CASTIGLIONE, Sabba da
Discendente dalla storica famiglia, cui appartiene il celebre Baldassare, nacque in Milano circa il 1480, e fu cavaliere gerosolimitano. Militò a Rodi dal 1505 al 1508, poi si stabilì a Roma, dove giunse alla carica di procuratore generale dell'Ordine. Ottenuta nel 1517 la commenda di S. Maria Maddalena in Faenza, si stabilì e visse colà fino alla morte, avvenuta nel 1554, dedicandosi alle opere di pietà, all'istruzione dei fanciulli poveri, per cui aprì pubbliche scuole, e alla sua passione di collezionista d'oggetti artistici e di libri rari.
L'opera per la quale fra Sabba sopravvive nella storia letteraria sono i suoi Ricordi ovvero ammaestramenti, "ne' quali... si ragiona di tutte le materie onorate, che si ricercano a un vero gentil'huomo". Li pubblicò una prima volta nel 1546 e contenevano 72 Ricordi, una seconda nel 1549 con 124 Ricordi, una terza nel 1554 con 133. Da questo momento, le edizioni si moltiplicarono, tanto che fino al principio del sec. XVII se ne contano venticinque. In quest'opera, scritta per uso del nipote Bartolomeo, Sabba tratta il suo argomento in forma piuttosto sentenziosa e pesante, ispirandosi soprattutto ai rigidi principî della morale cristiana, ma inserendo anche curiose notizie riguardanti la storia dell'arte e del costume.
Bibl.: I. Massaroli, Fra S. da C. e i suoi ricordi, in Archivio storico lombardo, s. 2ª, VI (1889); P. Zama, Le istituzioni scolastiche faentine nel Medioevo, Milano 1920, p. 70 segg.; G. Cornaggia Medici, Stato e Chiesa in S. da C., in Studi sassaresi, 1936, p. 5 segg.; F. Lanzoni, La Controriforma nella città e diocesi di Faenza, Faenza 1925.