COLELLA, Rosolino
Nacque a Città Sant'Angelo (Pescara) il 4 febbr. 1864 da Luigi, medico, ed Anna De Pasquale. Compì i primi studi nel collegio Cicognini di Prato insieme con G. D'Annunzio, al quale doveva rimanere legato da profonda amicizia. Durante l'ultimo anno di permanenza in tale istituto (1882) fu severamente punito per aver collaborato, con quattro articoli sulla nuova letteratura in Italia, alla rivista fiorentina Alcibiade, diretta da C. Danzi: le autorità che reggevano il collegio consideravano dannosa per i giovani l'attività pubblicistica. Trasferitosi a Napoli a seguirvi i corsi universitari, nel 1887 il C. si laureava in scienze naturali e nell'88 in medicina e chirurgia. Nel 1889 fu nominato assistente di ruolo presso la clinica psichiatrica dell'università di Napoli, ma si dimise dopo due soli anni. Vinti i concorsi per i relativi posti di perfezionamento in psichiatria e neuropatologia, frequentò nel 1890 la clinica psichiatrica di Napoli, diretta da L. Bianchi, e nel 1891 l'istituto di patologia generale dell'università di Pavia, diretto da C. Golgi.
Nel '92 vinse il concorso per un posto di perfezionamento all'estero e frequentò dapprima la clinica delle malattie nervose della Salpêtrière di Parigi, diretta da J.-M. Charcot, successivamente la clinica delle malattie nervose e mentali di Halle, diretta da E. Hitzig. Nel 1893 ottenne la libera docenza in neuropatologia e l'anno seguente quella in psichiatria. Nel 1894 fu allievo di C. Lombroso nella clinica psichiatrica e nelle carceri giudiziarie di Torino. Nel 1895 fu nominato professore straordinario di psichiatria presso l'università di Messina, e conservò tale incarico negli anni successivi, rinunciando al trasferimento all'università di Padova, per la cui cattedra di psichiatria e clinica psichiatrica si era classificato primo al concorso del 1896-97. Chiamato con voto unanime alla cattedra di psichiatria e clinica psichiatrica dell'università di Catania nel '99, l'anno seguente fu trasferito in quella di Palermo come professore straordinario della stessa disciplina e direttore della clinica psichiatrica; l'incarico gli venne poi confermato negli anni successivi, finché con r. d. 28 maggio 1903 fu promosso professore ordinario delle malattie nervose e mentali e direttore della relativa clinica. Preside della facoltà di medicina e chirurgia nel 1907, divenne anche direttore dell'ospedale psichiatrico palermitano.
Partecipò attivamente alla vita politica, prendendo parte alle campagne elettorali del 1911 e del 1919; bocciato nella prima, nel novembre 1919 venne eletto deputato per la XXV legislatura dal collegio di Teramo nella lista dei combattenti. In Parlamento non si iscrisse, tuttavia, al gruppo dei combattenti, ma entrò a far parte del gruppo radicale. Intervenendo nel dibattito seguito al discorso della Corona, il 12 dic. 1919 chiarì la propria posizione politica, affermando di non sostenere "né il militarismo né la rivoluzione"; riguardo alla questione adriatica riconosceva l'italianità di Fiume, di cui voleva l'annessione all'Italia, ma chiedeva l'internazionalizzazione del porto e sosteneva il diritto di autodecisione per tutte le località della costa dalmata, in un clima di "amichevole intesa con i serbocroati-sloveni". Nel dicembre 1920, pur non opponendosi all'esecuzione del trattato di Rapallo, si dichiarò contrario a un intervento dell'esercito contro la reggenza del Camaro, suggerendo di tentare la via della persuasione nei confronti del D'Annunzio. Il poeta, da parte sua, gli fu sempre legato da sincero affetto, e più volte lo invitò a Gardone. Il C. fu collocato a riposo nel 1935, e l'anno seguente gli venne conferito il titolo di professore emerito di clinica delle malattie nervose e mentali.
In campo clinico e scientifico il C. si affermò come eminente neuropsichiatra. Sotto la sua guida la clinica universitaria di Palermo divenne uno dei più noti centri italiani per lo studio delle malattie nervose e mentali: egli la ampliò, la dotò di un laboratorio istologico e di un laboratorio sierologico, ne istituì la sezione ambulatoriale gratuita; ne curò, inoltre, l'organizzazione in modo da farvi affluire, a scopo didattico e scientifico, i numerosi malati dell'annesso ospedale psichiatrico. Convinto assertore della necessità dell'indirizzo clinico - fondato su sicure basi anatomo-funzionali - in psichiatria, il C. si dimostrò sempre favorevole alla fusione delle due cliniche, delle malattie nervose e delle malattie mentali, in aderenza alle proprie concezioni neuro- e psico-patologiche.
L'orientamento prevalentemente organico della formazione del C. fu certamente determinato dall'impostazione anatomo- e fisiopatologica dei grandi neuropatologi che gli furono maestri: L. Bianchi, che, nel tentativo di studiare la localizzazione dei processi psichicì, doveva fornire la dimostrazioae delle alterazioni caratteristiche che conseguono alla distruzione dei lobi frontali; C. Golgi, famoso per le sue ricerche istologiche sul sistema nervoso; J.-M. Charcot, uno dei più grandi neuropatologi del tempo, cui spetta il merito della scoperta dei centri motori corticali nell'uomo; ed E. Hitzig, autore della dimostrazione sperimentale dell'esistenza dell'area motoria nella corteccia cerebrale degli animali.
