Ruffini
Ruffini Paolo (Valentano, Viterbo, 1765 - Modena 1822) matematico italiano. Compì gli studi universitari presso l’università di Modena, dove nel 1788 ottenne la cattedra di istituzioni analitiche. Venne allontanato dall’insegnamento per aver rifiutato di prestare giuramento alla Repubblica cisalpina. Soppressa l’università di Modena, passò a insegnare al ginnasio. Dopo la caduta di Napoleone, Francesco iv istituì di nuovo l’università di Modena e Ruffini riprese a insegnarvi e ne divenne rettore. Algebrista insigne, diede avvio al rinnovamento dell’algebra poi ripreso da N.H. Abel. La sua opera Teoria delle equazioni (1790), che segnò l’inizio delle profonde trasformazioni che la teoria dei gruppi avrebbe portato in algebra, contiene la prima dimostrazione, anche se non sempre chiara e rigorosa, del teorema fondamentale dell’algebra, ossia dell’impossibilità di risolvere per radicali le equazioni di grado superiore al quarto (→ Abel-Ruffini, teorema di). Questo importante risultato fu da lui reso pubblico nel 1808 in una memoria inviata al segretario dell’Académie des sciences di Parigi. Lo scritto di Ruffini fu sottoposto al giudizio di J.-L. Lagrange e A. Legendre, membri autorevoli dell’Académie; questi dopo tre anni non diedero risposta, non volendo assumersi la responsabilità di giudicare un lavoro che riguardava un problema all’epoca molto scottante. Il suo nome è anche legato a due risultati ben noti nella tradizione scolastica italiana: il teorema e la regola di Ruffini.