MOROLLI, Rosa Paolina
MOROLLI (Morandi), Rosa Paolina.– Figlia di Agostino e di Anna Ferrari, nacque a Senigallia il 5 luglio 1782.
Di famiglia modesta, lavorò come tessitrice finché non fu notata, per le singolari qualità canore, dal compositore e organista Giovanni Morandi, che le impartì lezioni di canto e ne curò la preparazione musicale, e che nel 1804 si unì con lei in matrimonio.
Dall’unione nacquero tre figli. Giuseppe, nato il 9 settembre 1805, «fu tra i più illustri avvocati del Fòro di Roma, e nel 1847 ebbe da Pio IX, prima la nomina di Procuratore generale del Fisco e della Rev. Camera apostolica, poi anche quella di Pro-Governatore di Roma e Direttore generale di Polizia»; Luigi, nato l’8 febbraio 1807, «fu amministratore dei beni particolari di Pio IX in Sinigaglia»; Pietro, nato nei primi mesi del 1816, ebbe salute cagionevole e «morì in tenera età» (Radiciotti, 1906, p. 33).
Nello stesso anno del matrimonio, Morolli esordì a Montalboddo (oggi Ostra, presso Ancona) e presto s’impose all’attenzione delle piazze teatrali italiane, esibendosi a Lugo in tempo di fiera e a Cesena nell’autunno. Sempre accompagnata dal marito e premiata da rinnovati consensi, nel carnevale 1805 fu a Bologna e nella quaresima successiva a Firenze. Nel 1806 esordì a Trieste, Cremona, Mantova, Parma e Ferrara. Nell’aprile 1807 tornò a Mantova e passò quindi a Milano: il 16 agosto debuttò al teatro alla Scala con la cantata celebrativa Traiano all’Eufrate di Johann Simon Mayr per l’onomastico di Napoleone e vi ritornò nella stagione d’autunno (Così fan tutte di Mozart, nella parte di Dorabella, Camillaossia Il sotterraneo di Ferdinando Paer e Né l’un né l’altro di Mayr). Fu quindi a Roma (carnevale 1808), Bergamo (fiera 1808 e 1809) e Cremona (carnevale 1809). Nell’autunno 1809 fu alla Pergola di Firenze (I Traci amanti e Il fanatico burlato di Domenico Cimarosa).
Dal 1810 al 1812 cantò sovente al teatro Valle di Roma (in opere buffe di Giuseppe Farinelli, Stefano Pavesi, Valentino Fioravanti, Pietro Generali, Guglielmi, Francesco Morlacchi, Cimarosa, e nel dramma sacro La distruzione di Gerusalemme di Nicola Zingarelli, dato durante la quaresima 1810, nel quale per la prima volta tenne una parte seria e virile, contro la propria predilezione per parti giocose e femminili). Nel 1812 fu all’Argentina (Un vero amor non ha riguardi ossia La villanella fortunata e La vedova contrastata di Pietro Carlo Guglielmi, La locandiera vivacedi Farinelli, Corradino di Francesco Morlacchi e L’imprudente fortunato di Cimarosa).
Nell’autunno 1810 fu al S. Moisè di Venezia (L’infermo ad arte di Raffaele Orgitano, Adelina di Generali, Il prigioniere [sic] di Luigi Antonio Calegari, Non precipitare i giudizi di Farinelli e La cambiale di matrimonio di Rossini: il debutto teatrale del giovane compositore fu caldeggiato dai coniugi Morandi per il tramite del marchese Francesco Cavalli). Apparve in più occasioni al teatro S. Agostino di Genova in opere buffe di Guglielmi, Generali, Mayr, Giuseppe Nicolini e Fioravanti. Nell’autunno 1811 e in quello 1813 fu al teatro Carignano di Torino (cantò tra l’altro nel Ser Marcantonio di Stefano Pavesi; L’inganno felice e L’italiana in Algeri di Rossini).
