RUYSBROECK (pr. röisbruk), Giovanni, beato
Chiamato anche "il dottore Ammirabile", è il più grande mistico dei Paesi Bassi; nacque nel 1293 nel villaggio di Ruusbroec (oggi Ruysbroeck, vicino a Bruxelles), da cui prese il cognome (latinizzato in Rusbrochius), e morì il 2 dicembre 1381 a Groenendael (Vallis viridis), presso Waterloo (Bruxelles). In età di 11 anni, abbandonò la madre e si recò a Bruxelles presso un suo parente, Giovanni Hinckaert, canonico di S. Gudula, che menava vita molto ascetica con un suo collega Franco di Caudenberg: questi due s'incaricarono della formazione letteraria e spirituale del ragazzo, ottenendo tuttavia migliori successi nella seconda che nella prima. Nel 1317 fu ordinato sacerdote e ottenne una prebenda a S. Gudula, continuando in tale condizione a far vita austera per 26 anni insieme con i suoi due benefattori. In questo tempo ebbe occasione di scrivere in fiammingo qualche trattatello polemico - oggi perduto - contro seguaci della setta dei Fratelli del libero spirito, capeggiati allora da una donna, Bloemardinne, ma che si ricollegavano alle correnti dei fraticelli, albigesi e catari; con quei trattatelli il R. combatteva la mistica di detti eretici, e alle loro dottrine alluse poi spesso nei suoi scritti successivi.
Forse per sfuggire alle persecuzioni attirategli dalle sue polemiche, ma certamente anche più per desiderio di vita maggiormente ascetica, nel 1343 il R. con i suoi due compagni si ritirò nella foresta presso Groenendael; ivi, affluiti molti altri seguaci, nel 1349 fu eretta ufficialmente una casa di canonici regolari (v. agostiniani), che in seguito diffondendosi altrove fu centro della particolare congregazione di Groenendael. Di questa casa il R. fu eletto priore; in tale carica morì, dopo essersi acquistata gran fama di scrittore mistico ed essere stato visitato forse da Giovanni Tauler e certamente da Gerardo Groote. Su questi influì moltissimo (sul primo con i suoi scritti), e attraverso il Groote influì sulla corrente dei Fratelli della vita comune e quindi su Tommaso da Kempis.
Il culto prestato in taluni luoghi al R. fu riconosciuto dalla S. Sede nel 1908 come datato ab immemorabili tempore, e al R. fu attribuito il titolo di beato. La sua festa cade il 2 dicembre.
Il periodo di Groenendael fu il più fecondo per l'attività letteraria del R. Di solito egli si ritirava in luoghi remoti della selva di Groenendael, portandosi appresso una tavoletta incerata per scrivervi degli appunti sommarî; ivi entrato in contemplazione prendeva appunti, e tornato poi nel monastero scriveva secondo il contenuto della tavoletta su un codice. Seguì quest'abitudine anche in età assai avanzata, allorché tuttavia si serviva di un amanuense per stendere i suoi scritti. Egli scrisse in fiammingo per essere accessibile a ogni ceto dei suoi contemporanei, non perché - come fu supposto senza fondamento - non conoscesse il latino; la sua cultura letteraria non si elevava sopra la mediocrità, ma includeva certamente la conoscenza del latino, come del resto richiedeva la sua condizione di sacerdote. Le opere certamente sue sono le seguenti: Vanden Rike der Ghelieven (Del Regno degli amanti [di Dio]); Vander Cierheit der gheesteleker Brulocht (Dell'ornamento delle nozze spirituali); Van den blinckenden Steene (Della pietra scintillante); Van den vier Becoringen (Delle quattro tentazioni); Van den kerstenen Ghelove (Della fede cristiana); Van den gheesteliken Tabernacule (Del tabernacolo spirituale); Van den seven Sloten (Delle sette clausure); Spieghel der ewigher Salicheit (Specchio dell'eterna salute); Van seven Trappen inden graet der gheesteliker Minnen (Di sette gradini dell'amore spirituale); Van der hoechster Waerheit (ovvero Samuel: Della somma verità); Van den twaelf Beghinen Delle dodici beghine [devote]); forse anche Van den twaelf Dogheden, (Delle dodici virtù). vi sono poi alcune lettere certamente autentiche, e gli vengono attribuiti anche un Riassunto di tutta la vita spirituale, due Cantici molto spirituali, una Orazione brevissima ma molto pia.
Il R. non ha esposto sistematicamente il suo pensiero mistico in nessuno dei suoi scritti; a questa saltuarietà di esposizione si aggiunge l'altra difficoltà del suo modo d'esprimersi, talvolta vago e appena allusivo, tal altra sottilissimo e profondo: molte sue espressioni furono interpretate per panteistiche, ma senza alcun dubbio il suo pensiero non fu tale. Egli parte dalla contemplazione di Dio e scende all'uomo, ma per risalire poi a Dio e mostrare come vi sia uno spontaneo richiamo dell'uno all'altro e un'intima tendenza all'unione fra i due.
Gli scritti del R. furono editi tutti insieme per la prima volta in traduzione latina dal certosino Lorenzo Surius, J. Rusbrochii... opera omnia nunc e Brabantiae germanico idiomate reddita latine (Colonia 1552, riedita più volte in seguito); un'edizione del testo originale fu data da J.-B. David (voll. 6, di cui l'ultimo postumo, Gand 1858-1868: edizione assai rara e non soddisfacente); un'altra edizione è in preparazione. Moltissime le traduzioni parziali in varie lingue; una totale in francese è in corso di pubblicazione a cura dei benedettini di Saint-Paul de Wisques, Oeuvres de Ruysbroeck l'Admirable (finora 3 volumi, Bruxelles 1912 segg.).
Bibl.: Fra i molti studî ricordiamo: A. Auger, De doctrina et meritis J. v. R. (tesi di laurea), Lovanio 1892; id., Étude sur les mystiques des Pays-Bas au M.-Â., Bruxelles 1892; M. Maeterlinck, L'Ornement des noces spirituelles de R. l'Admir. traduit du flamand et accompagné d'une introduction, Bruxelles 1908; F. Fofi, Vita e dottrina del b. G. R... Segue la traduzione dello Specchio dell'eterna salute, Roma 1909; A. Wautier d'Aygalliers, R. l'Admirable, Parigi 1923; G. Dolezich, Die Mystik J. v. R.s, Habelschwerdt 1926; M. D'Asbeck, La mystique de R. l'Admirable, Parigi 1930. Ulteriore bibliografia è segnalata nelle varie annate di Ons geestelijk Erf, Anversa 1927 segg.