MOSCATI, Sabatino
– Nacque a Roma il 22 novembre 1922, da Giuseppe e da Lida Sadun.
Impossibilitato ad accedere all’università statale a causa delle leggi discriminatorie verso gli ebrei, conseguì la licenza del Pontificio istituto biblico nel 1943, laureandosi nel 1945 con una tesi in cui ebbe relatore Francesco Gabrieli. Quest’ultimo, il gesuita tedesco Alfred Pohl, assirologo del Pontificio istituto, Giorgio Levi Della Vida e – indirettamente – Giuseppe Tucci formarono il gruppo di maestri cui Moscati si sentì legato da un particolare vincolo scientifico e umano.
Ottenute le libere docenze in ebraico e lingue semitiche comparate e in storia e istituzioni musulmane, fu nominato professore incaricato nelle Università di Roma (1946-54), Firenze (1950-52) e all’Istituto universitario orientale di Napoli (1953-58). Alla fine del 1954, vinto il concorso di ebraico e lingue semitiche comparate, fu chiamato a insegnare la disciplina, poi denominata filologia semitica, all’Università di Roma La Sapienza, dove restò come professore ordinario fino al 31 ottobre 1982. Dall’anno accademico 1982-83 si trasferì all’Università di Roma Tor Vergata.
Tra gli anni Quaranta e Cinquanta, sotto la guida di Gabrieli, Moscati scrisse diversi saggi storici sul mondo arabo tra il periodo ommayade e abbaside, raccolti molti anni dopo nel volume Dal regno arabo all’impero musulmano (1992). Parallelamente a questo filone di studi iniziò a pubblicare una serie di contributi specialistici nell’ambito della filologia e della linguistica semitiche, mantenendo al contempo un costante impegno nella Bibliographie sémitique. I risultati di questi studi confluirono nelle Lezioni di linguistica semitica (1960) e in An introduction to the comparative grammar of the Semitic languages (1964); quest’ultima opera, realizzata con la collaborazione di specialisti come Anton Spitaler, Edward Ullendorff e Wolfram von Soden, oltre a costituire la summa dei suoi studi di linguistica semitica, resta ancora oggi importante punto di riferimento per i semitisti.
Nel frattempo, il 2 agosto 1951 aveva sposato Anna Enrico, dal matrimonio con la quale erano nate due figlie, Paola e Laura.
A partire dagli anni Sessanta, Moscati orientò le sue ricerche sulla componente fenicia della civiltà mediterranea, estendendole al mondo punico e ad altri aspetti della storia e dell’archeologia del Mediterraneo antico. Il saggio La questione fenicia (1963), nel quale affrontava le origini della civiltà fenicia in tutte le sue connotazioni agli inizi dell’età del Ferro, contiene in nuce i temi principali dei suoi studi successivi e della sua scuola, in una filiera dove si collocano Problematica della civiltà fenicia (1974) e La questione fenicia: venti anni dopo (1984).
Tesi di fondo di tutta la sua produzione sulla civiltà fenicia e punica è che la complessità del mondo mediterraneo non possa esaurirsi in una visione bipolare greca e romana, ma debba abbracciare le componenti culturali delle civiltà che hanno gravitato, più o meno stabilmente, sul Mediterraneo antico. Il mondo fenicio e punico viene così recuperato alla formazione della storia dell’Italia, al pari di quello dei Celti e di altri popoli italici: i risultati di queste convinzioni trovarono una forte resa iconografica nelle mostre sui Fenici (1988) e sui Celti (1991) organizzate a Venezia. In tale prospettiva, il Mediterraneo antico non è più visto come un’area culturale esclusivamente greco-romana, ma come parte di un orizzonte più ampio in cui si incontrano Oriente e Occidente, secondo un paradigma storiografico che Tucci aveva applicato a un Oriente più lontano in chiave eurasiatica. Questa coincidenza di prospettive storiografiche, portò Moscati dagli anni Settanta in avanti a potenziare l’orientalistica italiana.
Moscati superò gli orizzonti filologici dei suoi studi, grazie all’impulso dei risultati delle ricerche archeologiche, che lo condussero a occuparsi di storia e archeologia del Mediterraneo antico e dei problemi generali della ricerca archeologica. Organizzò e diresse fondamentali missioni archeologiche italiane (Palestina, Siria, Sicilia, Sardegna, Malta, Tunisia, scoprendovi antichità puniche) e pubblicò numerosi studi, sempre improntanti a una spiccata attenzione per l’accessibilità delle informazioni a un pubblico di non solo specialisti. Ne furono prova, tra gli altri, i lavori Archeologia mediterranea. Missioni e scoperte recenti in Asia, Africa, Europa (1966); Italia sconosciuta (1971); L’archeologia (1975); Le pietre parlano. Alla scoperta dell’Italia sepolta (1976); La civiltà mediterranea. Dalle origini della storia all’avvento dell’ellenismo (1980); L’archeologia oggi. Scienza e tecnica alla scoperta delle civiltà sepolte (1983); Passeggiate nel tempo. L’archeologia oggi tra avventura e scoperte (1990); Dove va l’archeologia? (1995); Un futuro per l’archeologia (1995). Anche a voler escludere quelle sulla stampa e quelle di divulgazione culturale, l’attività scientifica di Moscati fruttò circa 600 pubblicazioni, scandite nell’arco di una carriera segnata da riconoscimenti e premi nazionali e internazionali.
