RONCHI dei Legionarî (A. T., 24-25-26)
Grossa borgata della provincia di Trieste, 4 km. NO. di Monfalcone, 11 m. s. m., all'estremità orientale della pianura friulana, non molto lontana dall'Isonzo, presso la biforcazione della linea ferroviaria che da Monfalcone manda un ramo verso Gradisca e l'altro verso Cervignano. Sorta già in epoca romana (nel suo territorio sono state scavate lapidi e musaici), ricordata la prima volta col nome di Ronchi nel 967, è nota soprattutto per due importanti avvenimenti storici, l'arresto di Guglielmo Oberdan ivi avvenuto il 16 settembre 1882 e la riunione segreta (settembre 1919) dei volontarî di D'Annunzio. Durante la guerra Ronchi era stata quasi completamente distrutta. Ora il piccolo comune (superficie 17 kmq.) conta 5882 abitanti, di cui 2900 a Ronchi, 1410 a Vermegliano e gli altri in due frazioni minori.
La marcia di Ronchi. - È il nome dato alla spedizione che, nella notte dall'11 al 12 settembre 1919, mosse, al comando di Gabriele D'Annunzio, da Ronchi per occupare Fiume. Dal febbraio di quello stesso anno si discuteva a Parigi sulle sorti della città e l'opposizione degli alleati alle richieste italiane aveva tanto più eccitato l'opinione pubblica e particolarmente i nazionalisti e gli ex-combattenti, quanto meno il governo di F. S. Nitti era giudicato capace di tutelare energicamente gl'interessi nazionali. Il 24 agosto, in seguito alle decisioni della commissione d'inchiesta, presieduta dal generale M. di Robilant (v. fiume: Storia), i battaglioni di granatieri italiani che presidiavano Fiume insieme con le altre truppe alleate erano stati ritirati al di qua della linea d'armistizio, a Ronchi, con immenso dolore di tutti gl'irredentisti; e in questi battaglioni di granatieri Gabriele D'Annunzio trovò i primi aderenti per un colpo di mano su Fiume. L'impresa fu organizzata segretamente tra D'Annunzio, il capitano Host Venturi, capo della legione fiumana e il maggiore Reina, comandante il 2° batt. del 2° reggimento granatieri, e amico personale del poeta. Alle ore 3 antimeridiane del giorno 11 settembre, con circa una trentina di autocarri, partiva, agli ordini di D'Annunzio, una colonna di circa mille uomini, formata dal 2° battaglione del 2° reggimento granatieri, dagli arditi del 1° e 2° reggimento granatieri, dalle tre compagnie mitraglieri 764, 818, 124. Per la strada altri reparti di truppa, con autoblindate, si unirono alla colonna. A Mattuglie, sulla linea d'armistizio, il generale Pittaluga cercò di arrestare la marcia di D'Annunzio, ma invano, ché le truppe che dovevano sbarrargli il passo fraternizzavano con i suoi seguaci. Il poeta poteva così entrare in Fiume, senza colpo ferire, alla testa di un corpo di circa 2600 uomini tra l'immenso entusiasmo della popolazione fiumana.