VENTI, Rosa dei
Corrispondente italiano dell'espressione latina Rosa ientorum, con la quale si indicò, dopo il sec. XVI, la disposizione figurativa - entro un cerchio - del sistema dei venti, in quanto necessaria soprattutto ai bisogni dei naviganti. Naturalmente, figurazioni di questo genere risalgono assai lontano nel tempo - ne conobbero i Greci col nome di σχῆμα, e con quello di forma i Romani - ma, a parte il diverso modo di suddividere l'orizzonte a seconda dei punti o delle zone da cui spirano i venti, una disposizione geometrica regolare, quale nella rosa dei venti introdotta dalle carte nautiche italiane, non si ebbe se non quando la navigazione ebbe realizzato notevoli progressi. Invero regolare e geometrica è, tra le antiche, anche la partizione - già riflessa nei poemi omerici - dell'orizzonte in quattro parti (corrispondenti ai quattro punti cardinali, ossia ai cardines mundi), ma in realtà a ciascun vento non faceva riscontro, qui come nello schema di Timostene, un punto determinato, sibbene un arco di cerchio - in questo caso addirittura un quadrante - nel cui mezzo veniva a cadere il punto cardinale. Nel sec. IV a. C. incominciò a prevalere, con Timostene, la divisione dell'orizzonte in 12 parti - sviluppata con triadi simmetriche sui 4 cardinali - che fu a lungo adottata dai naviganti, anche dopo che nella torre ottagona dei venti fatta costruire in Atene da Andronico di Cirra (sec. II a. C.) si era cercato un compromesso tra la semplicità eccessiva del tipo più antico e l'esuberante sviluppo dello schema timostenico.
Con l'innesto, realizzato per la prima volta da navigatori italiani, probabilmente alla fine del sec. XIII, dell'ago calamitato sulla rosa dei venti, finì col premlere in questa la divisione - anch'essa propria degli Italiani - in otto rombi, denominati tramontana (N.), greco (NE.), levante. (E.), scirocco (SE.), ostro (S.), libeccio (SO.), ponente (O.) e maestro (NO.). Da questa divisione poi, per successive bisettrici degli angoli, riuscì facile ottenere gli otto venti di mezzo, e i sedici di quarto, ognuno dei quali designato con nomi composti mediante combinazioni dei quattro punti cardinali. Analogamente, presso le nazioni germaniche si ebbero, per successivi dimezzamenti dell'angolo retto, 32 direzioni riferite non a venti, ma a punti dell'orizzonte, indicati con nomi desunti, secondo ogni probabilità, dall'uso dei navigatori fiamminghi (Nord, Est, Sud, Ovest). Teoricamente, è possibile procedere a una ulteriore divisione in 64 rombi, che risulterebbe però eccessivamente complicata. Approfittando invece della nota partizione del circolo in gradi, si preferisce ormai, nella pratica nautica, indicare le direzioni con questi, ciò che consente una maggiore esattezza.
Bibl.: D'Avezac, Aperçus historiques sur la Rose des vents, Lettere à M. Henri Narducci, Roma 1874; A. Rehm, Griechische Windrosen, in Sitzungsb. d. k. bayerischen Akad. der Wissensch., III, 1916; L. De Saussure, L'origine de la Rose des vents et l'invention de la boussole, in Arch. scienc. phys. et natur., Ginevra 1923.