ROSAS (A. T., 41-42)
Città della Spagna orientale, nella provincia di Gerona, con 2770 ab.; sorge presso la costa settentrionale del golfo omonimo nella penisola formata dalla Sierra di San Pedro de Roda. Probabilmente sorge sul luogo dell'antica Rode, città sulla costa NE. della Hispania Tarraconensis ai piedi del Promontorium Pyrenaeum, fondata nel sec. VI a. C. dai Focesi di Marsiglia. Il nome di Rode deriva presumibilmente da un più antico stanziamento ligure, e non è che una leggenda a base etimologica la sua pretesa origine rodia (Pseudo-Scymnus, 205-6). Rode assurse in seguito a un posto notevole nella talassocrazia marsigliese sia per l'industria della pesca sia per la produzione e il commercio dello sparto da tessuti, e finì poi per rendersi del tutto indipendente dalla madrepatria. La moneta d'argento di Rode, col tipo della rosa, dominò, con la dracma dì Marsiglia, lungo tutte le coste della Gallia e della Spagna. Strabone (III, 4-8) fa menzione del culto che in Rode si prestava a Diana d'Efeso.
Poco si conosce delle vicende di Rode sino alla conquista romana: ivi approdò primamente M. Porcio Catone, nel 195 a. C., durante la guerra per domare la sollevazione iberica, mettendo in fuga il presidio nemico che la occupava (Liv., XXXIV, 8). Per le iscrizioni romane cfr. Corp. Inscr. Lat., II, pp. 615 e 698.
Bibl.: F. P. Garofalo, Sul comm. di Marsiglia nell'antichità, in Riv. di antichità gr. e rom., 1897; id., in Rev. de arch. bibl. y museos, II (1898); id., in Bol. de la Acad. de la Hist., XXXV (1899); P. Perdrizet, Une recherche à faire à Rosas, in Bull. Hispan., IV (1902); R. Carpenter, The Greeks in Spain, Londra 1925; P. Bosch-Gimpera, Problemas de la colonización griega de España, in Rev. de Occidente, 1929; A. Blanchet e A. Dieudonné, Manuel de numism. française, I, Parigi 1912.