ROMOLO e REMO (Romŭlus, Remus)
Una statua di Romolo era sul Campidoglio insieme con quelle degli altri re (Plin., Nat. hist., xxxiv, 23; Cass. Dio, xliii, 45): si ritiene che questa serie di statue sia stata eretta intorno al 300 a. C., ma si è anche osservato che le statue di Romolo e Tito Tazio, essendo rappresentate (come ci vien tramandato) senza tunica, con la sola toga, potrebbero essere più antiche delle altre della stessa serie.
Una riproduzione della statua di Romolo è da vedersi, secondo il Bernoulli, nel denaro di G. Memmio (del 51 a. C. circa) con la scritta Quirinus, ma, come ha mostrato il Vessberg, si tratta più probabilmente del dio Quirino. Un'altra statua di Romolo era presso il Volcanale, eretta, secondo la leggenda, dallo stesso Romolo dopo il trionfo sui Camerini (Dion. Hal., Ant. Rom., ii, 54, 2): in questa, come in altre statue Romolo era rappresentato a piedi e portante il trofeo (Plut., Rom., 16): in considerazione di questo ultimo particolare la statua difficilmente può datarsi anteriormente al III o anche al II sec. a. C. Un'altra statua di Romolo è ricordata sulla via Sacra (Serv., ad Aen., viii, 641).
Episodî della leggenda di R. e R. sono rappresentati in una numerosa serie di monumenti a noi conservati, molti dei quali probabilmente ispirati a cicli di figurazioni celebranti i primordi di Roma sul genere di quello trovato nella basilica Emilia. I gemelli neonati, nelle braccia di Rhea Silvia, appaiono in un rilievo dell'Ara Casali (Musei Vaticani). Il loro abbandono sulle rive del Tevere è rappresentato, oltre che sulla stessa Ara Casali, nel ciclo pittorico relativo alle origini di Roma proveniente da un colombario dell'Esquilino (ora al Museo Nazionale Romano) della metà del I sec. a. C. Per i gemelli nutriti dalla lupa, v. lupa capitolina. Nello stesso fregio pittorico dell'Esquilino compaiono R. e R. adolescenti, intenti alla pastorizia. La scena degli auspici per la fondazione di Roma figurava nel frontone del tempio di Quirino, che è riprodotto in un rilievo del Museo Nazionale Romano: si vedono i due fratelli, attorniati da divinità e personificazioni, e in alto gli uccelli che volano verso Romolo. Nel Foro di Augusto era rappresentato Romolo portante il trofeo dopo la vittoria su Acrone: la statua ha ispirato, come ha dimostrato M. Camaggio, una pittura di via dell'Abbondanza a Pompei e alcune monete di Adriano e di Antonino Pio: Romolo è in movimento verso destra, è armato di corazza, tiene la lancia nella destra, nella sinistra un trofeo di armi appoggiato alla spalla (difficilmente dimostrabile è il riconoscimento, proposto dalla Camaggio, della vittoria di Romolo su Acrone in una pittura della casa pompeiana di Romolo e Remo).
Bibl.: J. B. Carter, in Roscher, IV, 1909-14, c. 202 ss., s. v.; M. Camaggio, Le statue di Enea e di Romolo nel Foro di Augusto, in Atti Accad. Pontaniana, LVIII, (estratto); J. Gagé, in Mélanges Éc. Franç., XLVII, 1930, p. 138 ss.; G. Q. Giglioli, La leggenda di Roma nell'arte, in Studi Virgiliani, I, 1931, p. 95 ss.; A. Degrassi, in Bull. Com., LVII, 1939, p. 10 ss.; O. Vessberg, Studien zur Kunstgeschichte der römischen Republik, Lund 1941, p. 120 ss.