ROSELLE (Rusellae)
Città etrusca che si ergeva su un colle a N. di Grosseto. La località fu abitata dal sec. VIII-VII a. C., come mostrano le tombe villanoviane a pozzetto e a fossa con suppellettile simile a quella della vicina Vetulonia. Furono trovate anche tombe a camera del sec. V-IV a. C. e tombe di età romana. Della città è quasi intatta la cinta murale; vi sono tracce di un secondo cerchio di mura e avanzi di edifici di destinazione incerta. Roselle è ricordata la prima volta per l'aiuto dato ai Latini contro Tarquinio Prisco. È incerto se prese parte alle guerre degli Etruschi contro Roma e se fu sottomessa nel 294 a. C.; nel 205 è in rapporti con Roma perché le manda grano e abeti contro Annibale. Forse fu città federata fino alla lex Iulia. È conosciuta da Plinio e dalle iscrizioni come colonia, ma non sappiamo se fu dedotta dai triumviri, da Augusto, o in età posteriore.
Ebbe nell'età cristiana vescovo proprio, al quale Gregorio Magno affidò l'incarico di visitatore della diocesi vacante di Populonia (591). Fu donata da Carlomagno al pontefice, che nel 787 ne parla come di possesso proprio, ma contrastato; poi vi ebbero titolo di conti gli Aldobrandeschi, i quali, ancora nel 1207 e nel 1225, riconoscevano il dominio feudale della Chiesa sul comitato: la contessa Margherita ne fu privata da Bonifacio VIII nel 1303.
Il vescovato, già dal 1138, era stato trasferito da Innocenzo II a Grosseto, essendo il territorio infestato da predoni e la popolazione ridotta a grande scarsezza e desolazione; vi rimanevano però il capitolo dei canonici e il palazzo del vescovo; e, ancora nel 1287, gli uomini di Roselle conchiudevano il patto di sudditanza a Siena nelle cose di guerra. Vi esercitò giurisdizione il vescovo di Grosseto, che nel 1626 cedette al granduca di Toscana la giurisdizione criminale, riservandosi la civile e la mista.
Bibl.: Per i ritrovamenti archeologici: Novelle letterarie, 1760, pp. 435-443; Bull. Inst. Corrispondenza archeol., 1851, pp. 3-10; Archivio stor. italiano, 1862, pp.71-78; Notizie Scavi di antich., 1887, pp. 134-137; 1907, pp. 315-319; 1908, pp. 170-171; J. Sundwall, Zur Vorgeschichte Etruriens, Åbo 1932, p. 39 segg.; F. v. Duhn, Italische Graeberkunde, Heidelberg 1924, pp. 298-299. Per i culti di età romana: L. R. Taylor, Local Cults in Etruria, Roma 1923, pp. 173-174. Per le iscrizioni: Corp. Inscr. Lat., XI, 2616-24 e Additamenta, 7249-51. Per l'età medievale: F. Schneider, Reichsverwaltung in Toscana, Roma 1914, pp. 119-122. Cfr.. inoltre G. A. Pecci, Memorie di R., in Novelle letterarie di Firenze, XX e XXI (1759-60); A. Solari, Topografia storica dell'Etruria, Pisa 1914-18, specialmente vol. II, p. 181 segg.