CARRIERA, Rosalba
Pittrice. Nacque il 7 ottobre 1675 a Venezia e ivi morì il 15 aprile 1757. Secondo A. M. Zanetti, allieva di G.A. Lazzari, poi di Giuseppe Diamantini e infine di Antonio Balestra, dalla cui pittura delicata e a volte dolciastra dovette effettivamente apprender molto; s'educò nel vivo e aperto ambiente artistico della Venezia del suo tempo, e fu pure in particolari relazioni con il pittore Antonio Pellegrini, che sposò Angela, sua sorella. La sua fama e la sua arte si affermarono presto. Già nel 1700 è ricordato un ritrattino da lei eseguito; nel 1703 il conte Ferdinando Nicoli di Bologna ricevette un pastello di Rosalba, molto ammirato, che fu pure visto da Giuseppe Maria Crespi, il quale argutamente disse che per dare un degno sposo alla pittrice sarebbe stato necessario far risuscitare Guido Reni. Nel 1704 l'Orlandi la lodava nel suo Abecedario. Nel 1705 Rosalba fu ammessa alla romana Accademia di S. Luca, a cui aveva inviato il suo ritratto dipinto dal Bombelli e una sua miniatura tuttora conservata.
Lo studio della pittrice, presso il palazzo Venier sul Canal Grande, era spesso frequentato dai principi che passavano per Venezia. Ella eseguì varî ritratti delle più belle dame veneziane del tempo, e altri lavori per Massimiliano II di Baviera, Cristiano Ludovico di Meclemburgo, Carlo VI elettore palatino e per il re Federico IV di Danimarca. Ritrasse pure più volte (1712, 1715, 1717) il principe elettore Augusto di Sassonia che cominciò ad arricchire la galleria di Dresda di pastelli e miniature di Rosalba. Nel 1716 l'artista fece amicizia a Venezia con il famoso conoscitore d'arte Pietro Crozat e nel marzo 1720, accogliendo i suoi ripetuti inviti, si recò a Parigi con la madre, le sorelle e il cognato Antonio Pellegrini. A Parigi, Rosalba, ospite del Crozat, ebbe festose accoglienze, conobbe i principali artisti e intenditori d'arte di quella corte, fra i quali il Watteau e il Mariette, e ritrasse molti dei personaggi più in vista, fra i quali il giovinetto Luigi XV. Grande fu il successo delle sue opere, tanto che nell'ottobre del 1720 fu eccezionalmente eletta a far parte dell'Accademia di pittura di Parigi. Tornata a Venezia nel 1721, si recò nel 1723 alla corte di Modena ove eseguì varî ritratti del duca, delle principesse, di cavalieii e dame; nello stesso anno era di nuovo a Venezia dove continuò la sua attività di ritrattista di personaggi illustri. Nel maggio del 1730 si recò a lavorare alla corte di Vienna (dove, fra gli altri, ritrasse il Metastasio) e ritornò a Venezia otto mesi dopo. Perduta la vista per tre anni (1746-49) e riacquistatala per breve tempo con un'operazione, tornò poi cieca del tutto fino alla morte, avvenuta dopo alcuni mesi di follia. Fu sepolta nella chiesa di S. Vio, che andò distrutta al principio dell'Ottocento.
Le opere di Rosalba C. sono ora sparse in molte raccolte. Il gruppo più notevole si trova nella galleria di Dresda; ve ne sono pure importanti alle RR. Gallerie di Venezia, agli Uffizî, ecc. Alla fama artistica di Rosalba contribuì certo assai la piacevolezza leggiera delle sue opere, rispondente al gusto dell'ambiente mondano internazionale del tempo suo, improntato alla civiltà francese. Così pure piacquero in seguito le sue opere anche come espressioni caratteristiche del Settecento. Tuttavia, pur tenendo presenti queste cause estrinseche del successo dell'arte di Rosalba, non si possono negare alla pittrice lo squisito senso del colore e la molta gentilezza con la quale raffigurò in elette dame e in cavalieri eleganti le sue "idee di rara bellezza", e un accento personale nel suo stile, che fu "nitido, lieto e facile", come fu lieve e vaporosa la sua tecnica del pastello.
Furono dirette allieve di Rosalba C. la sorella Giovanna che con lei collaborò (morta nel 1738) e per qualche tempo l'altra sorella Angela (che sposò poi Antonio Pellegrini), come pure le pittrici Margherita Terzi, Felicita ed Angela Sartori e Marianna Carlevaris. A parte queste seguaci, l'arte di Rosalba esercitò un influsso notevole sui miniaturisti e pastellisti dell'età sua e ciò spiega anche il gran numero delle opere che a lei si attribuiscono.
Bibl.: P. Orlandi, Abecedario pittorico, Bologna 1704; A. M. Zanetti, Della pittura veneziana, Venezia 1771, p. 447; V. Malamani, Rosalba Carriera, in Le Gallerie nazion. ital., III (1899), pp. 27-149; id., Rosalba Carriera, Bergamo 1910; E. v. Hörschelmann, Rosalba Carriera, Lipsia 1908; P. Paoletti, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, VI, Lipsia 1912; U. Ojetti, L. Dami, N. Tarchiani, La pittura italiana del Seicento e del Settecento ecc., Milano-Roma 1924; G. Lorenzetti, Venezia e il suo estuario, Milano-Roma s. a. [1927]; V. Malamani, Intorno a un ritratto di Rosalba Carriera acquistato dalle RR. Gallerie di Venezia, in Boll. d'arte, VIII (1928-29), pp. 13-20; G. Fiocco, La pittura veneziana del Seicento e Settecento, Verona 1929.