Guerra, Ruy (propr. Guerra Coelho Pereira, Ruy Alexandre)
Regista cinematografico mozambicano, nato a Lourenço Marques (od. Maputo) il 22 agosto 1931. Artista eclettico, ha realizzato la maggior parte delle sue opere in Brasile, dove ha contribuito con i suoi film alla nascita del Cinema Nôvo, ma è stato anche sceneggiatore, attore, autore di pièces teatrali e di testi per i più prestigiosi interpreti della musica popolare brasiliana. È stato premiato con l'Orso d'argento al Festival di Berlino in due occasioni: rispettivamente nel 1964 per Os fuzis (1963; I fucili) e nel 1978 per A queda (1976), firmato con Nelson Xavier.
Dopo aver compiuto gli studi in Portogallo esordì dietro la macchina da presa girando in Mozambico i suoi primi cortometraggi in 8 e 16 mm. Nella prima metà degli anni Cinquanta studiò presso l'IDHEC a Parigi regia, produzione e montaggio, e iniziò a lavorare prima come assistente operatore, poi come assistente alla regia di Jean Delannoy nel film Chiens perdus sans collier (1955). Nel 1958 si trasferì in Brasile, a Rio de Janeiro, dove lavorò come regista ma anche come montatore (montò tra l'altro l'episodio diretto da Carlos Diegues Escola de samba, alegría de viver per il film collettivo Cinco vezes favela, 1962 e il lungometraggio Esse mundo é meu, 1964, di Sergio Ricardo). I suoi primi lungometraggi sono anche i più significativi: Os cafajestes (1962), storia di due giovani criminali di Copacabana, è considerato il film brasiliano maggiormente influenzato dalla Nouvelle vague francese e una delle prime e più tipiche espressioni del Cinema Nôvo; in Os fuzis è centrale uno dei luoghi caratteristici del cinema brasiliano degli anni Sessanta, il Nordeste brasiliano, rappresentato come luogo di ingiustizie sociali ma anche elevato a territorio dell'azione politica e della sensibilità artistica. Non c'è in questo film una vera e propria storia, ma una situazione: alcuni soldati devono proteggere un magazzino di derrate alimentari per evitare gli assalti da parte della povera popolazione del luogo. Il film denuncia lo sfruttamento del Nordeste e si sviluppa su due piani visivi, proponendo un uso originale dei primi piani che si sovrappongono in continuazione: da un lato l'immagine del paesaggio, dall'altro le figure umane, della popolazione locale e dei soldati, in un drammatico crescendo di tensione che sfocia nella tragedia conclusiva. Dopo un breve soggiorno a Parigi e l'esperienza della produzione francese di Ternos caçadores (1969), G. tornò in Brasile per dirigere Os deuses e os mortos (1970), un film ricco di suggestioni che mescola cinema e teatro nei modi della recitazione e nella costruzione della sceneggiatura e delle riprese. Nel 1976 diresse insieme a Xavier A queda, che rappresenta un'esperienza singolare nel panorama cinematografico brasiliano dell'epoca: si tratta infatti del primo film a soggetto a essere stato filmato in 16 mm e successivamente 'gonfiato' in 35 mm, ed è anche un provocatorio ritorno alle origini sobrie del cinema novista, in controtendenza rispetto alle ricche produzioni che l'Embrafilme (Empresa Brasileira de Filmes), l'ente cinematografico di Stato, iniziava a realizzare in quegli anni. Dopo la conquista dell'indipendenza da parte del Mozambico, G. vi tornò nella seconda metà degli anni Settanta per organizzare l'Instituto Nacional de Cinema, e nel 1979 girò il suo sesto lungometraggio, Mueda, memória e massacre, storia del massacro di mozambicani compiuto dai portoghesi nella città nel 1960: i sopravvissuti alla strage ogni anno si ritrovano nello stesso luogo per commemorare le vittime attraverso una messa in scena teatrale. Secondo la definizione dello stesso autore, il film è una sorta di horror, che trae la sua forza proprio dall'orrore degli eventi descritti. Nel 1983 G. ha girato in Messico Eréndira, trasposizione cinematografica del romanzo di G. García Márquez: pur conservando tutta la forza caustica e lo humour critico del romanzo, il regista ha realizzato un film che, nell'affrontare i valori borghesi e la simbiosi tra autoritarismo e conformismo, si illumina di una luce a tratti buñueliana. Nel 1985 ha diretto Opera do malandro, opera musicale di Ch. Buarque de Hollanda e rifacimento dell'Opera da tre soldi di B. Brecht, una curiosa e inedita ibridazione tra gli aspetti politici propri del testo originale e una nuova dimensione magica. Dopo Fábula da bella palomera (1987) è stato autore di Kuarup (1988), presentato in concorso al Festival di Cannes dell'anno successivo, tratto dal romanzo di A. Callado e uno dei più significativi sforzi produttivi del cinema brasiliano, e Me alquilo para soñar (1992), realizzato per la televisione spagnola. Nel 2000 è tornato, ancora in concorso, a Cannes con un altro adattamento letterario (da Buarque de Hollanda), Estorvo, che racconta l'incubo di un uomo minacciato da un individuo dal volto inquietante, portatore di sventura.