SPEZIOLI, Romolo. –
Nacque a Fermo il 1° aprile 1642 nella parrocchia di S. Lucia, da Nicola, notaio, e da Virginia Albini.
Era il primogenito di cinque figli: Giuseppe medico, Giovanni Antonio sacerdote, Maria Maddalena nubile e Diana monaca benedettina. Nicola si era trasferito da Sant’Angelo in Pontano a Fermo, mentre la famiglia Albini era originaria di Grottammare.
Ricevette gli ordini sacri il 12 marzo 1661 dall’arcivescovo di Fermo cardinale Carlo Gualtieri, avviandosi poco dopo agli studi medici presso lo Studio cittadino. Addottoratosi in medicina e filosofia presso l’Università di Fermo il 22 aprile 1664, iniziò a esercitare presso le condotte del territorio: dal 30 giugno 1665 al 31 agosto 1666 a Grottammare, dal novembre del 1666 fino al 26 settembre 1671 a Ripatransone e dal 29 novembre 1671 a Jesi. Qui, benché riconfermato nel 1673 per il triennio successivo, chiese nel dicembre del 1674 la dispensa dall’incarico per recarsi a Roma in occasione dell’anno santo.
Grazie al cardinale fermano Decio Azzolino junior, soggiornò presso il collegio Piceno. Lo stesso cardinale si operò per fargli ottenere da Jesi un’ulteriore proroga di due mesi. Congiuntura favorevole fu la malattia di Cesare Macchiati, medico personale della regina Cristina di Svezia, originario di Carassai, castello della Marca fermana, che morì di febbre maligna la notte tra il 3 e il 4 giugno 1675. Azzolino non si lasciò sfuggire la possibilità di inserire un altro fedele fermano alla corte della regina, dove aveva fatto già assumere, oltre a Macchiati, il cugino capitano Lorenzo Adami. La regina Cristina volle conoscere Spezioli e, favorevolmente impressionata dalla sua cultura, in occasione di un colloquio a corte lo nominò suo medico personale. Più tardi anche il fratello minore di Romolo, Giovanni Antonio Spezioli, entrò a far parte della corte reale come cappellano.
Nel 1676 Romolo ottenne la cattedra di lettore straordinario di medicina pratica presso l’Università romana e la mantenne ininterrottamente fino al 1722. A Roma fu medico di diversi cardinali, come Gerolamo Gastaldi, e dei loro familiari. Nella lettera del 6 luglio 1684, inviata a Marcello Malpighi da Gastaldi, si apprende che Spezioli fu anche medico della sorella del cardinale. Il caso certamente più noto e più spinoso per Spezioli fu quello del cardinale veneto Pietro Basadonna, che morì a Roma il 6 ottobre 1684 a causa del ‘mal della pietra’ e di ascesso renale. Il caso suscitò molto clamore nell’ambiente medico romano: per difendersi dalle accuse rivoltegli dal medico Antonio Piacenti, fu costretto a dare alle stampe un opuscolo intitolato Allo scolare che scrisse i fogli intitolati il Disinganno invia i necessari avvertimenti Romolo Spezioli (Padova 1684). Pubblicò nel 1690 anche le Ponderationes medico physicae, perizia legale su tre delle sette guarigioni straordinarie operate dal beato Lorenzo Giustiniani. Era intenzionato a comporre l’opera Consensus veteris et novae medicinae in historicis epidemicis Hippocratis delineatus, di cui a oggi non si rinviene copia.
Fu medico personale di Azzolino (fino alla morte di questi, l’11 giugno 1689) e del cardinale Pietro Ottoboni. Una volta eletto al soglio pontificio come Alessandro VIII, questi lo nominò suo archiatra – come attestato nel ruolo dei familiari di Sua Santità del 12 gennaio 1690 (Roma, Archivio segreto Vaticano, Secreteria brevium diversorum, Alexandri VIII, lib. I, vol. 1816, cc. 35r-50v) – e il 9 dicembre 1690 anche canonico regolare di S. Pietro. Ricevette lasciti testamentari da Cristina e dal cardinale Azzolino. Dopo aver raggiunto come archiatra l’apice della carriera medica proseguì quella ecclesiastica già iniziata.
A Roma abitò dal 1683 al 1723 con la famiglia, trasferitasi da Fermo a Roma, nella parrocchia di S. Salvatore in Campo, nei pressi del monastero di S. Lorenzo in Panisperna, e qui morì il 25 maggio 1723.
Le esequie furono celebrate il 27 maggio nella chiesa di S. Maria in Vallicella, ove fu seppellito. La sua lapide sepolcrale non è più visibile ma figura nel registro delle iscrizioni funebri della chiesa (Roma, Archivio della Congregazione dell’Oratorio, Iscrizioni funebri, CI 31, c. 94r). Nel testamento olografo rogato a Roma dal notaio Bernardino Angelici il 25 novembre 1722, nominò suoi eredi universali i padri della Compagnia di Gesù di Fermo.
