ROSCETTO
. Francesco di Valeriano da Foligno, detto il Roscetto, nel 1473 o 1474 era a Perugia come orafo e zecchiere del comune, che nel 1487 gli concesse la cittadinanza; nel 1491 fu immatricolato nell'arte degli orefici, in cui tenne nel 1800 la carica di massaio e di saggiatore. Del 1495 è l'unica opera sua firmata, un ferro da cialde del museo di Perugia con imprese sforzesche e con lo stemma del cardinale Ascanio Maria Sforza; nello stesso anno ricevette, con Bino di Pietro, la commissione di una nave d'argento (confettiera) da farsi in luogo di quella donata dalla comunità di Perugia al cardinale di Valenza. Morì nel 1509.
Esercitarono l'arte dell'orafo anche i figli suoi Federico e Cesarino; Federico (detto il Trippa), nato intorno al 1462, nel 1492 fu insieme col fratello immatricolato nell'arte ove ambedue tennero più volte delle cariche: ebbe ripetute commissioni dai Priori della città e dall'Arte del cambio, lavorando talvolta anche col fratello (mazza d'argento per la Signoria) o con altri orafi perugini: è opera sua il tabernacolo per l'anello della Vergine nel duomo di Perugia, in rame dorato, argentato e cesellato, e in parte niellato, la cui esecuzione era già finita nel 1513. Cesarino è l'autore del tabernacolo d'argento per il legno della Santa Croce nella chiesa di S. Francesco a Cortona, allogatogli nel 1507, che lasciò incompiuto; nel 1510 si trovava a Roma nel Rione Ponte, quando ricevette la commissione di Agostino Chigi per due piatti di bronzo disegnati da Raffaello; nel 1513 gli fu affidata l'esecuzione della figura in argento di Cristo risorto, cui doveva seguire un'altra della Maddalena di cui fece il modello nel 1515; contemporaneamente egli tenne con altri soci l'appalto della zecca di Perugia fino al 1518. Finì anche una nave d'argento per i Priori delle arti, lasciata imperfetta dal fratello e poi distrutta; e per la chiesa di S. Medardo in Arcevia fece tra il 1524 e il 1526 una croce astile d'argento, tuttora esistente. Morì nel 1527.
Bibl.: A. Rossi, in Giornale di erudizione artistica, II (1873); p. 89 segg.; A. Anselmi, La croce astile di C. di R. per la chiesa di San Medardo in Arcevia, in Arch. stor. dell'arte, II (1889), p. 306 segg.; G. Cristofani, La mostra d'antica arte umbra a Perugia, in L'Arte, X (1907), p. 300 seg.; S. J. A. CHurchill e C. G. E. Bunt, The goldsmiths of Italy, Londra 1926, p. 75 segg.; Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXIV, Lipsia 1935 (con bibl.).