In tutta la sua copiosa produzione scientifica, anche nei lavori di prevalente interesse psichiatrico, il C. ha sempre mostrato, nell'indagine etiopatogenetica e nell'impostazione dei problemi clinici, il suo orientamento fisiopatologico. Egli condusse ricerche sui lobi prefrontali del cervello, sulla paralisi atrofica infantile, sulla lebbra, sulla degenerazione e rigenerazione dei gangli del sistema nervoso simpatico, sull'impotenza sessuale nell'arteriosclerosi e nelle nevrosi post-traumatiche, sulla chirurgia cerebrale; studiò le alterazioni dei nervi periferici nella paralisi progressiva, le nevriti, la polinevrite tubercolare; descrisse l'istogenesi della neuroglia nel midollo spinale; esaminò i rapporti tra tubercolosi, neuropsicopatie e delinquenza. Tra i suoi lavori più significativi si ricordano: La psychose sénile: monographie, Pavia 1893; La psicosi polineuritica. Monografia (con prefaz. di E. Hitzig), Napoli 1894; Sulle fini alterazioni della corteccia cerebrale in alcune malattie mentali, in Atti d. Acc. naz. d. Lincei, classe di scienze fisiche, matem. e nat., s. 5, IV (1895), pp. 283-349, per cui ebbe il premio "Fondazione Fossati" del R. Istituto lombardo di scienze e lettere; Sulla patogenesi delle atrofie muscolari e sui disturbi psichici nella tabe, in Riforma medica, XIV (1898), 2, pp. 305 ss.; Influenza dell'alimentazione idrica sull'accrescimento corporeo e sulla genesi del gozzo e delle disfunzioni tiroidee, in Riv. di pat. nerv. e ment., IX (1931), pp. 355-498. In quest'ultimo lavoro il C. descrisse i suoi studi sull'azione gozzigena delle acque del gruppo delle sorgenti del Gabriele, che provvedevano all'alimentazione idrica di gran parte della popolazione di Palermo e borgate, compresa la clinica da lui diretta; egli aveva condotto le sue ricerche con indagini epidemiologiche e sperimentali giungendo alla conclusione che quelle acque, generalmente considerate ottime, possedevano invece azione gozzigena, dal C. attribuita alla presenza di microrganismi produttori di agenti tossici.
Degno di menzione è anche il tentativo operato dal C. di curare l'ictus cerebrale con l'autoemoterapia (Un nouveau traitement de l'hémorragie cérébrale, in La Presse medicale, XLIII [1935], 1, pp. 574 ss., in coll. con G. Pizzillo): la tecnica consisteva nel reiniettare per via intramuscolare nel lato opposto a quello della lesione una discreta quantità di sangue (circa 30 cc) prelevato dalla vena dello stesso paziente e reso incoagulabile con l'aggiunta di citrato. A prescindere dagli asseriti buoni risultati ottenuti in numerosi casi di ictus di varia etiologia, è interessante l'interpretazione data dal C. del meccanismo d'azione del trattamento, che si sarebbe fondato su due momenti: uno, prevalente nelle forme di emorragia acuta, di tipo colloido-clastico, in grado di indurre una diminuzione della pressione arteriosa nell'encefalo mediante modificazioni del circolo arterioso sistemico; l'altro, prevalente nelle forme subacute e croniche, di tipo immunologico, per una riattivazione degli elementi di difesa atti a dissolvere il coagulo, in via di formazione. Di particolare interesse fu anche un altro scritto del C., Perizie medico-legali ad uso dei medici e dei giuristi, edito a Palermo nel 1936.
Nel 1903 il C. aveva fondato gli Annali della clinica delle malattie nervose e mentali della R. Università di Palermo, di cui fu direttore, e in cui raccolse numerose opere sue e dei suoi allievi. Fu socio di numerose accademie scientifiche italiane e straniere. Al termine della sua vita volle destinare gran parte dei suoi beni alla Fondazione e all'Istituto di prevenzione "Casa del Sole", che sarebbe dovuto sorgere a Pescara per i bambini poveri predisposti alla tubercolosi, e all'istituzione di premi nazionali e internazionali per il progresso delle scienze biologiche.
Morì a Palermo l'8 marzo 1940.
Fonti e Bibl.: Necrol., in Il Cervello, XIX (1940), pp. 142 s.; in L'Osp. psichiatrico, III (1940), p. 180; in Riv. sper. di freniatria e med. leg. d. alienazioni mentali, LXIV (1940), pp. 200 s.; in Policlinico, sez. pratica, XLVII (1940), p. 657; Atti parlamentari,Camera,Discussioni, legislatura XXV, ad Indicem; F. Di Renzo, Cenni biogr. di R. C., Palermo 1929 (con ampia bibliografia); P. Ritucci, L'amicizia fra due grandi abruzzesi: Gabriele D'Annunzio e R. C., Pescara 1940; R. Bettica-Giovannini, Una grande amicizia: Gabriele D'Annunzio e il prof. R. C., Siena 1950; G. Sabbatucci, I combattenti nel primo dopoguerra, Bari 1974, pp. 24, 221, 329 n.