RUHR (XXX, p. 232)
Il bacino minerario della Ruhr fa parte attualmente della zona di occupazione britannica in Germania ed è compreso nel Land Reno settentrionale-Vestfalia. Per le operazioni militari che portarono alla conquista della regione, v. germania, in questa seconda App., I, pp. 1042-1043.
La questione della Ruhr. - Nella conferenza di Jalta del febbraio 1945 Churchill, Roosevelt e Stalin si accordarono per "eliminare o controllare ogni industria tedesca che potesse essere utilizzata per produzioni di carattere militare". Nella conferenza di Potsdam (luglio-agosto dello stesso anno) tale concetto fu ribadito. Ma l'assicurazione di "controllare l'industria tedesca e tutte le transazioni economiche e finanziarie internazionali, comprese le esportazioni e le importazioni, allo scopo di impedire alla Germania di sviluppare un potenziale bellico" non parve soddisfacente alla Francia. Infatti la Francia, che aveva sperimentato nel breve periodo di venticinque anni per ben due volte la violenza del "potenziale bellico" tedesco, desiderava garanzie concrete, e siccome il centro industriale della Germania era costituito dalla Ruhr, Parigi sollevò la questione. Nel giugno 1946 il Comitato francese per la riva sinistra del Reno e il Comitato belga per il Reno pubblicarono un progetto in cui chiedevano la separazione della Renania dalla Germania, l'unione della Saar alla Francia, la sottrazione della Ruhr e della Renania, sia economicamente sia strategicamente, all'influenza della Germania, e l'internazionalizzazione della economia di questi paesi. Alla politica perseguita dalla Francia nella questione della Ruhr si opposero le altre grandi potenze. Molotov, nel luglio successivo, alla conferenza di Parigi, dichiarò di volere una Germania indipendente, cosa impossibile se essa restasse priva della Ruhr. Lo stesso punto di vista adottarono sostanzialmente gli Stati Uniti. La Francia non recedette però dalla sua posizione. Nelle conferenze di Londra (23 febbraio-1° giugno 1948), alle quali parteciparono rappresentanti della Gran Bretagna, degli Stati Uniti, della Francia, dell'Olanda, del Belgio e del Lussemburgo, si raggiunse effettivamente un accordo su un controllo internazionale delle industrie della Ruhr. L'accordo stesso non fu però gradito dai Francesi, e l'Assemblea nazionale lo ratificò con riserva, richiedendo l'internazionalizzazione delle miniere di carbone e delle industrie fondamentali, nonché un'effettiva partecipazione francese al controllo del potenziale industriale tedesco. Le autorità inglesi e americane in Germania emanarono invece, in seguito, una legge (10 novembre 1948) che praticamente rimetteva il controllo delle industrie nelle mani dei Tedeschi. Di fronte alle proteste francesi, gli S. U. e la Gran Bretagna, pur non recedendo dalle loro posizioni, ammisero la Francia nella commissione di controllo anglo-americana della Ruhr, a garanzia della "sicurezza" francese.
Bibl.: Sull'atteggiamento delle grandi potenze nei riguardi della questione della Ruhr cfr. J. F. Byrnes, Speaking frankly, Londra-Toronto 1947 (trad. ital.: Carte in tavola, Milano 1948).