GERLIN, Ruggero
Nato a Venezia il 5 genn. 1899 da Armando e Amelia Nicoletti, si dedicò giovanissimo allo studio della musica. Diplomatosi in pianoforte presso il conservatorio G. Verdi di Milano, nel 1920 si recò a Parigi per seguire le lezioni della clavicembalista Wanda Landowska, incontro che si rivelò determinante nella sua formazione artistica e professionale.
In quell'anno la celebre musicista polacca faceva ritorno in Francia dopo un lungo periodo di assenza: impegnata in un ciclo di lezioni alla Sorbona, passò in seguito all'École de musique ancienne, prestigioso centro di studi clavicembalistici da lei fondato a Saint-Leu-La-Forêt nel 1925.
È in tale contesto che il G. ebbe modo di farsi apprezzare per le notevoli doti interpretative. Dedicatosi all'attività concertistica, si esibì sia come solista, sia in duo con la Landowska, della quale divenne in breve tempo assiduo collaboratore. Intraprese così una brillante carriera internazionale, che lo condusse nei maggiori centri europei, impegnandolo ininterrottamente sino al 1940.
In seguito all'occupazione nazista, la Landowska fu costretta a lasciare la Francia e a trasferirsi negli Stati Uniti; anche il G. interruppe il proprio soggiorno parigino, e rientrato in Italia prese dimora a Napoli, ove dal 1941 gli fu assegnata la cattedra di clavicembalo al conservatorio di S. Pietro a Majella.
A testimonianza della stima ormai conquistata negli ambienti musicali, fu anche chiamato a inaugurare i corsi di perfezionamento in clavicembalo all'Accademia musicale Chigiana di Siena.
I biografi sono concordi nel far coincidere tale data con l'anno 1947, tuttavia, dalla lettura dei programmi (riportati dal Pinzauti), il nome del G. risulta già a partire dalla stagione 1942-43.
Nell'ambito del prestigioso centro di studi (che lo vide impegnato ininterrottamente sino al 1978), contribuì alla divulgazione dell'antico patrimonio musicale italiano, interesse che caratterizzò del resto l'intera sua attività artistica.
In occasione delle rinomate Settimane musicali senesi, diede un decisivo apporto alla conoscenza del repertorio clavicembalistico sei-settecentesco, cimentandosi in opere di autori quali B. Galuppi, N. Porpora, J.S. Bach e G.F. Händel. In particolare si ricordano, nell'ambito delle manifestazioni vivaldiane, le sue esecuzioni dei Concerti per clavicembalo op. 3 n. 9 (21 sett. 1948) e op. 7 n. 8 (17 sett. 1949).
Apprezzato per la purezza stilistica delle sue interpretazioni, tenne inoltre un ciclo di conferenze attinenti ai principali temi delle rassegne (tra le altre, il Pinzauti riporta quella del 1957, relativa ai problemi del "bel canto", e del 1958, sulle "forme di danza nella musica strumentale da camera").
Frattanto andava consolidandosi la sua fama presso gli ambienti musicali partenopei: stimato soprattutto come didatta, fu anche acclamato in numerosissimi concerti, tra i quali si ricorda quello del 28 ott. 1969, per l'inaugurazione dell'auditorium della reggia di Capodimonte, nell'ambito della XII edizione dell'Autunno musicale napoletano.
In tale occasione il G. si cimentò in opere di A. e D. Scarlatti, G. Greco, N. Porpora e D. Perez, riscuotendo ampi consensi da parte del pubblico, ma soprattutto dalla critica, che ne lodò "la raffinata interpretazione" reputandolo altresì "assoluto padrone dello strumento" (Il Mattino).
In seguito, ritiratosi dall'insegnamento ufficiale e abbandonati i propri impegni alla Chigiana, fece ritorno a Parigi, città nella quale svolse ancora la propria attività didattica sino alla morte, il 17 giugno 1983.
La fama del G. è legata soprattutto alla sua opera di revisore, cui si diede con scrupoloso impegno, al fine di valorizzare un illustre e quantomeno dimenticato patrimonio strumentale italiano. A tale proposito si ricordano, per la serie I classici musicali italiani, le sue edizioni delle opere per clavicembalo di G.B. Graziosi (12 sonate per clavicembalo, 1943), di A. Scarlatti (Primo e secondo libro di toccate, 1943) e di B. Marcello (10 sonate per clavicembalo, s.d.).
Realizzò inoltre numerose incisioni discografiche, attività quest'ultima cui si dedicò sin dal 1929, e che gli valse ambiti riconoscimenti, tra i quali nel 1948 e nel 1966 il prestigioso Grand Prix du disque.
Tra le registrazioni si ricordano in particolare (per L'Oiseau-Lyre): G.Ph. Telemann, Sonata in la minore; J.Ch. Pepush, Sonata in do minore; G. Paisiello, Concerto in do maggiore per clavicembalo e orchestra; F. Durante, Concerto in si bemolle maggiore per clavicembalo e archi; D. Auletta, Concerto in sol maggiore per clavicembalo e archi; F. Mancini, Concerto a 4 in mi minore; F. Couperin, Concerts royaux, n. 3; (per la Vanguard): Chansons de Noël.
Fonti e Bibl.: Necr. in Nuova Rivista musicale italiana, XVII (1983), p. 671; notizie in Il Mattino, 30 ott. 1969; Nuova Rivista mus. italiana, III (1969), p. 1139; IV (1970), p. 815; V (1971), p. 557; L. Pinzauti, L'Accademia musicale Chigiana, Milano 1982, pp. 54, 67 s., 73, 91, 95, 131, 138, 143; A. Della Corte - G.M. Gatti, Diz. di musica, Torino 1959, p. 717; F. Michel, Encyclopédie de la musique, II, Paris 1959, p. 251; Diz. musicale Larousse, I, Milano 1961, p. 729; Chi è? 1961, p. 317; Encicl. della musica Ricordi, Milano 1964, p. 197; The New Grove Dict. of music and musicians, VII, p. 260; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, III, p. 167.