Appassionato bibliofilo, possedeva una delle più ricche e importanti biblioteche mediche del suo tempo (G. Cinelli Calvoli, Biblioteca volante, IV, Venezia 1747, pp. 259 s.). Con un pubblico istrumento, aveva già donato l’11 luglio 1705 alla città di Fermo tutti i libri medici e filosofici della sua libreria privata con lo scopo di «giovare a tutti e particolarmente agli Infermi» (Archivio di Stato di Fermo, Archivio storico del Comune di Fermo, Instrumenti 1539-1808, Instrumentorum Comunis Firmi 1703, 1704, 1705, c. 274r, Lettera autografa di donazione, 11 luglio 1705). Di questo primo lascito si conserva il catalogo autografo datato 6 febbraio 1706 (Fermo, Biblioteca comunale, ms. Spezioli 2°, catalogo autografo ms. di Romolo Spezioli, Adi 6 febraro 1706, cc. [1]v-[37]r); con quello testamentario giunsero invece a Fermo i suoi libri sacri e di ogni altra materia. Il lascito librario si inserisce nel contesto secentesco di particolare splendore della facoltà medica dello Studio fermano. Nel 2005 gli è stata intitolata la Biblioteca civica della città.
Fonti e Bibl.: Fonte privilegiata per la biografia di Spezioli è il documento autografo conservato presso l’Archivio di Stato di Roma, Cartari Febei, b. 66, c. 151, indirizzato al rettore dell’Università romana, Carlo Cartari, intento a scrivere la storia dell’Ateneo corredata da un catalogo biografico dei professori. Si vedano inoltre: Fermo, Archivio storico diocesano, Registro delle ordinazioni, 1665-1666, cc.164v-165r; Roma, Archivio storico del Vicariato, Parrocchia di S. Salvatore in Campo, Registro dei morti 3 (1711-1746), c. 339r; Stati delle anime, anni 1683-1722. La relazione autografa sulla malattia e morte del cardinale Basadonna è conservata a Jesi, Biblioteca Planettiana, Fondo Azzolino, Corrispondenza, Avvisi-relazioni-informazioni-istruzioni-memorie, b. 175, Relazione sulla malattia del card. Basadonna, 1684, 4 cc.
Per le vicende biografiche: G. Panelli, Memorie degli uomini illustri e chiari in medicina del Piceno, II, Ascoli 1758, pp. 309-316; V. Nigrisoli Wärnhjelm, R. S., medico di Cristina di Svezia, in Settentrione. Nuova serie, 1994, pp. 25-38; M. Santoro, R. S. nella sua opera e nella vita del Seicento romano, in Id., Scritti medici, a cura di G. Leopardi - L. Verdoni, Fermo 1998, pp. 307-311; F. Zurlini, R. S. (Fermo, 1642 - Roma, 1723), Manziana 2000; V. Nigrisoli Wärnhjelm, I fermani alla corte della regina Cristina di Svezia, in Cristina di Svezia e Fermo. Atti del Convegno internazionale... 1995, a cura di V. Nigrisoli Wärnhjelm, Fermo 2001, pp. 109-116; F. Zurlini, Cultura scientifica, formazione e professione medica tra la Marca e Roma nel Seicento: il caso di R. S., Macerata 2009; A. Franza, R. S., Andrea Vesalio ed il manuum munus. «Il dono delle mani» nella pratica medica moderna, in La formazione del medico in età moderna (secc. XVI-XVIII), a cura di R. Sani - F. Zurlini, Macerata 2012, pp. 139-147. In riferimento al contesto formativo e professionale: F. Zurlini, Formazione ed esercizio della professione medica a Roma e nella Marca fermana nei secoli XVII-XVIII, Macerata 2012. In riferimento alla vita religiosa: D. Gagliardi, L’idea del vero medico fisico e morale, Roma 1718, pp. 290 s. Per i lasciti si vedano: F. Raffaelli, La Biblioteca Comunale di Fermo, Recanati 1890 (in partic. pp. 103 s.); V. Nigrisoli Wärnhjelm, Il fondo S. della Biblioteca Comunale di Fermo, Stockholm 1993; F. Zurlini, La Libraria S. Il catalogo autografo tra bibliografia e sapere medico nei secoli XVII e XVIII, tesi di laurea, Università degli studi di Macerata, a.a. 2002-03; F. Coltrinari, R. S. (1642-1723) medico, collezionista e committente d’arte fra Roma e Fermo, in La formazione del medico..., cit., pp. 183-228.