ROVIGNO d'Istria (A. T., 24-25-26)
Città dell'Istria nella provincia di Pola, 36 km. a NO. da questa città e 16 a S. di Parenzo, posta su un promontorio che si protende verso ponente, cinto da tre lati dal mare, mentre dal quarto lato (verso oriente) è stato prima unito alla terraferma con un ponte e poi congiunto interrando un canale (sec. XVIII). La città antica si aggruppa a occidente in un accastellamento denso e confuso di casette, che cercano la luce sollevandosi in alto, congiunte da oscuri cavalcavia e separate da angusti campielli. Le vie principali, strette e tortuose, conducono al duomo. La vita si svolge di preferenza all'aperto. La parte nuova ha trovato posto a oriente sul colle di S. Francesco, meno erto e più ampio. La popolazione (9628 ab. nel 1871,10.302 nel 1900, 10.170 nel 1931), che ha dato capitani e piloti a Venezia, è ora dedita alla pesca e all'agricoltura. Vi è una manifattura di tabacchi, una distilleria, due fabbriche di sardine in conserva, un piccolo cantiere di costruzioni di legno. Sotto la dominazione austriaca la città si reggeva con uno statuto proprio.
Esistono due porti che costituiscono buoni ancoraggi per la bora e lo scirocco. A N. Val di Bora è riparata dai venti di N. e NO. dalla Punta Muccia e dagl'isolotti di Figarola, e ha un molo accessibile anche a grosse navi, munito di banchine in muratura. Migliore, anche se più piccolo, è il porto di S. Caterina nel lato S. della città; esiste un molo lungo 100 m. dove approdano i vaporetti e a levante di questo un molo più piccolo, accessibile solo a piccole navi. Nei pressi è la Piazza Vittorio Emanuele, col pilo della Redenzione, la Torre dell'orologio e l'Arco dei Balbi. Rovigno ha stazione ferroviaria allacciata con un tronco di 21 km. a Canfanaro, sulla linea Trieste-Pola. A Rovigno ha sede l'Istituto italo-germanico di biologia marina fondato dal dott. Hermes, dipendente da un ente autonomo sovvenzionato dai due governi.
Monumenti. - Nella parte più alta sorge il duomo (Ss. Giorgio ed Eufemia), completamente rifatto fra il 1724 e il 1736 al posto di preesistente chiesa anteriore al Mille. Il campanile, su disegno di Alessandro Manopola (1654-1677), arieggia quello di S. Marco di Venezia. Nell'interno il duomo conserva numerose opere d'arte, fra cui tele del '500, una pala di G.B. Mengardi, la statua di santa Eufemia e un grande sarcofago romano contenente le spoglie della santa. Nella piazza Vittorio Emanuele è un bel leone di S. Marco sulla raffazzonata Torre dell'orologio e, poco discosto, il ricco Arco dei Balbi, di potente architettura barocca (1678-80). Importante, fra altre numerose chiese, quella duecentesca di forma poligonale, a 7 lati, della SS. Trinità.
Storia. - I numerosi avanzi di castellieri, nell'agro di Rovigno, e le rovine romane, l'attestano abitata, se non fiorente, nel periodo preromano e romano: ma pare abbia assunto importanza storica fra il 200 e il 400 d. C. Le invasioni barbariche, rendendo malsicura la campagna, favorirono lo sviluppo urbanistico di Rovigno, fra il secolo V e l'VIII. Subì le dominazioni bizantina e franca: scorrerie, nella campagna, di Slavi, Longobardi, Avari; di Narentani e Saraceni, dal mare. Rovigno figura nella fidelitas, giurata dalle principali città istriane a Venezia nel 1149, come corrispettivo della sicurezza adriatica da quella difesa (forse a suggello d'anteriori, analoghi rapporti, al tempo di Pietro Orseolo II). Destreggiandosi fra il patriarcato d'Aquileia e Venezia, Rovigno, fin oltre la metà del 200, mantenne - come altre città istriane - una certa autonomia; passò poi, in breve giro di tempo, ad Aquileia e a Venezia, finché la repubblica, decisa a una situazione non equivoca, aiutando le minori città contro le mire di predominio di Capodistria, ne ottenne, più o meno spontaneamente, la dedizione. Ciò avvenne, per Rovigno, il 14 giugno 1283. Sotto la dominazione veneziana, ebbe a soffrire specialmente incursioni, depredazioni, stragi da parte d'Ungheresi e di Genovesi in guerra con Venezia. Dopo la caduta della repubblica di Venezia successero le dominazioni francese e austriaca, fino alla liberazione e all'annessione all'Italia nel novembre 1918.
Per l'illustrazione, v. istria, XIX, p. 682.
Bibl.: Per le opere generali vedi istria. Cfr., inoltre, B. Benussi, Storia documentata di Rovigno, Trieste 1888; Statuti municipali di Rovigno, Trieste 1851; G. Caprin, Istria nobilissima, Trieste 1907. Per la parte artistica vedi anche H. Folnesics e L. Planiscig, Bau-und Kunstdenkmäler der Küstenlandes, Vienna 1916.