SETTIMO, Ruggiero
Uomo politico, nato a Palermo il 19 maggio 1778, morto a Malta il 2 maggio 1863. Entrato (1791) all'Accademia di marina di Napoli, ne uscì guardiamarina; prese parte alla spedizione di Tolone contro la Francia (settembre 1793). Nel 1795 combatté nello scontro navale di Capo Tagliato, nel Golfo di Fréjus, e nel 1798, quand'era già (dal 1796) alfiere di vascello fu della squadra comandata dal Caracciolo, incaricata di dar la caccia ai Barbareschi che infestavano il Tirreno. Seguì la corte borbonica a Palermo, e il 26 aprile fu promosso tenente di vascello al comando della Lipari, che il 18 giugno 1800, incrociando nell'Adriatico, fu catturata dalla squadra inglese. Accompagnò a Napoli nel 1802 re Ferdinando, ma nel 1806 tornò in Sicilia con la corte borbonica e, promosso capitano di corvetta (12 aprile), ebbe incarico d'incrociare sulle coste calabresi con l'Aurora, che fu poi inviata a Gaeta, cooperando con la squadra inglese alla difesa di quella fortezza. Nel 1811 il S. si ritirò dal servizio e nel 1812 fu nominato ministro della Marina, ma si dimise subito dopo che re Ferdinando entrò in Palermo (marzo 1813). Tornò ministro della Guerra nel terzo gabinetto siciliano, sino al luglio 1814. Durante la rivoluzione del 1820 il S. fu dei principali cittadini siciliani che si adunarono nel palazzo San Cataldo per chiedere il ripristinamento della costituzione del 1812; fu poi membro della giunta provvisoria di tranquillità e sicurezza (12 settembre 1820), sciolta la quale e tornata più feroce la reazione, il S. accettò di far parte del decurionato di Palermo che il 14 aprile 1821 firmò "l'atto di soggezione", ciò che valse ad alienargli allora l'animo dei liberali siciliani Nel 1832 fu chiamato a far parte della commissione centrale di salute pubblica, quindi di quel Magistrato supremo di salute che nel 1836 ebbe incarico di organizzare i servizî pubblici per combattere il colera. Quando Palermo insorse il 12 gennaio 1848, il S. che era inviso al governo per le sue idee liberali, fu designato a capeggiare il governo provvisorio. Approvò l'atto di decadenza di re Ferdinando dal trono di Sicilia e la proposta di acclamare in suo luogo un principe di casa Savoia; ma la sua azione come uomo di governo fu argomento di critiche. Caduto il governo provvisorio, quando il Filangeri occupò l'isola, il S. andò in esilio a Malta (22 aprile 1849). Garibaldi, padrone di Palermo (27 maggio 1860), lo invitò a tornare in Sicilia, ma il S. declinò l'offerta per ragioni di salute e di età, approvando tuttavia l'annessione dell'isola al regno d'Italia (21 ottobre 1860). Fu nominato senatore del regno il 20 gennaio 1861.
Bibl.: C. Avarna di Gualtieri, R. S. nel Risorgimento, Bari 1928.