rugby
Il possesso di una palla ovale
Il rugby è uno sport di contatto, il cui regolamento prevede un certo livello di violenza fisica ma protegge i giocatori da infortuni gravi mediante restrizioni e penalità severe che limitano la violenza e le azioni scorrette
Oscar Wilde, scrittore irlandese della fine dell’Ottocento, ha definito il rugby «il modo migliore per tenere trenta energumeni lontani dal centro». Gli appassionati del gioco preferiscono un detto popolare inglese: «Il calcio è uno sport da gentiluomini giocato da villani; il rugby è uno sport da villani giocato da gentiluomini».
La contrapposizione tra i due giochi è molto antica, forse proprio perché hanno radici comuni: secondo gli storici francesi e anglosassoni entrambi derivano dal gioco della choule o soule praticato nel Nord della Francia e in Inghilterra già nel Medioevo. La soule era un sacco di cuoio riempito di paglia che veniva calciato, lanciato o colpito con un bastone, a seconda delle tradizioni locali, da un numero variabile di giocatori, spesso gli abitanti di interi villaggi. Il gioco è stato poi regolamentato in forme diverse in Gran Bretagna dando origine al calcio, al rugby e all’hockey.
Nel mondo del rugby si dà per buona la leggenda di William Webb Ellis, uno studente della Rugby School nella cittadina inglese di Rugby, che per primo nel 1823, invece di calciare il pallone lo avrebbe preso in mano e si sarebbe messo a correre verso la porta, segnando così una delle differenze tra calcio e rugby. È comunque documentato che tre studenti della Rugby School stabilirono il primo regolamento scritto nel 1845 e che questo venne poi ripreso in molte altre scuole e società sportive della Gran Bretagna, degli Stati Uniti, del Canada e dell’Australia.
Nel 1886 le regole furono unificate a livello internazionale con la creazione dell’International rugby board (irb). Nel 1895 si arrivò a una scissione tra il gioco professionistico, detto Rugby league con squadre di 13 giocatori, e quello con squadre di 15 detto Rugby union, molto più diffuso anche a livello internazionale, che è rimasto rigorosamente amatoriale fino al 1995, quando l’irb ha ammesso la retribuzione dei giocatori e le sponsorizzazioni. Il rugby a 7, nato in Scozia nel 1883, si gioca come quello a 15 ma con due tempi di 7 anziché di 40 minuti.
Oltre alla Coppa del mondo, sono molto seguiti il Torneo delle sei nazioni tra Inghilterra, Scozia, Galles, Irlanda, Francia e Italia, e il Tri nations series tra Australia, Sudafrica e Nuova Zelanda il rugby più spettacolare viene giocato dalla celebre squadra neozelandese degli All Blacks e da quella francese, 15 de France.
Il rugby femminile è abbastanza recente: il primo campionato nazionale italiano è stato disputato nel 1985, la prima Coppa del mondo nel 1991.
Finora, il rugby a 15 è stato incluso nel programma olimpico nel 1900 (Parigi) con Francia, Germania e Gran Bretagna, nel 1908 (Londra) con Gran Bretagna e Australia, nel 1920 (Anversa) con Stati Uniti e Francia, nel 1924 (Parigi) con Francia, USA e Romania ed è poi stato definitivamente escluso anche se la finale, Stati Uniti-Francia (17-3) fu seguita da 30.000 spettatori.
Oltre all’impiego di un pallone ovale e di una porta a forma di H, le particolarità del rugby sono la movimentazione del pallone e la mischia; si può correre con il pallone, calciarlo, oppure lanciarlo indietro o lateralmente, mai in avanti, a un compagno. La mischia è una fase particolare del gioco nella quale due gruppi di giocatori in formazione serrata spalla contro spalla, si contendono il pallone lanciato in mezzo a loro da un altro giocatore. Il giocatore in possesso di palla può essere buttato a terra (placcato) o trattenuto, ma sono vietati gli sgambetti e le prese al collo o alla testa.
Per segnare una meta, che vale 5 punti, il pallone deve essere schiacciato a terra dietro la linea della porta. La trasformazione della meta (2 punti) si ottiene calciando il pallone tra i pali della porta, sopra la traversa. Un calcio piazzato vale invece 3 punti.
Altra particolarità del rugby è il cosiddetto terzo tempo: per tradizione, al termine della partita i giocatori delle due squadre e gli spettatori vanno a bere un bicchiere insieme per festeggiare l’incontro!