ROVIGO (forse da un fundus Roda attraverso Rodae vicus; gli abitanti si chiamano Rodigini; A. T., 24-25-26)
Città del Veneto meridionale, posta sulle due rive dell'Adigetto, canale che deriva dall'Adige, 7 m. s. m tra il Po e l'Adige, ma più vicina a quest'ultimo, in una zona che era un tempo occupata da selve e acquitrini, mentre ora è tra le più fertili pianure d'Italia. Data la sua posizione, lontana dai monti e dal mare, ha clima nebbioso e umido d'inverno, afoso d'estate. La mancanza di sorgenti nei dintorni ha spinto alla costruzione d'un impianto idrico che depura le acque dell'Adige (presso Boara), le quali vengono poi condotte a Rovigo con un acquedotto di 4 km. La città, cinta da mura, ha pianta pentagonale e si sviluppa per due terzi a sinistra dell'Adigetto, per un terzo sulla destra. Quattro ponti uniscono le due parti. Delle sei porte, demolite nel 1846 quelle di Arquà (a O.) e di San Giovanni (a NO.), nel 1823 quella del Portello (pure a NO.) e nel 1893 la Porta di San Francesco (a E.), restano conservate soltanto la Porta di S. Bartolomeo (S. Bortolo, della fine del sec. XV, a S.) e di S. Agostino a SO. Gli spalti e le fosse sono stati trasformati in passeggi pubblici. La città si è molto avvantaggiata dalla costruzione della rete ferroviaria (prima linea costruita: Padova-Rovigo, 1866), che l'ha fatta diventare il più importante nodo del Veneto meridionale (linee per Padova, Ferrara, Verona, Chioggia). Centro della città è la Piazza Vittorio Emanuele, circondata per tre lati da portici, e la vicina Piazza Garibaldi (detta anticamente Piazzetta e dove fino al 1845 esisteva la chiesa di S. Giustina). Nella prima, oltre al monumento a Vittorio Emanuele vi è il municipio, l'accademia dei Concordi (fondata da Gasparo Campo, 1557-1629), una colonna di marmo d'Istria con il leone alato e nell'angolo della piazza il Corpo di guardia (costruito nel 1854, ora sede dell'Istituto fascista di cultura), mentre nella seconda che ha nel mezzo il monumento a Garibaldi si trova il Teatro sociale e la Camera di commercio, sorta nel 1850 dove era il Palazzo Pretorio, residenza del capitano e podestà veneto. L'antico ghetto, eretto al principio del secolo XVII, con le caratteristiche case a più piani, è stato abbattuto nel 1830. I quartieri nuovi sono sorti soprattutto verso la stazione ferroviaria e verso sud.
La popolazione di Rovigo, che aveva avuto un periodo di notevole sviluppo specie nel '700 e nei primi decennî dell'800, è restata poi a lungo stazionaria e solo nel dopoguerra ha segnato un discreto risveglio. Gli abitanti erano infatti già 7628 nel 1820 aumentati a 11.748 nel 1844, ma poi diminuiti a 10.749 nel 1871. Trent'anni dopo sono ancora 11.174 e 12.224 nel 1911. Nel 1921 aumentano a 14.702, di cui 13.200 a Rovigo e gli altri nelle tre frazioni vicine di Capitello, Tassina e Roverdierè.
Il comune di Rovigo, che fino al 29 luglio 1927 abbracciava una superficie di 23,5 kmq., è stato a quella data più che quadruplicato con l'aggregazione dei vicini comuni di Boara Polesine, Boresa, Buso Sarzano, Concadirame, Grignano Polesine, Sant'Apollomare cpm Selva: È ora vasto 108,5 kmq. e alla data dell'ultimo censimento contava 37.355 ab., con una densità di 344 per kmq. L'agricoltura dà lavoro a 5634 persone come occupazione principale e 3580 come occupaziom secondaria. Ben 94,9 kmq. sono coperti da campi (colture prevalenti: cereali, barbabietole, foraggere); le aziende agricole sono 2539 (di cui 2139 sotto i 3 ha.). Rovigo è importante mercato granario, discreto centro industriale e sede d'una stazione sperimentale di bieticoltura e di pollicoltura.
Per la provincia di Rovigo v. polesine.
Monumenti. - Rovigo non presenta particolari caratteri artistici; tuttavia contiene alcuni notevoli edifici e importanti raccolte. I più antichi monumenti sono la Torre Donà con altri avanzi del castello costruito nel 920 da Paolo Cattaneo vescovo di Adria, e la torre eretta dal vescovo Florio Cattaneo nel 1138. La quattrocentesca chiesa di S. Francesco, in massima parte rifatta nell'Ottocento, contiene dipinti di Girolamo da Carpi, Domenico Panetti, ecc. Nel duomo, iniziato nel 1696 su modello del Frigimelica, si conserva un importante candelabro in bronzo cinquecentesco della maniera dei Lombardi. Nella chiesa di S. Bartolomeo s0no opere di Luca Giordano e di Giusto Le Court. Specialmente importante è la chiesa della Beata Vergine del Soccorso, eretta alla fine del sec. XVI e ricca di tele dei principali artisti veneti del Seicento, tra le quali eccellono quelle di Francesco Maffei; il campanile della stessa chiesa, iniziato nel 1655, si deve a Baldassare Longhena. Il più importante palazzo rodigino è quello Roncale, del Sammicheli (1855). Pregevole il monumento a Garibaldi, di E. Ferrari (1896).
Rovigo, in altri tempi assai ricca di collezioni artistiche private, ne conserva solo in parte le opere, all'accademia dei Concordi e al seminario. La pinacoteca dei Concordi è tra le più importanti raccolte locali e contiene oltre 400 dipinti tra i quali ve ne sono di Quirizio da Murano, Giambellino, Palma il Vecchio, Battista e Dosso Dossi, Piazzetta, Tiepolo, Pittoni, A. Longhi, ecc. La piccola raccolta del seminario contiene alcune tele notevoli, specie del Seicento e Settecento veneto, un gruppo di terrecotte di A. Bonazza e altri oggetti varî d'interesse artistico o archeologico.
Storia. - La prima menzione di Rovigo risale a un documento dell'838. Su Rovigo, come su tutto il Polesine, s'intersecavano diritti della Santa Sede, del marchesato di Toscana, degli Estensi. Il trasferimento, sia pure temporaneo, della sede vescovile d'Adria a Rovigo, e la fortificazione di questa città contro le minacce di scorrerie ungare, contribuirono alla formazione del centro cittadino e regionale. Si alternarono quindi in Rovigo le dominazioni estense, imperiale, carrarese, veneziana (in un primo tempo a solo titolo pignoratizio). Quest'ultima divenne effettiva con la dedizione alla repubblica, nel 1482; e, da allora, la storia di Rovigo e del Polesine (che non ebbero mai signorie proprie) si confonde con quella della repubblica; eccettuate le occupazioni estense e spagnola, durante la guerra della Lega di Cambrai. Rovigo fu sede, durante il dominio veneto, di un podestà e capitano. Dal 1797 al 1866 Rovigo fu soggetta alle dominazioni francese e austriaca, contro la quale insorse nel marzo 1848. Da Rovigo Napoleone prese l'intitolazione del ducato di cui investì (30 marzo 1806) il generale A.-J.-R. Savary.
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