Scritturata per un biennio dal Théâtre des Italiens, grazie all’interesse di Gaspare Spontini e di Paer, giunse a Parigi nel dicembre 1813; vi si esibì con successo in un ampio repertorio che comprendeva lavori di Cimarosa (Le astuzie femminili, Il matrimonio segreto, Gli Orazi e i Curiazi e Penelope), Guglielmi (I due gemelli), Mayr (I misteri eleusini), Paer (Griselda), Paisiello (Il fanatico in berlina e La molinara), Pavesi (Ser Marcantonio), Mozart (Le nozze di Figaro) e Vicente Martín y Soler (La capricciosa corretta). Il fallimento dell’impresa nel 1814 e il passaggio della direzione ad Angelica Catalani e Paul Valabrègue l’allontanarono dalla scena parigina. Dopo la terza gravidanza e dopo apparizioni a Venezia (S. Benedetto, primavera 1816: Clotilde ed Etelinda di Carlo Coccia, L’ingenua di Giovanni Pacini, Malvina di Nicola Vaccaj e Il turco in Italia di Rossini) e a Vicenza (estate successiva), ritornò a Parigi durante un periodo d’assenza dei due direttori, con un contratto annuale per un compenso di 18.000 franchi (scadenza del contratto alla metà di settembre 1817); vi si esibì con rinnovato successo in opere di Cimarosa, Guglielmi, Mozart (Le nozze di Figaro e Così fan tutte, nella parte di Fiordiligi) e Rossini. Rientrata in Italia, riprese gli incalzanti ritmi di lavoro su più piazze: nel carnevale 1818 fu a Cremona (Gli antichi Cherusci ed Elisabetta regina d’Inghilterra di Pavesi), nell’agosto successivo a Brescia (Evellina [sic]di Coccia) e in autunno a Trieste (Il feudatario di Marcos António Portugal e Gabriella di Vergy di Coccia).
Sulle sue prerogative vocali e teatrali furono quindi modellate le parti di prima donna di opere quali Eduardo e Cristina di Rossini ed Emma di Resburgo di Giacomo Meyerbeer (Venezia, S. Benedetto, primavera 1819), La sacerdotessa d’Irminsul di Pacini (Trieste, maggio 1820), Adele ed Emerico di Saverio Mercadante e Chiara e Serafina ossia Il pirata di Donizetti (Milano, autunno 1822). Morolli partecipò altresì a numerose riprese rossiniane: Il turco in Italia (Venezia, aprile 1818), Otello (Trieste, autunno 1818; Reggio nell’Emilia, maggio 1821; Cremona, autunno 1821), La pietra del paragone (Trieste, carnevale 1819), La gazza ladra (Torino, febbraio 1819), Eduardo e Cristina (Venezia, gennaio 1820; Reggio nell’Emilia, aprile 1820; Ravenna, giugno 1820; Lucca, estate 1820), Matilde di Shabran (Milano, agosto 1822) e Zelmira (Firenze, marzo 1823).
Nel gennaio 1822 fu invitata, dall’impresario Domenico Barbaia e col tramite di Rossini, a entrare nella compagnia del teatro di S. Carlo di Napoli, ma lasciò cadere le trattative, essendole negato il ruolo di primadonna assoluta. Scritturata a Reggio nell’Emilia per la fiera 1823 (maggio-giugno), vi sostenne le parti primarie en travesti in Aminta ed Argira di Mercadante e in Vallace o L’eroe scozzese di Pacini (la seconda opera fu tuttavia rappresentata col titolo di Odoardo I re d’Inghilterra, cedendo il ruolo eponimo al tenore Gaetano Crivelli).
Il deterioramento della salute la costrinse, nell’estate 1823, a sciogliere un contratto col teatro di Padova. Accettò nondimeno di legarsi per un anno alla Scala di Milano: dapprima destò entusiasmo in Otello, ma già in Tancredi si mostrò affaticata (settembre e novembre 1823). Un troppo rapido ritorno sulle scene milanesi (marzo-aprile 1824), nelle medesime opere rossiniane e dopo la «lunga e pericolosa malattia» citata in una lettera del marito (Radiciotti, 1906, p. 26), accelerò il definitivo tracollo fisico.
