RUBEN (ebraico Rĕ'ūben)
Figlio primogenito del patriarca Giacobbe, secondo la Bibbia (Genesi, XXIX, 32; XXXV, 23), e capostipite della tribù omonima. Più dei suoi fratelli umano e affettuoso (Genesi, XXXVII, 21,29 seg.), ma sensuale e amante di avventure (ivi, XXX, 14; XXXV, 22), avendo in una di queste offeso l'onore di suo padre, perdette il primo posto (I Cronache, V,1; Genesi, XLVIII, 5; XLIX, 4). Infatti la tribù di R., la cui sorte si rispecchia nelle benedizioni di Giacobbe (ivi, XLIX, 4) e di Mosè (Deuteronomio, XXXIIl, 6), non fu né numerosa né preminente nella storia del popolo d'Israele. Era stanziata nella Transgiordania sull'altipiano di Moab (Numeri, XXXII, 33, 37 s.) in terre ricche di pascoli (ivi, 1-5; cfr. Giosuè, XIII, 15-23). Dedita alla pastorizia, poco interesse prendeva alle imprese guerresche per l'indipendenza nazionale, e il cantico di Debora gliene muove acre rimprovero (Giudici, V, 15,16); ma contro i beduini razziatori sapeva all'occasione vittoriosamente reagire e arricchirsi di bottino e di conquiste territoriali (I cronache, V, 10, 27-22). Ciò nel torbido periodo dei Giudici; ai tempi della monarchia scompare la memoria della tribù di Ruben; Mesa, re di Moab (sec. IX a. C.), mentre nella sua famosa stele nomina Gad (associato quasi sempre a Ruben nelle antiche memorie dell'Esateuco), tace di Ruben. Si sa soltanto che questa tribù dopo la scissione appartenne al regno d'Israele (I Re, XI-XII), di cui seguì le sorti, avendo molto a soffrire dai vicini stati aramei (II Re, X, 32 segg.) sino alla caduta del regno sotto il dominio degli Assiri (721 a. C.).