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ROSOLIA

di Luigi Spolverini - Enciclopedia Italiana (1936)
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ROSOLIA (lat. scient. rubella; fr. rubéole; sp. sarampion; ted. Röteln; ingl. measles)

Luigi Spolverini

Viene così chiamata una malattia acuta infettiva contagiosa, caratteristica per la sua benignità e per le somiglianze che presenta, dal punto di vista dell'eruzione cutanea, col morbillo, verso il quale, peraltro, non conferisce alcuna immunità. Se ne ignora l'agente specifico, il quale colpisce a preferenza i bambini nell'età scolastica (da 3 a 12 anni), sebbene la suscettibilità a contrarre l'infezione, a differenza del morbillo, non sia davvero notevole; rarissimi si presentano i casi sporadici. Comunque il pericolo di contagio, massimo durante l'eruzione, si estingue rapidamente, essendo il virus poco resistente. Il periodo d'incubazione oscilla tra i 17-21 giorni. Lo stadio d'invasione o prodromico, o manca o è di breve durata (24 ore); è caratterizzato da malessere, occhi arrossati e lieve catarro nasale, talora accompagnato da modica febbre. L'esantema cutaneo è il primo sintomo appariscente, ed è rappresentato da macchie rotondeggianti ben delimitate, delle stesse dimensioni, leggermente rilevate, grosse come una lenticchia, di colore rosso debole, non confluenti, poco pruriginose. L'eruzione procede a tappe, s'inizia sul viso, rapidamente si diffonde al tronco e da qui passa agli arti inferiori, prediligendo le parti estensorie dell'estremità. In via ordinaria in 24-30 ore l'eruzione è completa, e altrettanto rapidamente impallidisce, in guisa che alcune volte quando appare negli arti inferiori riesce malagevole rilevarla ancora nel viso. Al 3°-4° giorno di malattia tutto è scomparso. Le mucose partecipano in grado minimo all'infezione, tutto riducendosi a un arrossamento e irritazione di quella congiuntivale, nasale e boccale senza fatti caratteristici, come si osservano nel morbillo. Invece un sintomo patognomonico è rappresentato dalla tumefazione delle ghiandole linfatiche, specialmente mastoidee, occipitali e cervicali, che si rendono visibili e dolenti fino da 2 giorni prima dell'eruzione e che ritornano allo stato normale entro un paio di settimane. La temperatura, che in genere non supera i 38°-38°,5 (eccezionalmente raggiunge 39°), è di breve durata; le condizioni generali si mantengono soddisfacenti al punto che nella massima parte dei casi il medico o non è consultato, o lo è soltanto per differenziare questa malattia dal morbillo e dalla scarlattina. Indubbiamente talune volte riesce difficile distinguerla dal morbillo leggiero anche a medici provetti: ma in via generale un attento esame, oltre che dello stadio prodromico, dei sintomi particolari che accompagnano sempre l'infezione morbillosa anche lieve, conduce a una diagnosi esatta. Comunque, la benignità della malattia esclude qualunque pericolo o complicazione e non impone una speciale profilassi. Non esiste alcuna cura specifica, essendo sufficienti: riposo in letto per 2-3 giorni, aria nell'ambiente, pulizia della persona, dieta semiliquida e bevande semplici.

Vedi anche
virus biologia e medicina Gruppo di organismi di natura non cellulare e di dimensioni submicroscopiche costituiti da un acido nucleico rivestito da un involucro proteico (capside) incapaci di una sintesi proteica autonoma e perciò caratterizzati dalla vita parassitaria endocellulare obbligata; sono agenti ... morbillo Malattia infettiva e contagiosa contrassegnata soprattutto da esantema ed enantema tipici. È prodotta dal morbillivirus, genere di virus a RNA della famiglia Paramyxoviridi, che passa nelle secrezioni catarrali delle mucose così da essere facilmente trasmesso per via aerea. Dopo un’incubazione di durata ... Rubivirus Genere di virus della famiglia Togavividee. Hanno dimensioni non superiori ai 70 nm e presentano RNA monocatenario; vi appartiene il virus responsabile della rosolia. eritema Lesione elementare cutanea rappresentata da un arrossamento che scompare con la pressione e dovuta a un’aumentata quantità di sangue nei vasi della pelle.  ● Si dice attivo, quando è provocato da un aumentato afflusso di sangue arterioso di colore rosso, per azione del calore o di processi infiammatori; ...
Altri risultati per ROSOLIA
  • rosolia
    Enciclopedia on line
    Malattia infettiva acuta esantematica, generalmente epidemica (detta anche rubeola), provocata da un virus specifico appartenente alla famiglia Togaviridae, a RNA, caratterizzato da un solo tipo antigenico. La contagiosità è limitata al breve periodo (3 o 4 giorni) di presenza del virus nelle vie aeree ...
  • rosolia
    Dizionario di Medicina (2010)
    Malattia infettiva contagiosa avente come agente eziologico un virus a RNA del genere Rubivirus, di cui è noto un solo sierotipo appartenente alla famiglia Togaviridae. Eziologia La diffusione della r. è universalmente endemica; nei climi temperati l’infezione è prevalente in inverno e in primavera. ...
Vocabolario
roṡolìa
rosolia roṡolìa (pop. roṡalìa) s. f. [der. di ròsa, per il colore dell’esantema]. – Malattia infettiva acuta esantematica, generalmente epidemica, detta anche rubeola, provocata da un virus specifico a RNA; si trasmette mediante le goccioline...
roṡolare
rosolare roṡolare v. tr. [prob. dal longob. rosa «crosta»] (io ròṡolo, ecc.). – 1. Far cuocere allo spiedo o in forno o nel tegame, a fuoco vivace, carni o patate, in modo che la superficie faccia crosta, assumendo il caratteristico colore...
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