Morì a Milano il 6 maggio 1824, in seguito a una «gastrite cronica e susseguente encefalite» (ibid.). Durante l’accompagnamento del feretro, i lembi del drappo funebre furono sorretti dalle colleghe Teresa Trombetta (in arte Teresa Belloc-Giorgi), Francesca Festa Maffei, Marietta Schira e Brigida Lorenzani.
Soprano agiato più nella tessitura mediana che nello sfogo del registro acuto, e semmai incline alle escursioni contraltili, a detta dei critici parigini (Mongrédien, 2008, III, p. 741) sapeva dominare con tecnica magistrale e gusto delizioso una voce a tratti asprigna; e padroneggiava la scena con un’ineguagliata vivacità (ibid., IV, p. 27). Nel 1823 vantava ancora – così un recensore fiorentino della Zelmira – «voce intonatissima, estesa, flessibile; splendido metodo; azione gentile, espressiva, toccantissima» (cit. in Appolonia, 1992, p. 42). Fu «somma nell’arte del canto, e specialmente nel canto appassionato. Nessuna prima donna al paro di lei seppe interpretare le divine melodie dell’Otello. [...] La sua perdita fu universalmente compianta. I Milanesi non solo la stimavano, ma caldamente l’amavano» (Regli, 1860).
Fonti e Bibl.: F. Regli, Dizionario biografico dei più celebri poeti ed artisti melodrammatici ... che fiorirono in Italia dal 1800 al 1860, Torino 1860, p. 345; G. Radiciotti, Teatro, musica e musicisti in Sinigaglia. Notizie e documenti, Milano 1893, pp. 64 s., 136, 166-179; Id., Lettere inedite di celebri musicisti annotate e precedute dalle biografie di Pietro, Giovanni e Rosa Morandi a cui sono dirette, Milano 1906, passim; M. Rinaldi, Due secoli di musica al teatro Argentina, I, Firenze 1978, pp. 444, 447; E. Frassoni, Due secoli di lirica a Genova, I, Genova [1980], pp. 68, 71-73; P. Fabbri - R. Verti, Due secoli di teatro per musica a Reggio Emilia. Repertorio cronologico delle opere e dei balli 1645-1857, Reggio Emilia 1987, pp. 173, 177, 184; M. Girardi - F. Rossi, Il teatro La Fenice. Cronologia degli spettacoli 1792-1936, Venezia 1989, p. 87 s.; G. Appolonia, Le voci di Rossini, Torino 1992, pp. 24, 31, 34-44, 246; Gioachino Rossini, Lettere e documenti, a cura di B. Cagli - S. Ragni, I, Pesaro 1992, pp. 280-82, 566 s., 573 s.; IIIa, ibid. 2004, p. 308; R. Iovino et al., I palcoscenici della lirica. Cronologia dal Falcone al nuovo Carlo Felice (1645-1992), Genova 1993, pp. 61 s.; R. Stark, Rosa Morandi. «The Swan of the Paris Opera», Chapel Hill 1998; G. Moroni, Teatro in musica a Senigallia, Roma 2001, p. 72; J. Mongrédien, Le Théâtre-Italien de Paris (1801-1831), Lione 2008, III, p. 740 s.; IV, p. 27 et passim; M. Beghelli, Vita di Gaetano Gasbarri, librettista, in Bollettino del Centro rossiniano di studi, XLIX (2009), passim; Enciclopedia dello spettacolo, VII, col. 820; Dizionario della musica e dei musicisti, Le biografie, V, p. 191; K.J. Kutsch - L. Riemens, Großes Sängerlexikon, II, Bern-Stuttgart 1987, col. 2027 s.; ibid., Ergänzungen I, 1991, col. 1608; Ergänzungen II, 1994, col. 1361; The New Grove Dictionary of opera, III, p. 464; The New Grove Dictionary of music and musicians (ed. 2001), XVII, p. 94.