RUTENI
. Uno dei tre termini per indicare i Piccoli Russi o Ucraini (v. ucraina). Riferito all'attuale nazione o lingua ucraina, l'uso ne è in pieno regresso; limitato alle propaggini russe meridionali in territorio politicamente polacco, ha invece tuttora nell'Occidente (ted. Ruthenen, fr. Ruthènes) una discreta vitalità, specialmente in Italia, dove ha a suo suffragio la tradizione umanistica. Infatti Rutheni non è altro se non la forma latina, o meglio latinizzata - di formazione però non ben chiara - di Russi, e come tale, cioè come sinonimo di Russi kieviani, l'uso ne risale ai secoli XII e XIII. Quando poi il centro politico e nazionale dei Russi si spostò verso il nord, cagionando una differenziazione tra Russi settentrionali e Russi meridionali, sottoposti prima al dominio lituano e poi a quello direttamente polacco o polacco-lituano, allora il termine di Ruteni servì a distinguere, in latino, dai Moscoviti, sudditi degli zar, gli abitanti slavi, ma non polacchi, della repubblica polacca. Così, ad es., lo scrittore polacco Orzechowski (sec. XVI) si dichiarava "Gente Ruthenus, natione Polonus", o anche semplicemente "Ruthenus". Dopo le spartizioni della Polonia il termine divenne ufficiale in Austria per designare le popolazioni rutene della Galizia orientale.