ROSOLIA (lat. scient. rubella; fr. rubéole; sp. sarampion; ted. Röteln; ingl. measles)
Viene così chiamata una malattia acuta infettiva contagiosa, caratteristica per la sua benignità e per le somiglianze che presenta, dal punto di vista dell'eruzione cutanea, col morbillo, verso il quale, peraltro, non conferisce alcuna immunità. Se ne ignora l'agente specifico, il quale colpisce a preferenza i bambini nell'età scolastica (da 3 a 12 anni), sebbene la suscettibilità a contrarre l'infezione, a differenza del morbillo, non sia davvero notevole; rarissimi si presentano i casi sporadici. Comunque il pericolo di contagio, massimo durante l'eruzione, si estingue rapidamente, essendo il virus poco resistente. Il periodo d'incubazione oscilla tra i 17-21 giorni. Lo stadio d'invasione o prodromico, o manca o è di breve durata (24 ore); è caratterizzato da malessere, occhi arrossati e lieve catarro nasale, talora accompagnato da modica febbre. L'esantema cutaneo è il primo sintomo appariscente, ed è rappresentato da macchie rotondeggianti ben delimitate, delle stesse dimensioni, leggermente rilevate, grosse come una lenticchia, di colore rosso debole, non confluenti, poco pruriginose. L'eruzione procede a tappe, s'inizia sul viso, rapidamente si diffonde al tronco e da qui passa agli arti inferiori, prediligendo le parti estensorie dell'estremità. In via ordinaria in 24-30 ore l'eruzione è completa, e altrettanto rapidamente impallidisce, in guisa che alcune volte quando appare negli arti inferiori riesce malagevole rilevarla ancora nel viso. Al 3°-4° giorno di malattia tutto è scomparso. Le mucose partecipano in grado minimo all'infezione, tutto riducendosi a un arrossamento e irritazione di quella congiuntivale, nasale e boccale senza fatti caratteristici, come si osservano nel morbillo. Invece un sintomo patognomonico è rappresentato dalla tumefazione delle ghiandole linfatiche, specialmente mastoidee, occipitali e cervicali, che si rendono visibili e dolenti fino da 2 giorni prima dell'eruzione e che ritornano allo stato normale entro un paio di settimane. La temperatura, che in genere non supera i 38°-38°,5 (eccezionalmente raggiunge 39°), è di breve durata; le condizioni generali si mantengono soddisfacenti al punto che nella massima parte dei casi il medico o non è consultato, o lo è soltanto per differenziare questa malattia dal morbillo e dalla scarlattina. Indubbiamente talune volte riesce difficile distinguerla dal morbillo leggiero anche a medici provetti: ma in via generale un attento esame, oltre che dello stadio prodromico, dei sintomi particolari che accompagnano sempre l'infezione morbillosa anche lieve, conduce a una diagnosi esatta. Comunque, la benignità della malattia esclude qualunque pericolo o complicazione e non impone una speciale profilassi. Non esiste alcuna cura specifica, essendo sufficienti: riposo in letto per 2-3 giorni, aria nell'ambiente, pulizia della persona, dieta semiliquida e bevande semplici.