ruralista
s. m. e f. e agg. Chi o che si richiama ai valori tradizionali della vita contadina.
• Prelievi a campione, dunque, tra collina e piana, non certo esplorazione sistematica. Ma quel che scorre sotto i nostri occhi è comunque un completo atlante di gesti, oggetti, attitudini, che a volte contraddice la retorica ruralista del regime fascista. (Michele Smargiassi, Repubblica, 29 settembre 2009, Bologna, p. XIII) • Populistici a modo loro saranno i fascismi, sia in versione ruralista e volkisch oppure ariano-mediterraneo e imperiale («il posto al sole»). Populista e nazionalista è anche il marxismo castrista, e lo Chavismo venezuelano. (Bruno Gravagnuolo, Unità, 23 luglio 2011, p. 39) • «Coltivatore d’idee nell’orto dove la vita di tutti i giorni s’incontra con la metafisica, ruralista, storico della cultura e fabbricante di lunari», come si definisce, [Massimo] Angelini fa della sua passione per la terra e per gli uomini e le donne che la custodiscono e la coltivano una chiave di lettura della nostra società e ancor più delle relazioni che sappiamo o non sappiamo più creare nel nostro quotidiano. (Enzo Bianchi, Secolo XIX, 24 giugno 2017, p. 39, Xte Società).
- Derivato dall’agg. rurale con l’aggiunta del suffisso -ista.
- Già attestato nell’Unità del 21 settembre 1966, p. 8, Cultura (Renzo Stefanelli), usato con funzione di s.
> neoruralista.