La sua multiforme attività scientifica e i suoi interessi poliedrici hanno avuto come conseguenza anche il rafforzamento disciplinare dei settori in cui ha operato, con la creazione di prestigiose strutture istituzionali. Nacquero, sulla scia del suo personale impegno e stimolo, insegnamenti in vario modo connessi agli studi fenicio-punici in varie università italiane: a Bologna, Cagliari, Firenze, Palermo, Pisa, Roma, Urbino, Venezia, Viterbo; furono fondati prima il Centro (1969) e poi l’Istituto per la civiltà fenicia e punica del CNR (1983).
Un Centro di ricerca sull’archeologia mediterranea e fenicio-punica Sabatino Moscati presso l’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente, è stato fondato nel 2007 in seguito alla donazione, da parte della famiglia dello studioso, della straordinaria collezione fotografica raccolta nel corso della sua vita di ricerca. Si tratta per lo più di materiale sulla civiltà fenicia e punica, ma parimenti notevole è documentazione relativa alle altre grandi culture storiche del Mediterraneo antico.
Moscati ricoprì molti ruoli di responsabilità in istituzioni scientifiche e culturali: direttore del Centro di studi semitici e poi dell’Istituto di studi del Vicino Oriente e della Scuola orientale dell’Università di Roma; direttore del Centro per le antichità e la storia dell’arte del Vicino Oriente e vicepresidente dell’Istituto per l’Oriente, nonché presidente del Consiglio scientifico dell’Istituto per la civiltà fenicia e punica del CNR, presidente del Comitato nazionale per gli studi e le ricerche sulla civiltà fenicia e punica del ministero dei Beni culturali e ambientali, direttore della Enciclopedia Archeologica presso l’Istituto dell’Enciclopedia italiana, presidente dell’Istituto italiano per il Medio ed Estremo Oriente, presidente dell’Unione accademica nazionale. Diede vita a pubblicazioni scientifiche come Oriens Antiquus, la Rivista di studi fenici e la Rivista degli studi orientali; numerose altre furono da lui dirette.
Membro effettivo della Pontificia accademia di archeologia, fu altresì socio corrispondente e poi socio nazionale, rispettivamente nel 1959 e nel 1968, dell’Accademia nazionale dei Lincei, di cui fu vicepresidente dal 1991 al 1994 e presidente dal 1994 al 1997.
Morì a Roma l’8 settembre 1997.
Opere: della vasta produzione scientifica di Moscati danno conto varie pubblicazioni curate dagli allievi, come G. Garbini, S. M. Bibliografia degli scritti 1943-1991, Pisa 1992; nel volume Scritti fenici minori (Roma 1988), a cura di E. Acquaro - S.F. Bondì - G. Garbini, sono raccolti 69 dei titoli di argomento fenicio e punico. Una bibliografia degli scritti si trova in Alle soglie della classicità. Il Mediterraneo tra tradizione e innovazione. Studi in onore di S. M., a cura di E. Acquaro, Pisa 1996, da integrare con un aggiornamento bibliografico, relativo ai soli studi fenici, nella Rivista di studi fenici, 25 (1997), pp. 121-137.
Fonti e Bibl.: La figura di S. M. e il suo servizio alla scienza (con bibl. a cura di G. Chiera), in Antiqua. Rivista dell’Archeoclub d’Italia, XXXII (1984), pp. 84-92; G. Brizzi, S. M. e l’epilogo della storia punica, in Rivista storica dell’antichità, XXVII (1997), pp. 215-221; G. Gnoli, S. M., 1922-1997, in East and West, XLVI (1997), pp. 428-433; A. Falzea, Ricordo di S. M., già presidente dell’Accademia. Roma, 8 maggio 1998, in Atti della Accademia nazionale dei Lincei. Rendiconti, classe di scienze morali, storiche e filologiche, s. 9, IX (1998), pp. 769-785; G. Gnoli, S. M., orientalista e storico del Mediterraneo antico, in Mediterraneo antico. Economie, società, culture, I (1998), pp. 575-582; M.G. Amadasi Guzzo, In memoriam S. M., 1922-1997, in Orientalia, LXVII (1998), pp. 306-310; G.C. Susini, S. M., 1922-1997, inAtti della Pontificia Accademia romana di archeologia. Rendiconti, LXX (1997-98), pp. 327 s.; P. Xella, S. M. e gli studi fenici: prima e dopo, in Rivista di studi fenici, XXXV (2007), pp. 123-127; Incontro di studio in ricordo di S. M.,Roma, 7-8 novembre 2007, «Atti dei convegni Lincei», 244, Roma 2009.