La Vedetta dei campi; seguì attentamente l'evolversi del sistema agricolo della sua provincia, caratterizzato nuovamente, nel biennio 1907-1908, da fenomeni di crisi, con una puntuale analisi critica (Nuovi dissesti e maggiori repressioni, in Rassegna pugliese, gennaiofebbraio 1908, pp. 2 s.). Si adoperò anche per il potenziamento della Scuola superiore di studi del commercio e per l'istituzione della università (Storia dell'Istituto superiore di scienze economiche e commerciali, in Archivio scientifico, V [1930-1931], pp. 9-178; ripubblicata nel 1932 e nel 1938).
La passione civile non impedì al F. di dedicarsi con impegno all'attività di ricerca e all'insegnamento. Per quasi un quarantennio coprì la cattedra di economia politica e di statistica, schierandosi con i teorici dell'economia, come il Cognetti de Martiis, che erano contrari a svincolare la scienza economica dal rapporto con la sociologia e con la storia.
La sua rigorosa adesione all'indirizzo positivistico è individuabile nelle sue numerose pubblicazioni di carattere teorico-didattico (Breve svolgimento storico dell'economia sociale. Prelezione al corso di economia e statistica della R. Scuola commerciale di Bari, Bari 1880; Il socialismo di Stato nella ragione e nella vita odierna, Bologna 1887; Il pensiero economico nella moderna sociologia. Discorso inaugurale dell'anno accademico 1898-1899, Bari 1898; Saggio di geografia economica di Terra di Bari, Trani 1900; Sistema di economia politica, brevemente svolto nella parte teoretica della scienza, ibid. 1910).
Il F. morì a Bari l'8 dic. 1935.
Bibl.: G.M. Pugliese, recens. a Il contadino nella Terra di Bari, in Riv. di giurisprudenza, III (1878), ff. VII-VIII, pp. 623 s.; G. Della Borri, idem, in La Puglia agricola, 12luglio 1878; N. Di Cagno-Politi, recens. a Le Confraternite..., in Spartaco, 22giugno 1886; G. Beltrami, recens. a La Terra di Bari, in Arch. stor. per le prov. napol., n.s. XXVI (1940), I, pp. 96-103; L. Lembo, S. F., in La Gazzetta del Mezzogiorno, 15maggio 1937; In memoria del prof. S. F., Bari 1938; F. De Felice, L'agricoltura in Terra di Bari dal 1880 al 1914, Mlano 1971, pp. 17-48, 271-411; S. Mazzone Ruggiero, Aspetti del pensiero economico meridionale nel periodo postunitario: S.F. (1851-1935), in Economia e Storia, s. 2, I (1980), pp. 556-574; E. Di Ciommo, Bari 1806-1940. Evoluzione del territorio e sviluppo capitalistico, Milano 1984, ad Ind.; A. Di Vittorio, Cultura e Mezzogiorno. La facoltà di economia e commercio, Bari 1886-1986, Bari 1987, ad Ind.; A. Aiello, Gli studi di economia politica a Bari..., in Delta, n. 30, novembre-dicembre 1987, pp. 60 s.